Per superare il momento difficile è fondamentale smorzare i toni e remare tutti dalla stessa parte
“Fischiare non serve a niente, bisogna sostenere la squadra”. Le parole secche pronunciate dal DS della Torres Andrea Colombino, esprimono un concetto chiaro, della serie, ci siamo stancati delle contestazioni e dei mugugni di una piazza, che comunque sia non porteranno a niente.
Espressa in parole povere, la sostanza è questa. Legittimo e comprensibile da parte della società difendere a spada tratta le proprie scelte e idee e metterlo in chiaro pubblicamente, come lo è però in egual misura il diritto da parte di chi paga il biglietto di manifestare il proprio dissenso, se non contento dello spettacolo offerto e dei risultati. Perciò, in questo senso le parole del DS sono sembrate un tantino esagerate e forse un accenno al rispettiamo e capiamo il sentimento dei tifosi, ma andiamo avanti per la nostra strada, sarebbe stato politicamente più corretto, anche perchè si parla di punti di vista soggettivi e non di fatti oggettivi. L’umore della piazza va comunque sempre considerato e valutato con il giusto peso, questo non significa certamente che comandino i tifosi, ma neanche che non contino niente. Perchè comunque sia, lo si è sempre detto, si può vincere solo insieme, i tifosi da soli se non c’è una società solida, forte, appassionata e competente come quella attuale non possono farlo, altrettanto la società se gli spalti sono vuoti.
Detto questo, in generale il concetto espresso sia dalla società e sia dai tre giocatori intervenuti in conferenza stampa, Scotto, Mastinu e Antonelli è sostenibile e condivisibile. Greco non ha mai avuto consensi unanimi fra i tifosi sassaresi, è un tecnico che ha sempre diviso e probabilmente sarà sempre così, sia che vinca e sia che perda, ma ciò che accade a Sassari non è diverso da ciò che accade in tutte le altre piazze, quando le aspettative sono disattese e in questo momento a Sassari, che piaccia o no, che metta pressione o no ai giocatori, lo sono. Le regole del gioco si conoscono e bisogna accettarle. E’ vero che si cresce insieme, è vero che la solidità e le ambizioni di una società vanno costruite piano, piano, ma lo è altrettanto che questa Torres con giocatori forti ma con un’età media elevata, non è certo futuribile. Questo si che è un fatto oggettivo e inconfutabile. Casomai sarà la società ad essere sicuramente più strutturata e pronta al grande salto fra qualche anno.
Tornando nello specifico dei fatti, sostanzialmente l’entrata a gamba tesa di Colombino e dei tre moschettieri rossoblù, ha voluto sgombrare il campo e mettere un punto definitivo sul fatto che sia la società che la squadra siano compatte intorno al proprio allenatore, che ai tifosi piaccia o no, contestazione o meno. Probabilmente da qui la frase forte “fischiare non serve a niente”.
Ciò che è certo è che gli isterismi non portano mai, niente di buono, sia in un senso che nell’altro. In altri termini, l’amarezza è comprensibile, ma contestare a prescindere senza tener conto di tutti i fattori è sbagliato e qui ciò che dice la società è corretto, così come è condannabile ma anche sintomatico ad esempio il nervosismo di qualche giocatore.
E allora a questo punto, con tutte le carte scoperte sul tavolo, la cosa più logica e producente da fare è quella di remare tutti dalla stessa parte, magari smorzando i toni e ripristinando quel feeling e quella sintonia tra società e buona parte dei tifosi ,che quando ci sono stati hanno portato dividendi, altrimenti tra “murrugni” e fischi da una parte e prese di posizione troppo drastiche espresse con toni che potrebbero essere scambiati per supponenza dall’altra, il sogno continuerà a restare tale.
Aldo Gallizzi
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