L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares si dimette dopo il crollo dei profitti e delle vendite negli Stati Uniti. A riportare l’indiscrezione è Bloomberg. Il cda del gruppo automobilistico ha accettato le dimissioni del top manager con effetto immediato. L’azienda aveva dichiarato a ottobre di aver avviato un processo per trovare un successore a Tavares, che ai giornalisti aveva detto che sarebbe rimasto fino alla fine del suo mandato, all’inizio del 2026. Il ceo lascerà la sua posizione perché le sue opinioni sul futuro della casa automobilistica divergevano da quelle di alcuni dirigenti. Il processo per la nomina di un nuovo ad permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio – informa una nota di Stellantis – e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann che assumerà le funzioni prima in capo a Tavares. Gli azionisti di Stellantis infatti sono Exor con il 23% dei diritti di voto (14,3% di azioni), Peugeot Invest con l’11% (7,1%) e lo stato francese attraverso Bpi con il 9,6% (6,1%). Il gruppo – sempre nella nota – conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024.
Nel terzo trimestre 2024 Stellantis ha visto calare del 27% i ricavi, a 33 miliardi di euro, principalmente a causa di un calo delle consegne e di un mix sfavorevole, nonché dell’impatto dei prezzi e dei cambi. Le consegne consolidate, come era stato anticipato, sono state pari a 1,148 milioni di unità, in calo di 279.000 unità, ovvero del 20% rispetto all’anno precedente. I problemi si registrano sulle due sponde dell’Atlantico: -17% in Europa e -36% in Nord America. Percentuali che tradotte in numeri raccontano di 496.000 veicoli immatricolati in Europa da luglio a settembre nel 2024 rispetto ai 599.000 del 2023 (-103.000) e di 299.000 venduti negli Usa confrontate con le 470.000 di 12 mesi fa (-171.000).
Chi è Carlos Tavares
Ex dg di Renault, Carlos Tavares è il supermanager nato a Lisbona 66 anni fa, l’uomo che ha rilanciato il marchio francese fino a entrare in rotta di collisione con il «boss», l’altro Carlos, il brasiliano libanese Carlos Ghosn, uscendo dalla casa del Leone sbattendo la porta, e poi diventato il grande risanatore di Peugeot, ha sempre chiesto alla sua squadra: sacrifici, coraggio, taglio dei costi, efficienza, pur di arrivare alla meta. Il manager più pagato del mondo dell’auto dichiara 37 milioni di reddito nel 2024, alla guida di Stellantis.
Finito nel mirino della politica italiana, e non solo, perché chiede incentivi all’acquisto di auto anche se la produzione di vetture in Italia resta meno della metà di quel milione di auto. E ora è incalzato anche dagli azionisti. In un anno il titolo Stellantis è crollato: da 21 a 12 euro. La capitalizzazione dimezzata a 36 miliardi di euro. Il supermanager ha provato a rimettere in pista i 16 brand del gruppo con una riorganizzazione del gruppo.
La promessa: un milione di auto in Italia
«Entro poche settimane sono convinto troveremo un’intesa sul piano per raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di veicoli all’anno nel Paese». Era il giugno 2023 quando l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares faceva coincidere il suo traguardo con quello del governo: 1 milione di auto prodotte in Italia. Dal giorno dopo comincia la stagione dei distinguo. E il tavolo dell’auto diventa un ring dove si affrontano politica e industria senza trovare un’intesa né un vincitore. «Nel primo incontro con Tavares lui mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli – ha ricordato il ministro Urso nel giorno del compleanno di Fiat – ma prima di rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7, e ci siamo riusciti, per questo Stellantis ha annunciato il prolungamento di alcuni modelli. Poi ci chiese un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia e abbiamo fatto il più grande piano incentivi sull’auto, un miliardo di euro. Il governo ha fatto la sua parte Stellantis no».
Addio alla Gigafactory italiana
Carlos Tavares è un appassionato di motori ma, a differenza di Marchionne, ha sempre creduto, sin dai tempi di Renault, nello sviluppo della mobilità elettrica. Nel suo disegno industriale l’Italia avrebbe dovuto ospitare una grande Gigafactory al posto delle fabbrica di motori di Termoli, una conversione su cui il governo era disponibile a mettere risorse del Pnrr. Altra promessa rimasta sulla carta.
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