«La qualità della raccolta differenziata a Bologna? È migliorabile». E se a dirlo è Giorgia Stancari, responsabile dell’area Bologna-Imola, della direzione centrale servizi ambientali e flotte del gruppo Hera, c’è da crederle. I numeri sono estratti dal report “Sulle tracce dei rifiuti”, che Hera pubblica annualmente per spiegare ai cittadini dove va a finire la loro raccolta differenziata.
Qui non si tratta della quantità di rifiuti che vengono differenziati, percentuale che a ottobre a Bologna era pari al 71,3% (dieci punti in più rispetto al 63,2% del 2022). Si tratta invece di capire quanti di questi rifiuti sono differenziati abbastanza bene da permettere il recupero delle materie prime. E quindi di consentire alla filiera del riciclo di girare. Agli scarti di essere recuperati. Agli oggetti che buttiamo via di trasformarsi in altri oggetti.
Si scopre così che per la plastica questa percentuale è bassissima, sotto alle Due Torri: «La percentuale di riciclo è pari al 31%. È il nostro punto dolente», ammette Stancari. E tutto il resto della plastica che differenziamo dove va a finire? «Finisce al termovalorizzatore».
Ecco perché, prosegue la responsabile,«vogliamo lavorare di più sulla comunicazione, perché è un tema molto difficile da capire per i cittadini. Ad esempio molti non sanno che nel bidone della plastica non si può conferire qualsiasi oggetto purché sia fatto di plastica. Perché venga accettato dal consorzio che si occupa del riciclo di questo materiale, che è il Corepla, deve essere un imballaggio, qualcosa che contiene un altro prodotto. Quindi se il cittadino inserisce un giocattolo, questo finisce a recupero energetico. Ma anche una borraccia in plastica non viene accettata. E anche la semplice bottiglia d’acqua, se è piena, viene considerata uno scarto».
Luce verde invece a tutto ciò che contiene altri elementi: quindi detersivi, detergenti, saponi, le buste che contengono alimenti. «Per questo motivo stiamo lavorando sempre di più sulla comunicazione, per riuscire ad arrivare ai cittadini con un messaggio in grado di migliorare la raccolta in ingresso», chiosa Stancari, che invita anche, in caso di dubbi, a utilizzare l’App del “Rifiutologo”. Va molto meglio invece per quanto riguarda gli altri materiali. «Del ferro — spiega — viene riciclato il 100%, per il legno siamo al 99%, per il vetro al 90,9%, per l’organico al 75,6%, per la carta all’81,1% e per il verde al 60,7%».
Intanto lunedì 25 novembre a San Pietro in Casale si è tenuta la prima assemblea per spiegare ai cittadini l’introduzione della tariffa puntuale, che premia chi conferisce meno rifiuti indifferenziati. Dal 2025, oltre a San Pietro in Casale, scatterà anche a Baricella e Granarolo.
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