L’Asl taglia i fondi e resta in bilico il futuro dei pazienti con disabilità e degli operatori sanitari. È quanto denunciato dal personale dell’Aias di Avellino, il centro medico riabilitativo di via Morelli e Silvati. E il caso arriva a Palazzo Santa Lucia.
Attraverso una lettera aperta, i dipendenti fanno appello al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, affinché i servizi nella struttura convenzionata con l’Azienda sanitaria restino garantiti e, inoltre, vengano riconosciuti i rimborsi per quelli già erogati.
Sono due, per l’appunto, le criticità sollevate. Da una parte la drastica diminuzione del numero di prestazioni giornaliere che l’Aias cittadina sarà autorizzata ad effettuare, di qui in avanti, a favore degli assistiti, che sono per la maggioranza bambini e adolescenti. Dall’altra, invece, gli operatori mettono anche in chiaro il diniego, ricevuto da via Degli Imbimbo, a vedersi riconosciuta la completa copertura economica per le sedute riabilitative già erogate. E sono quasi 32mila quelle rimaste scoperte.
«Il futuro di tanti professionisti – si legge nella missiva – è minacciato dalla possibilità di una improvvisa e drastica riduzione del personale, in conseguenza dell’ultima scellerata delibera dell’Asl di Avellino, che, reiteratamente, non ha assegnato le 140 prestazioni giornaliere spettanti alla struttura, riconoscendone invece 64, cioè meno della metà».
Ed evidenziano: «Ignorando completamente e disattendendo quanto disposto da due sentenze del 2022 emesse dal Consiglio di Stato e dal Tar di Salerno. Va inoltre sottolineato – continuano – che la struttura di Avellino dell’Aias, a seguito delle verifiche effettuate dalla stessa Asl è stata ritenuta idonea a soddisfare ben 145 prestazioni giornaliere (così come previsto, tra l’altro, dalle sentenze sopra indicate), poiché dotata dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi necessari». Un’idoneità messa nero su bianco sugli atti siglati dal direttore generale dell’Azienda, Mario Ferrante. Tant’è che «per tale motivo da subito l’Aias ha preso in carico tutti i pazienti inviati ed autorizzati dalla stessa Asl, raggiungendo il tetto di 140 prestazioni pro die, con l’erogazione al 31 ottobre 2024 di ben 31.575 prestazioni».
Inoltre «per soddisfare un così elevato numero di prestazioni l’Aias ha dovuto pagare un elevato costo, tra stipendi e contributi, anticipando notevoli somme. È evidente che, giunti a fine anno, l’Asl non può pretendere di rimborsare un numero di prestazioni inferiore rispetto a quelle già erogate. Ne tantomeno è corretto che anche per il 2025 sia assegnato all’Aias un numero che è della metà rispetto a quelle che la struttura può soddisfare».
Di conseguenza, se l’Asl non farà un passo indietro «l’Aias sarà costretta, suo malgrado, a dimezzare la dotazione organica, ad assoluto discapito dei lavoratori e delle loro famiglie, ma soprattutto dei numerosi pazienti attualmente in carico. La metà dell’utenza attualmente in trattamento dovrà essere dimessa. Di conseguenza i pazienti vedranno interrotti bruscamente i loro trattamenti riabilitativi e non saranno pertanto garantiti i Lea e il principio fondamentale di continuità assistenziale». Dunque l’appello a De Luca. «Sollecitiamo un suo autorevole intervento, affinché si possa individuare, di concerto, una soluzione incisiva, per impedire che, ancora una volta, a pagarne le conseguenze siano i disabili e i loro familiari». E mentre si assiste al taglio, ci sono pure altri 165 pazienti in lista d’attesa, che da mesi aspettano di essere presi in carico.
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