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Nuovo Portale contro il lavoro nero, cos’è e come funziona: la guida rapida #finsubito prestito immediato


Il lavoro nero è e continua a essere una piaga per l’occupazione e l’economia. Tra perdite di entrate fiscali e contributive, distorsione della concorrenza e mancanza di tutela per i lavoratori, il “sommerso” frena la crescita del Paese e favorisce le disuguaglianze economiche e sociali.

A riprova di una situazione di certo non rosea, abbiamo i dati aggiornati di Istat, i quali indicano che in Italia oggi ben tre milioni di lavoratori sarebbero occupati a svolgere attività nascoste ad Inps, Inail e Fisco. A conti fatti, questo significa che circa il 12,5% degli occupati regolari non paga le tasse, non versa i contributi e non è tutelato sul piano degli infortuni sul lavoro.

La buona notizia è, però, che a breve il Portale nazionale del lavoro sommerso – Pns sarà finalmente operativo. Mira a rappresentare un’effettiva svolta per il monitoraggio e il contrasto al lavoro irregolare in Italia. Ecco cosa sapere in proposito e quali saranno le novità.

Il decreto ministeriale per il varo del Portale

Con la volontà di realizzare gli obiettivi del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il ministero del Lavoro ha recentemente emanato il DM n. 170. Questo stabilisce che entro il 30 maggio 2025 saranno ultimate le attività mirate a garantire l’interoperabilità dei dati relativi alle violazioni lavoro nero. Il tutto all’interno del Portale nazionale del sommerso.

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Il progetto del Portale ha avuto la sua prima vera svolta un paio d’anni fa, grazie all’art. 19 del DL n. 36 del 2022, recante ulteriori misure urgenti all’attuazione del Pnrr. Con questo provvedimento è stato infatti rivisto integralmente il comma 1 dell’art. 10 del d. lgs. n. 124 del 2004, con il quale all’epoca già si prevedeva il lancio di una specifica banca dati, la Banca dati attività ispettiva – Bdai che però non avuto il successo sperato.

È stata istituita una task force ad hoc, per rafforzare i controlli in materia di lavoro sommerso e individuare un maggior numero di irregolarità (e sanarle). A partire dal 2025, poi, il Portale nazionale del sommerso sostituirà, consoliderà e integrerà insieme le informazioni contenute nelle banche dati esistenti. In questo modo, enti come l’Ispettorato nazionale del lavoro (che ha precisi compiti), l’Inps o l’Inail condivideranno le risultanze degli accertamenti ispettivi.

La previsione di protocolli di intesa ad hoc

Non solo. L’Ispettorato nazionale del lavoro, al quale spetterà la gestione del Portale nazionale del sommerso, stipulerà protocolli di intesa con Inps, Inail, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, al fine di formalizzare le modalità di:

  • accesso al Portale da parte dei soggetti appena indicati;
  • condivisione dei verbali ispettivi e ogni altro provvedimento consequenziale all’attività di vigilanza (inclusi tutti gli atti relativi a possibili contenziosi instaurati in rapporto ai provvedimenti adottati in sede di accertamento).

Inoltre l’Ispettorato assicurerà l’accessibilità al Portale nazionale del sommerso da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti che erogano o gestiscono fondi pubblici. Ciò al fine di un migliore controllo nelle attività di propria competenza. L’Ispettorato dovrà inoltre vigilare sul rispetto della vigente normativa in materia di tutela dei dati personali (come ad es. il GDPR).

Ecco perché si prevede che Ministero del Lavoro potrà stabilire, con uno o più decreti successivi, gli ulteriori soggetti che avranno accesso al Pns e i dati consultabili dagli stessi.

Obiettivi e vantaggi del nuovo Portale

La piena operatività del Portale Pns sarà un fattore chiave nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Infatti quelle contenute nel decreto legge n. 36 del 2022 sono regole che sollecitano una maggiore efficacia nella vigilanza, così come una maggiore trasparenza nella gestione delle violazioni lavoro nero.

Grazie al funzionamento del Portale nazionale lavoro sommerso, tutte le attività ispettive compiute da enti, come l’istituto di previdenza o l’Ispettorato nazionale del lavoro, convergeranno in una sola piattaforma digitale e centralizzata. Con l’accesso a dati integrati e aggiornati, gli ispettori potranno operare in modo più rapido ed efficace, aumentando la probabilità di individuare e sanzionare situazioni irregolari.

In sintesi, i vantaggi del nuovo Portale saranno sostanzialmente i seguenti:

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  • accesso ad una visione complessiva, completa e dettagliata di tutte le violazioni e le ispezioni in corso;
  • utilizzo di strumenti tecnologici avanzati che semplificheranno la raccolta e l’analisi delle informazioni;
  • azzeramento del rischio di duplicazione degli accessi ispettivi e di sovrapposizioni delle attività di controllo;
  • miglioramento della pianificazione delle attività di ispezione e ottimizzazione dell’impiego delle risorse;
  • possibilità di attuare interventi mirati a livello nazionale, andando a colpire il lavoro sommerso con maggior precisione e tempestività, o prevenendo nuovi casi di irregolarità;
  • promozione della cultura della legalità nel mercato del lavoro di tutto il paese.

Questo è quanto previsto “sulla carta” ma, ovviamente, il successo del Portale per il contrasto al lavoro nero sarà legato alla capacità di aggiornare frequentemente i dati e di formare adeguatamente gli operatori e gli ispettori sul suo uso, in modo da reprimere i casi di irregolarità o di prevenirli.

Quali sono i dati raccolti nella piattaforma

Come indica il DM n. 170 del 20 novembre scorso, entro il 30 maggio prossimo il Portale nazionale del sommerso sarà alimentato con i dati risultanti dall’attività ispettiva e di seguito indicati:

  • identificativi del fascicolo, dell’ispezione o della richiesta d’intervento;
  • relativi alla contestazione di violazioni in materia di lavoro e legislazione sociale o in materia di salute e sicurezza;
  • relativi all’adozione del provvedimento di sospensione ai sensi dell’articolo 14 del d. lgs. n. 81 del 2008;
  • inerenti alle violazioni in materia contributiva, assicurativa o fiscale;
  • inerenti alle violazioni di ambito penale e ai conseguenti provvedimenti giudiziari in materia di lavoro, di salute e sicurezza e legislazione sociale;
  • inerenti alle diffide accertative di cui all’art. 12 del d. lgs. n. 124 del 2004;
  • relativi alla comunicazione di regolarità.

La mole di informazioni che confluirà nel Portale sarà quindi amplissima, assicurando una tutela del lavoratore trasversale, sostanziale e tempestiva.

Che cosa cambia per le aziende e i lavoratori

Il varo del Portale Pns comporterà importanti cambiamenti per datori di lavoro e professionisti. Infatti la maggiore trasparenza del meccanismo di controllo e raccolta dati, come pure la capacità delle autorità di accedere velocemente a informazioni dettagliate, dovranno sollecitare comportamenti attenti al rispetto delle leggi sul lavoro e delle norme fiscali e in materia di salute e sicurezza. Dal prossimo anno, come detto, gli enti preposti potranno individuare più facilmente irregolarità, abusi e casi lavoro nero.

Ricordiamo infine che, dal 15 gennaio prossimo l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’Inps presenteranno congiuntamente una relazione mensile al Ministero del Lavoro sull’andamento delle attività in materia di lotta al sommerso.





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