La premier: «Nel 2023 il Mezzogiorno locomotiva d’Italia»
«Non ho mai pensato che la sfida per il Mezzogiorno dovesse essere l’assistenzialismo come unica risposta. Io credo che la grande sfida sia mettere i territori nella condizione di competere ad armi pari per poter davvero dimostrare il loro valore ed è quello che noi stiamo cercando di fare, con i risultati che infatti arrivano». Lo ha affermato la premier Giorgia Meloni, nel corso della firma a Bari per l’Accordo di Coesione con la Regione Puglia che si è tenuta ieri.
«Se si investe sull’orgoglio, se si investe sulla dinamicità, sull’estro, sulla creatività, sulla voglia di fare – ha aggiunto – si possono fare cose grandissime. Se io dovessi sintetizzare la strategia che ho in mente, la sintesi sarebbe scommettere sul valore e sull’orgoglio della gente del Sud».
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«È una strategia che complessivamente sta dando i suoi frutti perché quello che abbiamo visto accadere nel 2023 nel Mezzogiorno deve farci ben sperare: un Pil che cresce dell’1% in più della media nazionale, un’occupazione che cresce più della media nazionale, le aziende del Sud sono state fondamentali nel rilanciare l’export, crescono le società di capitali, crescono le piccole e medie imprese, si può dire che il Sud è stato la locomotiva d’Italia».
Lavorare sugli investimenti
«So che non va tutto bene – ha detto ancora la premier – però significa che le cose possono cambiare, se ci prendiamo per mano, investiamo su questo orgoglio e questa capacità. Bisogna crederci e continuare a lavorare su questi investimenti».
Le risorse dei fondi europei erano legate alla popolazione residente, «ma io ho sempre contestato questo meccanismo di calcolo», perché «se io continuo a legare la spesa infrastrutturale alla popolazione che abita, mi avviluppo sempre di più». Per questo «sono state fatte scelte importanti, se vogliamo, coraggiose».
«La prima di quelle scelte è relativa alle infrastrutture – spiega – abbiamo previsto con questa iniziativa non solo l’istituzione del fondo perequativo infrastrutturale, ma abbiamo previsto con questa riforma l’obbligo di destinare almeno il 40% dei fondi infrastrutturali alle regioni del Mezzogiorno». Nel Sud vive il 34% della popolazione italiana, «anche perché c’è un problema di spopolamento – aggiunge – spesso anche perché non ci sono opportunità. L’assenza di opportunità è spesso collegata all’assenza di infrastrutture. E quindi abbiamo modificato questo parametro e abbiamo previsto che la quota dovesse essere più alta».
«Abbiamo messo quasi tre miliardi di euro in più sul lavoro, altra priorità sulla quale lavoriamo soprattutto nel Mezzogiorno – dice ancora Meloni – la principale misura è l’esonero contributivo del 100% per due anni per chi in queste regioni assume under 35 che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato, donne over 35 disoccupate da almeno due anni a una condizione: che devono essere assunti a tempo indeterminato».
«Cerchiamo di creare occupazione, ma cerchiamo anche di creare occupazione di qualità. Gli incentivi in questo caso non valgono solo per il lavoro dipendente, valgono anche per chi decide di far nascere una nuova attività. Abbiamo rafforzato la misura “Resto al Sud”», conclude.
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