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La tua mente è la tua casa. La tua mente è la tua prigione #finsubito richiedi mutuo fino 100%




Il Sistema museale del Valdarno presenta al pubblico una mostra diffusa nel territorio a cura di Nicolas Ballario; una narrazione inedita che vede la presenza di importanti artisti internazionali, concepita come un percorso fra i musei della valle dell’Arno. L’inaugurazione in programma sabato 30 novembre alle 16,30 In occasione della Festa della Toscana, il Sistema museale del Valdarno presenta al pubblico una mostra diffusa nel territorio: i sette musei del sistema regionale sono infatti le sedi espositive di La tua mente è la tua casa. La tua mente è la tua prigione (dal 30 novembre 2024 al 30 marzo 2025), una narrazione artistica inedita, curata da Nicolas Ballario, che vede la presenza di importanti artisti internazionali riflettere sui temi del museo e del limite, sia esso inteso come protezione o costrizione. La mostra è promossa dai Comuni di San Giovanni Valdarno, Montevarchi, Loro Ciuffenna e Cavriglia con l’Accademia Valdarnese del Poggio e l’Ente Basilica di Santa Maria delle Grazie, grazie al supporto della Regione Toscana, tramite gli annuali contributi ordinari ai sistemi museali, ed è organizzata da MUS.E. La mostra è concepita come un percorso diffuso fra i musei della valle dell’Arno. Il progetto vede infatti protagonisti i musei aderenti al Sistema museale del Valdarno: il Museo delle Terre Nuove, Casa Masaccio Centro per l’arte contemporanea, il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Valdarno; il Museo Paleontologico e il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento a Montevarchi; il Museo Venturino Venturi a Loro Ciuffenna; il Museo MINE a Cavriglia. Il progetto è sviluppato con il coordinamento scientifico di Valentina Zucchi e grazie all’impegno del comitato scientifico del sistema, costituito dai direttori dei musei: Paola Bertoncini, Elena Facchino, Lucia Fiaschi, Fausto Forte, Michela Martini, Federica Tiripelli.

Il Museo delle Terre Nuove ospiterà la scultura Shine di Valerio Berruti, inno alla poesia dell’infanzia, a cui risponderà l’altrettanto poetica Cloud di Leandro Erlich al Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, in dialogo con l’Annunciazione di Beato Angelico. Sempre a San Giovanni Valdarno, Casa Masaccio Centro per l’arte contemporanea presenterà una rosa di fotografie di Sofia Uslenghi, in dialogo con quelle di Gabriele Basilico. A Montevarchi, il Museo Paleontologico accoglierà i Pollai di Vedovamazzei e il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento le opere di Gianni Lucchesi e il video X di Daniele Costa. Ancora, il Museo Venturino Venturi a Loro Ciuffenna diventerà la dimora di una selezione di scatti di Oliviero Toscani tratti dalla celebre serie Sentenced to death, cui si affiancherà l’opera A stenti di Alberto Agosti; infine, il Museo MINE, chiuso per lavori, diffonderà l’esposizione in tutto il paese di Cavriglia, grazie ai manifesti inediti di Michelangelo Pistoletto: un progetto di paradiso nella valle dell’Arno.

L’idea è quella di indagare il concetto stesso di museo: come una casa universale, al pari di una gabbia dorata, il museo circoscrive il tempo e lo spazio; sospende gli oggetti in una dimensione altra; esplora le ambiguità di un confine che è nello stesso tempo protezione e limite. È proprio entro i confini del museo che è possibile superare ogni barriera: l’opera d’arte – divergente, se non eversiva – si offre come viatico per evadere dalle costruzioni e costrizioni dell’uomo, come passe-partout per uscire dalle prigionie del pensiero cogliendo la vertigine di una visione aperta, profonda, sorprendente, in grado di scardinare ogni schema, maglia, struttura o sovrastruttura.

Nell’ambito di questa dialettica il museo, le sue collezioni e le sue mostre – di cui questa intende essere un significativo esempio – si pongono come luoghi in cui indagare il senso del nostro essere-nel-mondo. In questa mostra artisti di provenienza, generazione e ambiti diversi si interrogano sulla casa come archetipo, ma anche come metafora della nostra mente. Casa o prigione? Il titolo di questa mostra fa riferimento al manifesto di Maurizio Cattelan con una pistola e la frase “Ribellati – l’unica prigione è la tua mente”, censurato a Milano. Cattelan ci poneva di fronte a un dubbio: perché quell’arma ci indigna, mentre ormai le immagini quotidiane di violenza e morte nel mondo non lo fanno più? Ogni giorno vediamo fotografie e video violentissimi, ma ci siamo abituati. Siamo assuefatti. Gli artisti in mostra dunque ci parlano proprio del museo come casa: luogo che viviamo ogni giorno, ma di cui non ci accorgiamo più. Quegli spazi espositivi forse non dovremmo darli per scontati.

La mostra è concepita come un percorso diffuso: dopo il primo biglietto a pagamento, tutti gli altri ingressi saranno ridotti. L’ingresso a Casa Masaccio e la visione dell’opera di Cavriglia sono gratuiti.  A tutti coloro che visiteranno tutte le sedi della mostra sarà riservato un ricordo speciale.

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Biografie degli artisti

Valerio Berruti nasce ad Alba nel 1977 e, finiti gli studi di liceo, acquista una piccola chiesa seicentesca sconsacrata a Verduno adibendola a proprio studio. Noto per il suo stile distintivo, che unisce il disegno e la pittura in opere evocative che esplorano temi psicologici e sociali, si laurea al DAMS di Torino. Fin dalle sue prime esposizioni personali e collettive, Berruti presenta immagini essenziali e assolute, che indagano in modo scrupoloso e intenso i temi degli affetti, della quotidianità, della memoria e dei legami familiari. Partecipa alla 53ª Biennale di Venezia (2009) con La figlia di Isacco, video-animazione di 600 disegni con musiche di Paolo Conte e, sempre nel 2009, la sua opera I can fly viene utilizzata come copertina del disco Angoli nel cielo di Lucio Dalla.

Leandro Erlich vive e lavora tra Parigi, Buenos Aires e Montevideo. Ha iniziato la sua carriera professionale a diciotto anni con una mostra personale presso il Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires e, dopo aver ricevuto diverse borse di studio (El Fondo Nacional de las Artes, Fundación Antorchas), ha proseguito gli studi al Core Program, una residenza per artisti a Houston (Glassell School of Art, 1998) dove ha sviluppato le celebri opere Swimming Pool e Living Room. Nel 2000 ha partecipato alla Biennale di Whitney con Rain e nel 2001 ha rappresentato l’Argentina alla 49° Biennale di Venezia con Swimming Pool, l’opera emblematica che fa parte della collezione permanente del 21st Century Museum of Art di Kanazawa (Giappone) e del Voorlinden Museum (Paesi Bassi).

Sofia Uslenghi nasce nel 1985 a Reggio Calabria, metà famiglia originaria di Gerace e metà di Messina. Infanzia sullo Stretto, adolescenza a Brescia, università a Parma, oggi vive a Milano. Inizia a fotografare a vent’anni scoprendo che la fotografia è il suo mezzo per indagare la propria storia personale. Si concentra sull’autoritratto, lavorando su sovrapposizioni che stratificano e amalgamano i diversi aspetti della sua storia, dei suoi luoghi di origine e delle persone che ne hanno fatto parte. Nel suo lavoro include mappe, fotografie satellitari, visioni stradali e aerei, elementi che consentono virtualmente di tornare nella propria “geografia domestica”, dove è nata e dove sente di aver lasciato qualcosa di sé. Il lavoro continua ogni volta che decide di cambiare casa e città, adottando la fotografia come deposito dinamico di luoghi, ricordi, immagini.

Gabriele Basilico (1944-2013) è stato uno dei maggiori fotografi italiani ed è considerato uno dei maestri della fotografia italiana ed europea contemporanea. All’inizio della sua carriera si dedica all’indagine sociale e a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘80 l’influenza degli studi in architettura si fa progressivamente spazio nella sua fotografia. All’interno della sua vasta opera di riflessione sulle trasformazioni dei territori urbanizzati, si concentra sul passaggio dall’era industriale a quella post-industriale. In questo contesto, il tema della città – intesa come un prodotto complesso e raffinato dell’economia e della storia – occupa un posto centrale. Fotografare gli spazi urbani per Basilico non è semplicemente un esercizio di estetica o di lettura armonica delle forme; le sue immagini cristallizzano l’opera dell’uomo e le trasformazioni sociali ed economiche sul territorio.

Daniele Costa nasce a Castelfranco Veneto nel 1992. Avvia la sua pratica artistica nel 2014 dedicandosi prevalentemente al video. Dopo la laurea di primo livello in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo all’Università di Padova, completa gli studi in Arti Visive nel 2017 presso l’Università IUAV di Venezia. La ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano, in due direzioni di introspezione personale: da una parte il funzionamento interno, basato su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra la singolarità umana, il rapporto dell’individuo con la storia e con il mondo. I suoi progetti sono stati presentati in diversi contesti espositivi come il MAXXI di Roma, la Fondazione Spinola Banna e la GAM di Torino, la National Gallery of Art di Tirana (AL), la House of King Peter I Belgrado (RS), il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco (SKG), Artevisione Careof e Sky Arte (Milano), la Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia).

Gianni Lucchesi nasce a Pisa nel 1965. Inizia la sua attività artistica nel 1985 e partecipa numerose mostre ed eventi di rilievo sia nazionale che internazionale come l’Art Fair di Berlino e la Biennale d’arte contemporanea di Casablanca in Marocco, vince concorsi d’arte contemporanea e realizza opere pubbliche. Nel 2018 e nel 2019 lavora per il Teatro del Silenzio di Lajatico collaborando con il direttore artistico Alberto Bartalini e il curatore Carlo Alberto Arzela. Il suo lavoro è da sempre animato dal desiderio di tradurre visivamente le riflessioni scaturite dall’indagine della psiche e degli stati emotivi dell’individuo. Le opere esplorano la relazione tra il singolo e il suo mondo interiore, così come il rapporto con gli altri e l’ambiente circostante. Attraverso metafore visive che attingono a linguaggi universali, esiti di una ricerca artistica e spirituale, Lucchesi riesce a dare forma, volume e colore alle emozioni.

Simeone Crispino e Stella Scala, meglio conosciuti come Vedovamazzei, vivono e lavorano a Milano. Artisti complessi, estremamente prolifici, sono impossibili da inquadrare in un filone tematico, in una scia formale, in un unico metodo di lavoro. Il loro corpus di più di 900 opere testimonia un lavoro continuo di studio, ricerca e confronto, sostenuto anche da committenze straordinarie. Le loro opere, dai disegni su carta alle installazioni monumentali che hanno viaggiato per il mondo, hanno la forza di imprimersi nella retina dei fruitori. Rifuggendo la purezza di forma e contenuto ma anche il solo scatto d’intelligenza, il ghigno tristo della trovata, i Vedovamazzei vedono l’ironia in modo carnale, presentando i propri riflessi corporei, esponendo tutto il fuori misura che li contraddistingue, affrontando temi universali con originalità e acume.

Oliviero Toscani, figlio di Fedele, primo fotoreporter del Corriere Della Sera, è nato a Milano nel 1942 e ha studiato fotografia e grafica alla Kunstgewerbeschule di Zurigo. Conosciuto internazionalmente come la forza creativa di famosi giornali e marchi internazionali, autore celeberrimo di immagini corporate e campagne pubblicitarie. Nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, il centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna. Dopo più di tre decadi di innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione, ora si interessa di creatività della comunicazione applicata ai vari media, lavorando nel suo nuovo centro di ricerca chiamato La Sterpaia, Bottega dell’Arte della Comunicazione. Tra gli ultimi progetti: la collaborazione con il Ministero della Salute, con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e alcune campagne di interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne, al randagismo.

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Alberto Agosti nasce a Piacenza nel 1997 e attualmente vive a Milano. Dopo il diploma al Liceo Classico frequenta l’università Central Saint Martins di Londra. Nel 2019 si trasferisce a Parigi per assistere l’Art Director di Christian Louboutin e l’anno successivo torna a Londra per collaborare con lo stylist Ibrahim Kamara. Nel 2021 conclude la laurea in Fashion Communication and Promotion e presenta il suo progetto di laurea sulla piattaforma digitale Show Studio di Londra. Agosti lavora attualmente da Gucci nel team di Art Direction.

Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. La sua prima produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Pistoletto raggiunge in breve riconoscimento e successo internazionali, che lo portano a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti. Tra il 1975 e il 1976 realizza a Torino un ciclo di dodici mostre, mentre dal 1985 al 1989 crea la serie chiamata volumi “scuri”. Nel 2004 l’Università di Torino gli conferisce una laurea ad honorem e nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize of Art per la sua carriera costantemente creativa e prolifica, intensa anche sul piano educativo e sociale. Negli stessi anni dà vita al segno e alla poetica del Terzo Paradiso, diffusi negli anni successivi in tutto il mondo. I lavori di Pistoletto sono caratterizzati da una sperimentazione senza fine e dall’integrazione dello spettatore e della vita nella realtà dell’opera













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