Nessuna libreria, nessuna attività commerciale, nessuno spazio per attirare start up o associazioni di volontariato: i sottopassi pedonali di Roma verranno gradualmente chiusi. Ma non con banali cancellate: saranno tombati.
Roma tomba i suoi sottopassi
La decisione arriva dall’assessorato ai Lavori Pubblici, con una memoria di giunta firmata Ornella Segnalini approvata nei giorni scorsi e che da qui a un anno potrebbe portare all’inizio vero e proprio dei cantieri. Luoghi abbandonati, per lo più bui, scarsamente utilizzati dai pedoni, sporchi, insicuri. I sottopassi sono un retaggio del boom economico italiano, di una città in cui bisognava favorire l’automobile e spingere le persone sotto terra. Ma da tempo le cose sono cambiate, almeno in parte.
Serviranno 570mila euro
E così il progetto di Segnalini è quello di riempire gli accessi di un materiale “betonabile”, lo stesso usato per le voragine, che permetta di realizzarci sopra piste ciclabili, marciapiedi e segnaletica orizzontale. Per ora il dipartimento lavori pubblici ha a disposizione 70mila euro per la progettazione, che si può considerare già in fase di realizzazione con i primi sopralluoghi che partiranno a breve. Per i cantieri, ce ne vorranno altri 500mila circa, da chiedere in fase di discussione di bilancio previsionale.
Luoghi pericolosi e abbandonati
D’altronde la cronaca stessa degli ultimi anni ha fatto accendere sempre di più i riflettori sulla pericolosità dei sottopassi pedonali. Nel 2017 una donna, cittadina brasiliana, venne trovata morta con ferite alla testa all’interno del sottovia “Ignazio Guidi” a Porta Pia. A settembre scorso, a poca distanza dal luogo dell’omicidio, in piazza della Croce Rossa, un’altra donna è stata rapinata e violentata all’interno del sottopasso. Nell’ottobre 2023, invece, nel tunnell di via Decio Mure al Quadraro scoppiò un incendio, riaprendo il caso di un luogo totalmente in mano a sbandati, tossicodipendenti e degrado che l’amministrazione municipale vorrebbe venisse riqualificato. Il sottopasso che si trova tra via Salaria e Prati Fiscali, benché agibile, non viene mai utilizzato e ciclicamente necessita di bonifiche per la quantità di rifiuti di ogni genere che si accumulano al suo interno.
Quanti ce ne sono a Roma
In totale il dipartimento lavori pubblici ha la gestione di 24 sottopassi pedonali e 38 uscite di emergenza all’interno delle gallerie di Roma. Ma la maggior parte sono ormai obsoleti e rappresentano solo una spesa per l’amministrazione. Sono stati chiusi da cancellate e sostituiti da strisce pedonali, se non anche da semafori. L’obiettivo della memoria di giunta è quindi quello di farli sparire, recuperando anche spazio urbano di superficie.
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Dove inizieranno i tombamenti
I primi tre individuati, che entro fine 2025 verranno gradualmente tombati, sono quello in via Acireale 33 (otto ingressi su strada), il sottopassaggio pedonale sulla Tangenziale Est tra via Salaria e via delle Valli e quello tra via Cristoforo Colombo e via Costantino. Nel mirino anche via Campania e quelli sulla via Olimpica, ma in questo come in altri casi il Comune dovrà chiedere l’autorizzazione al dipartimento mobilità. A luglio è iniziata la chiusura definitiva degli accessi in piazzale di Porta Pia, ma il discorso sul sottovia “Ignazio Guidi” è ancora da affrontare.
Il “caso” del sottovia “Ignazio Guidi”
Nel settembre 2021, infatti, le entrate/uscite pedonali della galleria sono state dichiarate “uscite d’emergenza”. Ma non lo sono. Come spiegano dall’assessorato ai Lavori Pubblici, erano nate a scopi funzionali, per esempio per raggiungere le fermate degli autobus che non passano più nella galleria. Nei primi mesi del 2022 l’assessora Segnalini ha deciso di approfondire la natura e la funzionalità di questi accessi, prospettandone la chiusura: “La normativa vigente – spiegano dall’assessorato – non obbliga ad avere uscite di emergenza per gallerie urbane sotto un chilometro di lunghezza, e il sottovia Ignazio Guidi è inferiore a questa misura, oltre ad avere diverse parti a cielo aperto”. È stata quindi avviata un’interlocuzione con i vigili del fuoco per valutare l’eventuale chiusura.
Segnalini: “Così recuperiamo spazi urbani per i pedoni”
“La cura delle città è un lavoro che si effettua nel quotidiano – fa sapere Segnalini – e che al tempo stesso richiede progettazione. I lavori stradali che ormai vanno avanti da tra anni ne sono un esempio, come lo sono le grandi opere che stiamo realizzando con il Giubileo. Nel pensare la città, in tutte le sue declinazioni vogliamo anche a restituire spazio ai pedoni, superando una vecchia concezione secondo la quale i pedoni dovevano andare sotto terra per lasciare la strada alle macchine. A Porta Pia abbiamo già realizzato un primo tombamento che ci ha permesso di allargare i marciapiedi ed estendere la ciclabile. La città deve essere un luogo inclusivo e per tutti”.
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