Gli investimenti in agricoltura fanno rotta al Sud. Entra nel vivo la partita relativa al credito di imposta per gli acquisti di beni strumentali nuovi da parte di imprese agricole e del settore della pesca e dell’acquacoltura che operano nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Sicilia, Sardegna e Molise.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha firmato infatti un provvedimento che fissa al 100% il credito di imposta a favore delle aziende che hanno effettuato investimenti. Il budget a disposizione è di 90 milioni. Si tratta di un’agevolazione (il credito può essere utilizzato in compensazione delle imposte e dei contributi previdenziali con il modello F24) introdotta dalla Finanziaria del 2016 ma estesa all’agricoltura nel 2024 per acquisti effettuati nel 2023.
Accelerare per evitare ritardi: l’eredità di Fitto sui fondi
LE SCADENZE
Non si tratta però dell’unico strumento finalizzato a supportare la spinta all’innovazione delle imprese delle regioni meridionali. Il settore agricolo rientra infatti anche nelle agevolazioni fiscali riservate agli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno-Zes unica. Il decreto legge 124 del 2023 agli articoli 16 bis e 16 prevede misure per l’agricoltura e per la trasformazione.
Nel primo caso si tratta di ammodernamenti delle aziende della produzione primaria e del settore forestale e nelle micro e Pmi della pesca e acquacoltura con una disponibilità di 40 milioni. Le domande vanno presentate entro il 17 gennaio e riguardano investimenti relativi al periodo da maggio a novembre 2024. Per le imprese di trasformazione e dell’agroindustria (articolo 16) il budget è di 3,4 miliardi per interventi realizzati da gennaio a novembre 2024.
Un tris di provvedimenti mirato esclusivamente all’agricoltura e all’agroindustria del Mezzogiorno che stanno compiendo in questi ultimi anni un importante salto di qualità sulla strada dell’innovazione e dell’hi tech. È comunque possibile l’accesso anche a un altro set di interventi per l’agricoltura, anche se non blindati al Sud. Si spazia dagli investimenti 4.0 e 5.0 alla nuova Sabatini, rifinanziata dalla Legge di Bilancio per il 2025, e che risulta molto gettonata dagli agricoltori per rinnovare il parco macchine fino ai bandi Isi dell’Inail che puntano a nuove macchine per garantire una sempre maggiore sicurezza nei campi. Con l’asse Agricoltura dei bandi Isi tra il 2016 e il 2022 i progetti presentati dalle aziende agricole per accedere ai fondi destinati alla sostituzione di trattori e macchinari con mezzi moderni, più sicuri e meno inquinanti, sono stati oltre 28mila. Il bando 2023, in particolare, ha aumentato lo stanziamento a 90 milioni, 55 milioni in più rispetto ai precedenti, per ampliare la platea delle imprese beneficiarie.
Il boom di investimenti motore dell’economia
Tutto converge verso l’obiettivo di valorizzare l’agroalimentare italiano indicato tra le priorità del Governo Meloni che ha puntato molto sul Sud come motore per il rilancio del Paese. Anche e soprattutto per l’agricoltura. E il primo passo è l’innovazione, strategica per contrastare i cambiamenti climatici e assicurare la produzione alimentare. Un tema che è stato al centro del Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione della Coldiretti che si è chiuso ieri. Il presidente dell’organizzazione agricola, Ettore Prandini, ha ricordato che gli investimenti hanno raggiunto 2,5 miliardi, ma «occorre arrivare – ha detto – a 6 miliardi entro il 2030». Per Prandini è necessario che l’Unione europea scenda in campo su questo fronte perché per quanto riguarda l’IA l’Italia, come tutti i singoli Paesi, non potrà mai competere da sola con giganti come gli Stati Uniti e la Cina. Sono necessarie più risorse e una strategia unica.
Il nostro Paese sta comunque correndo verso un modello agricolo all’avanguardia. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood nell’ultimo anno la crescita degli investimenti è stata del 19% e oggi in oltre un milione di ettari vengono impiegate le nuove tecnologie che consentono di ottimizzare l’uso di risorse fondamentali e scarse come l’acqua e migliorare l’efficienza delle operazioni grazie alle attrezzature della “precision farming”. Mentre già si guarda all’Intelligenza artificiale che è realtà, per esempio in Campania dove è stata adottata dal Consorzio della Mozzarella di bufala Dop.
E a favore di una diffusione dell’hi tech in campagna si sono dichiarati anche i cittadini. Da un’indagine Censis/Coldiretti è emerso infatti che l’89% degli italiani ritiene prioritaria la realizzazione di investimenti pubblici con particolare attenzione a quelli destinati a finanziare nuove tecnologie, inclusa l’IA per «potenziare l’agricoltura italiana, un settore vitale».
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