Nuova azione dei collettivi alla Sapienza di Roma. Gli studenti di Cambiare rotta hanno occupato il tetto della facoltà di Lettere e hanno annunciato un’assemblea per combattere contro “la guerra, i tagli e la riforma Bernini”. La consueta sceneggiata tra megafoni e tende, questa volta arricchita dalla sagoma di un asino con sopra la scritta“ministra Bernini”, per insultare colei che guida il dicastero dell’Università. Sulla facciata dell’ateneo, invece, uno striscione che recita: “Israele ci porta alla guerra. Fermare Escalation”.
Dopo gli scontri tra collettivi rossi e studenti di destra – con un vigilante ferito alla testa con un sasso – ecco il nuovo blitz alla Sapienza. Il ritornello è sempre lo stesso:“Il sistema universitario italiano continua a sprofondare sotto i colpi dei tagli, della aziendalizzazione e dell’integrazione con l’industria bellica. Facciamo appello agli atenei di tutta Italia: è ora di alzare la testa contro questa ‘ministra somaro’ e il suo Governo”. Poi i manifestanti hanno annunciato la loro presenza al corteo nazionale al fianco della Palestina e contro la complicità con Israele in programma sabato, e ancora nelle piazze contro l’autonomia differenziata e contro il DDL 1660, al fianco dei lavoratori che incrociano le braccia e contro le precettazione e la repressione delle lotte, fino allo sciopero generale e generalizzato del 13 dicembre. Un bel minestrone.
Come anticipato, cori e slogan riguardano soprattutto il premier Meloni e la ministra Bernini. Quest’ultima avrebbe mentito agli studenti sostenendo che non ci saranno tagli: “Ma mancano 700 milioni di euro al fondo di finanziamento ordinario rispetto all’anno scorso, mentre nei nostri atenei servono fondi strutturali per l’edilizia e ci si appresta a chiudere i corsi definiti ‘poco produttivi’”. Bernini nel mirino anche per la precarietà del mondo universitario, per il numero chiuso per entrare a Medicina e molto altro: “La ministra ha mentito ai suoi studenti quando ha promesso 60.000 nuovi posti letto in studentato mentre il suo governo dirottava i fondi PNRR su altri progetti, ma permetteva ugualmente ai privati di accaparrarsi i fondi pubblici per la costruzione di alloggi.
La nuova riforma del preruolo insieme a quella dei 60 CFU renderà sempre più difficile per tanti universitari l’accesso a un lavoro stabile e con paghe dignitose”. Per il momento nessun commento dalle istituzioni, ma non tarderà ad arrivare la solidarietà e il sostegno della sinistra…
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