Nel terzo trimestre del 2024, il tasso di sforzo per affittare una casa in Italia è aumentato del 2,9% rispetto all’anno precedente. Secondo uno studio di idealista, portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia, la quota di reddito familiare necessaria per affittare un’abitazione con due camere da letto è salita dal 27,4% del 2023 al 30,3% nello stesso periodo del 2024.
Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi; “il crescente tasso di sforzo per gli affitti in Italia è legato a diversi fattori strutturali ed economici. L’aumento dell’inflazione sta comprimendo il potere d’acquisto delle famiglie, aggravando la situazione per chi è soggetto all’adeguamento annuale del canone di locazione. La situazione è ulteriormente aggravata nei centri urbani con una forte presenza di affitti brevi o temporanei, spesso destinati a turisti. In queste aree, i residenti locali devono affrontare una concorrenza indiretta, trovandosi a sostenere uno sforzo economico nettamente superiore per affittare un’abitazione”.
Capoluoghi
In Italia, dieci capoluoghi presentano un tasso di sforzo per l’affitto superiore alla media nazionale del 30,3%. Tra le principali città, spiccano Napoli (44,9%), Firenze (40,1%), Venezia (39,6%), Milano (37,9%) e Roma (37,2%), a conferma del peso significativo degli affitti nei grandi mercati immobiliari.
Anche altri centri registrano valori elevati, tra cui Massa (41,6%), Como (40,2%), Verbania (34%), Vicenza (33,7%) e Brescia (31,3%).
Nelle restanti 84 città italiane, il tasso di sforzo si colloca sotto la media nazionale, con valori che vanno dal 30,2% di Bologna al 12,8% di Biella, il capoluogo più accessibile per chi cerca un’abitazione in affitto.
Rispetto al terzo trimestre del 2023, il peso economico degli affitti è aumentato in 59 capoluoghi. Gli incrementi maggiori si registrano a Lucca (9,4%), Verbania (8,7%), Firenze (7,3%) e Napoli (7,1%). Anche Roma ha registrato un aumento del 2%, mentre Milano si distingue per una riduzione del -3,7%, insieme ad altri 28 capoluoghi che mostrano un calo.
Province
Rimini guida la classifica delle province italiane con il tasso di sforzo più alto per l’affitto, che raggiunge il 60%, un valore che indica una forte pressione economica sulle famiglie. Seguono Ravenna (53,7%), Aosta (53,1%), Lucca (47,8%) e Milano (43,7%), tutte sopra la soglia considerata sostenibile dagli esperti di economia familiare, pari al 30% del reddito.
Anche altre importanti aree provinciali, tra cui Venezia (37,6%), Firenze (37,6%), Roma (35,9%) e Napoli (30,6%), registrano tassi di sforzo elevati. Questo evidenzia le difficoltà economiche diffuse nelle zone urbane più dinamiche, dove l’aumento dei canoni di locazione non è bilanciato da una crescita proporzionale dei redditi.
Sul lato opposto della classifica, le province con tassi di sforzo inferiori alla media nazionale del 30,3% includono Verbano-Cusio-Ossola (29,6%), con Biella (13%) che si distingue come la provincia più accessibile per chi cerca casa in affitto.
Il tasso di sforzo è aumentato in ben 75 province rispetto allo stesso periodo del 2023, con gli incrementi maggiori a Rimini (14,7%) seguita da Aosta (13,2%), Sondrio (10,2%) e Firenze (8%). Tra le principali aree metropolitane, Torino segna balzo del 4,6%, Napoli dell’1,8% e Roma solo dello 0,2%. In controtendenza rispetto all’andamento media generale la provincia di Milano ha segnato un calo del -1,9%. Complessivamente, 28 province hanno visto riduzioni del tasso di sforzo. Tra queste, spiccano Grosseto (-8,2%), Massa Carrara (-6,7%) e Lucca (-5,8%), a testimonianza di un allentamento delle pressioni economiche in alcune aree.
Sul fronte delle province, Nuoro e Rimini, entrambe con il 60%, fanno rilevare il tasso di sforzo più elevato per l’affitto, seguite da Ravenna (53,7%), Aosta (53,1%), Lucca (47,8%) e Milano (43,7%). Variazioni elevate anche per le province di Venezia (37,6%), Firenze (37,6%), Roma (35,9%) e Napoli (30,6%).
Le restanti province si posizionano al di sotto della media nazionale, con tassi di sforzo compresi tra il 29,6% di Verbano-Cusio-Ossola e il 13% di Biella, la provincia che registra l’indice di sforzo più ridotto per la locazione di un appartamento in Italia.
Rispetto al terzo trimestre 2023, sono 75 le aree provinciali che presentano aumenti del tasso di sforzo con gli aumenti maggiori a Nuoro (36,1%), Rimini (14,7%) e Aosta (13,2%). Per quanto riguarda Roma e Milano, l’hinterland della Capitale ha evidenziato un lieve aumento annuo (0,2%); mentre la provincia di Milano subisce un calo (-1,9%). Oltre a Milano, troviamo altre 27 province che registrano un ribasso del tasso di sforzo per l’affitto, con le diminuzioni più marcate che riguardano Grosseto (-8,2%), Massa Carrara (-6,7%) e Lucca (-5,8%).
Metodologia
Il tasso di sforzo misura il peso della casa sul potere d’acquisto della famiglia. In particolare, nel caso dell’affitto, presso idealista/data misuriamo il tasso di sforzo come la quota annuale del reddito netto medio della famiglia destinata a pagare l’affitto di una tipica casa con due stanze da letto (trilocale). I valori degli affitti provengono direttamente dalla fonte dati idealista, che contiene i prezzi per ogni città. I dati sul reddito netto familiare, invece, provengono dall’ISTAT.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link