Martedì l’intera diocesi ha celebrato e festeggiato San Bellino attorno alla sua basilica nel paese omonimo e a Rovigo della quale è patrono. Una giornata in ricordo di quel vescovo padovano che, secondo la tradizione, proprio nel nostro territorio, nei pressi delle boscaglie di Fratta, venne assassinato da dei sicari per la sua fervente carità in difesa dei più poveri.
“Anche San Bellino è stato vescovo in un tempo di cambiamenti profondi e ha lavorato per la riforma della sua Chiesa: per questo nonostante la distanza temporale che ci separa da lui, possiamo sentirlo vicino e invocare con fiducia il suo aiuto”, ha sottolineato il vescovo Pierantonio Pavanello, nell’omelia della messa celebrata nella basilica che conserva le spoglie del santo.
Il pomeriggio è proseguito con un incontro, ripreso dopo vari anni e alla luce delle recenti elezioni amministrative, tra il vescovo e gli amministratori locali, sindaci e rappresentanti del territorio. “Chiesa e istituzioni della società civile possono e debbono lavorare per il bene della comunità, pur nella distinzione dei diversi ambiti e competenze”, ha esordito il vescovo nei locali del seminario di Rovigo, presentando, come legante e filo conduttore, un’opera d’arte speciale: “Nella vetrata troviamo Matteotti, nel centenario della morte, e San Bellino, personaggi diversissimi ma accomunati dalla stessa passione per promuovere e difendere la dignità umana in un territorio come il nostro fragile dal punto di vista sociale ed economico, ma ricco di valori umani, storici e culturali”. Grazie all’esposizione della vetrata artistica in oggetto, realizzata dal vetraio Sandro Tomanin di San Bellino, Pavanello, rivolto ai sindaci ha proseguito su tre punti fondamentali di cambiamento della Diocesi, a cominciare dal trasferimento della Curia da via Sichirollo al Seminario, nella nuova forma della “casa della Diocesi”, alle parrocchie, alle scuole d’infanzia paritarie: “Con la formazione, negli ultimi vent’anni, delle unità pastorali e, recentemente, delle equipe di più sacerdoti, una forma nuova di chiesa si va profilando. E’ importante che come amministratori conosciate il processo in atto per non coltivare attese non più praticabili. In questo contesto, un problema molto delicato che coinvolge anche le amministrazioni comunali riguarda le strutture immobiliari delle parrocchie: è in atto un ridimensionamento alienando, dove possibile, quanto non serve più. In questo è molto importante tenere aperto un dialogo tra parrocchia e amministrazione” .
In merito alle scuole d’infanzia paritarie, ha sottolineato: “La Diocesi ha cercato in questi anni di supportare le parrocchie sostenendo le scuole là dove è ancora sostenibile il loro funzionamento e accompagnando alla chiusura quelle situazioni dove non c’è futuro: non sempre abbiamo trovato nelle amministrazioni adesione a questa logica, qualche volta è prevalsa una visione localistica”.
Altro nodo importante, la necessità di un dibattito condiviso e attivo, tra Chiesa e istituzioni sullo sviluppo del Polesine. “Mi sembra sia necessario lavorare ancora molto: se da un lato ci sono molte iniziative di carattere economico e imprenditoriale, si ha la sensazione che l’obiettivo a cui tendere sia quello di portare nuove industrie ad insediarsi nel nostro territorio, mettendo in secondo piano la natura dell’attività e la sua compatibilità con la storia e la conformazione del nostro territorio. Manca soprattutto una strategia per affrontare il problema cruciale della decrescita demografica. Inoltre va tenuta alta la guardia sul rispetto dell’ambiente, con riferimento anche all’impiego del suolo”.
Il vescovo ha poi sottolineato l’importanza di affrontare le sfide, che tutti, preti, operatori pastorali, sindaci e amministratori, vivono quotidianamente, con spirito di novità. “Mi piace anche sottolineare come nella nostra realtà vi siano parecchi giovani impegnati nei consigli comunali e nelle amministrazioni. Ho avuto un’impressione molto bella del loro entusiasmo e del loro desiderio di servire le loro comunità. Questi giovani sono la speranza del Polesine e spero che trovino in voi le guide di cui hanno bisogno”.
Col calar della sera, tra i fiocchi rossi nelle vetrine dei negozi e quelli al collo degli amici a quattro zampe, la festa cittadina è culminata con la messa solenne alla presenza delle autorità nel Duomo. E il vescovo ha ricordato l’inizio della visita pastorale alla Diocesi che partirà da Adria domenica prossima. “Oltre agli incontri con le comunità – ha rimarcato – vorrei riuscire a coinvolgere alcuni fedeli per tentare assieme di incontrare persone che non sono abituali frequentatori della parrocchia, ma che sono disponibili ad un dialogo e ad un confronto. Vorrei in questo modo tracciare la strada per un atteggiamento nuovo più missionario, meno chiuso e autoreferenziale”.
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