Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Maurizio Miceli, traccia un bilancio impietoso della situazione amministrativa al Comune di Trapani. Tra ritardi, mancanza di programmazione e sprechi, emerge un quadro critico che rischia di pesare sulle prospettive della città. Ecco cosa ci ha detto.
Consigliere Miceli, il bilancio comunale sembra essere un tema critico. Che quadro emerge dal ritardo nell’approvazione del rendiconto 2021, avvenuta solo nel dicembre 2023?
La situazione è a dir poco allarmante. Quando si approva un rendiconto con due anni di ritardo rispetto alle scadenze di legge, si evidenzia un’incapacità gestionale profonda. La giunta Pd, per giustificare questi ritardi, ha puntato il dito contro la vicenda di Misiliscemi e la carenza di personale, ma la realtà è diversa. Il problema non è tanto tecnico quanto politico: mancano programmazione, controllo e una gestione efficiente. È una negligenza sistematica.
Quali responsabilità attribuisce all’amministrazione comunale?
La nota inviata al consiglio comunale e alla giunta dal dirigente contabile, il dottor Petrusa, è un documento che parla chiaro. Non possiamo più accettare che l’ufficio finanziario venga usato come capro espiatorio. L’amministrazione ha impoverito un settore cruciale, trasferendo personale altrove e lasciando scoperto il fulcro dell’azione amministrativa. Questo ha portato a disorganizzazione, lentezza e ritardi nei bilanci, che poi si ripercuotono sull’intera macchina comunale.
A proposito di bilanci, il consolidato 2022 è stato approvato solo un mese fa. Ci sono criticità specifiche?
Sì, e sono molto gravi. Ci sono dubbi sulla trasparenza e sulla coerenza di alcuni dati, soprattutto quelli relativi alla partecipata Trapani Servizi, che l’amministrazione Pd ha trascurato negli anni. La gestione superficiale di questa partecipata riflette un modus operandi che penalizza l’efficienza e la sostenibilità economica del comune.
Con il rendiconto 2023 in ritardo e il consolidato 2023 ancora da approvare, quali saranno le conseguenze?
Le conseguenze sono gravissime. Se non si approvano i bilanci entro il 31 dicembre, non si potrà procedere con la prima tranche di assunzioni prevista nel PIAO, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione. Già ora, a causa di sette anni di mancata programmazione, nei prossimi due anni il Comune riuscirà a effettuare solo una trentina di assunzioni, sufficienti appena a coprire i pensionamenti e i trasferimenti verso Misiliscemi. Questo significa che gli uffici continueranno a lavorare in condizioni critiche, senza il personale necessario per garantire servizi adeguati ai cittadini.
Come valuta il lavoro dell’opposizione su questo tema?
Il nostro compito è fare un controllo rigoroso. Stiamo analizzando voce per voce il bilancio, verificando spese incongrue, sprechi e debiti fuori bilancio evitabili. Il nostro obiettivo è elaborare un giudizio chiaro su quanto fatto nel 2023 e denunciare i danni arrecati dalla giunta Pd. Vogliamo che i cittadini sappiano la verità, senza sconti.
Cosa proponete per il futuro?
La nostra visione è chiara: serve un progetto alternativo che rilanci Trapani con conti in ordine, uffici funzionanti e una programmazione seria. L’amministrazione Pd ha dimostrato di essere inadeguata, e ora è il momento di costruire insieme alla città un modello di sviluppo sostenibile. Nessuna accozzaglia politica, solo proposte concrete per il bene dei cittadini.
In conclusione, qual è il messaggio ai cittadini di Trapani?
Trapani merita di più. Il nostro impegno è quello di vigilare, denunciare e proporre soluzioni che guardino al futuro. Non possiamo permettere che l’incapacità politica degli ultimi anni comprometta lo sviluppo della nostra città. Insieme, possiamo riportare Trapani sulla strada giusta.
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