Si è tenuto,oggi pomeriggio presso l’Aula Magna del Tribunale di Avellino, il convegno dal titolo “Metamorfosi di una Ferita: Riflessioni sulla violenza contro le donne”. L’evento è stato organizzato dal Comitato per le Pari Opportunità del COA di Avellino per celebrare la giornata internazionale della violenza contro le donne e ha visto la partecipazione di autorevoli figure istituzionali e personalità di rilievo nazionale, impegnate in prima linea nella lotta contro la violenza di genere.
A moderare l’incontro l’ avvocatessa Giovanna Perna, Presidente del Comitato Pari Opportunità del COA di Avellino, che ha introdotto gli interventi di autorevoli relatori e ha offerto un intervento significativo sulle diverse sfaccettature della violenza e sull’importanza di un’azione culturale e legislativa incisiva per contrastarla.
“Il Comitato per le Pari Opportunità ha fortemente voluto questo incontro, perché riteniamo fondamentale parlare di femminicidio, ma non solo: è necessario affrontare tutte le forme di violenza”, ha affermato l’Avvocatessa Perna. Ha posto l’accento su come la violenza non sia solo fisica, ma comprenda anche manifestazioni più moderne e subdole, in particolare tra gli adolescenti, che vivono le loro relazioni sempre più mediate da modalità digitali.
L’urgenza di sensibilizzare è alla base del coinvolgimento delle scuole in queste iniziative: “Abbiamo voluto che la scuola offrisse il suo contributo in un momento così importante. Bisogna educare non solo alla conoscenza, ma anche alla sensibilità emotiva, al rispetto e alla consapevolezza del sentimento”.
Inoltre di assoluta rilevanza per la penalista l’impatto dei social network: “Molte forme di violenza si concretizzano proprio attraverso l’uso dei social, e questo rappresenta una delle sfide più complesse da affrontare oggi”. La distorsione delle interazioni digitali, specie tra i giovani, amplifica il fenomeno, rendendo indispensabile un’azione integrata che parta dall’educazione e si estenda agli strumenti legislativi.
In questo contesto lapenalista ha ricordato l’importanza della recente “legge Roccella”, che ha ampliato i poteri delle autorità competenti, consentendo interventi più tempestivi ed efficaci: “Fortunatamente, abbiamo un sistema legislativo molto robusto. Con l’ultima riforma si sono dotate figure come i questori e i comandanti dei carabinieri di strumenti utili per intervenire prontamente”. Tuttavia, la normativa da sola non è sufficiente, ed è essenziale contrastare l’uso improprio delle nuove tecnologie per arginare il fenomeno.”Vogliamo proporre- ha sottolineato Perna – una chiave di lettura diversa: quella della rinascita”.
È fondamentale evitare che le donne vittime di violenza si sentano abbandonate o cadano vittime della cosiddetta “vittimizzazione secondaria”. “È necessario agire per garantire che, in quei momenti di sconforto, non prevalga la sensazione di abbandono”, ha sottolineato. Le vittime devono essere accompagnate in un percorso di guarigione completo, qualunque sia il tipo di violenza subita, per ritrovare la forza e il sostegno necessari alla loro rinascita.
L’impegno per un cambiamento culturale
In conclusione, l’Avvocato Perna ha ribadito l’importanza di un’azione congiunta tra istituzioni, scuole, professionisti e cittadini: “L’educazione al rispetto e alla consapevolezza è la chiave per prevenire e superare le dinamiche di violenza, offrendo alle vittime non solo protezione, ma anche la possibilità concreta di ricostruire la propria vita”.
prefetto Rossana Riflesso a porre l’accento sull’importanza di portare testimonianze di donne vittime di violenza che sono riuscite a liberarsi del loro carnefice “E’ fondamentale coinvolgere le scuole per educare le nuove generazioni. Quello che manca, però, è l’intervento nei confronti delle famiglie. Se gli studenti tornano a casa e si trovano di fronte ad un ambiente violento non cambierà mai il loro modo di rapportarsi all’universo femminile, di concepire le relazioni di coppia”. Il procuratore della Repubblica Domenico Airoma parla di un fenomeno criminale che è “spia di un disagio profondo, di un malessere che viviamo nella società di oggi. Ad essere in discussione è l’uomo. Assistiamo a un mutamento antropologico, a un problema che ha radici culturali e spirituali. Lo conferma il dato che arriva dalle statistiche relative agli episodi di violenza, gli autori di questi crimini sono eterogenei per età, censo ed estrazione culturale”. Il questore Pasquale Picone pone l’accento sui pericoli legati al ricorso al codice rosso “Il rischio è che ogni denuncia si trasformi in un codice rosso mentre esistono forme di tutela diverse da quelle giudiziarie. Penso agli ammonimenti, ad interventi in chiave preventiva per ridurre i procedimenti penali. Certo, è fondamentale che le donne denuncino e che gli uomini acquistino consapevolezza che la società patriarcale non esiste più”.
A sottolineare la necessità di mantenere accesi i riflettori sul fenomeno tutto l’anno il comandante del reparto operativo dei Carabinieri Amedeo Conzales, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Avellino Fabio Benigni e di Biancamaria D’Agostino, consigliere nazionale forense. Una riflessione, la loro, che ha passato in rassegna le molteplici forme di violenza con cui le donne devono fare i conti, per poi ripercorrere l’evoluzione del diritto che ha cancellato norme discriminatorie, dal delitto d’onore al matrimonio riparatore. “RAl divario retributivo – spiega D’Agostino – si affianca la difficoltà per le donne di conciliare famiglia e carriera a causa della mancanza di strumenti e servizi adeguati”. Dalla dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Fiorella Pagliuca l’appello a non lasciare sola la scuola “Le istituzioni scolastiche hanno una grande responsabilità nella prevenzione delle forme di violenza e nella presa di coscienza collettiva del fenomeno ma non possono fare tutto da sole, devono lavorare in sinergia con le istituzioni, cercando di promuovere una trasformazione della società. La stessa scuola deve ripensarsi profondamente in un contesto sociale profondamente complesso, in cui sono pochi i punti di riferimento per i ragazzi e le famiglie fanno fatica a svolgere il loro ruolo e a mantenere fede al patto educativo. Di qui l’importanza di mettere lo studente al centro, di partire dalle sue esigenze”.
A ribadire la necessità di denunciare e di vigilare su sempre nuove forme di violenza il vicesindaco Marianna Mazza.
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