L’osservatorio di facile.it stima un aumento del 14% delle richieste di finanziamenti. La conferma il 4 dicembre dall’Agenzia delle Entrate che renderà noti i dati delle vendite residenziali nel terzo trimestre 2024
Continua il calo dei tassi per i mutui, anche in vista della prossima riunione della Bce, calendarizzata per il 12 dicembre. L’Euribor a tre mesi, il tasso interbancario considerato il benchmark per i finanziamenti variabili, è sceso per la prima volta nel 2024 sotto il 3% e l’Eurirs, il parametro cui ricorrono le banche per prezzare i tassi fissi, si sta avvicinando, per le durate trentennali, al 2%. In questo quadro non stupisce l’aumento delle richieste di finanziamenti che l’osservatorio di facile.it stima nel 14% a consuntivo annuo.
L’aumento della cifra richiesta
Se a questo dato, in linea con quello di altri osservatori, si aggiunge anche quello dell’aumento della cifra richiesta (quasi 134 mila euro per facile.it) si può essere moderatamente ottimisti sulla ripresa anche del mercato immobiliare. Una prima conferma si potrà avere il 4 dicembre, quando l’Agenzia delle Entrate renderà noti i dati delle vendite residenziali nel terzo trimestre 2024. Usiamo l’avverbio moderatamente perché è ben difficile che l’aumento del 14% delle richieste di mutuo si possa tradurre in un incremento di pari entità dei rogiti, in primo luogo perché richiesta e concessione effettiva del mutuo non sono sinonimi e poi perché quell’incremento è dovuto in parte all’aumento delle surroghe.
La discesa dei tassi
La discesa dei tassi, anche di solo qualche decimo, invoglia chi ha un finanziamento a cambiare banca perché risparmia comunque. Diversa è la situazione per chi un mutuo non ce l’ha ancora e deve fare i conti con un potere d’acquisto abbattuto dalla fiammata inflattiva del 2022: per molti il punto non è risparmiare 50 euro al mese grazie a tassi minori (anche se ben vengano) quanto valutare se quello che rimane una volta pagato il mutuo basta per fare fronte a tutte le altre spese.
Le tipologie richieste
Per quanto riguarda le tipologie richieste la scelta per il fisso rimane plebiscitaria e, come abbiamo scritto qui, si tratta di semplice buon senso. In questa fase, pur con le prospettive della discesa di un altro punto (così si ricava dai forecast sull’Euribor) dei variabili nel 2025 il fisso rimane più conveniente e mette al riparo da qualsiasi sorpresa. Secondo le rilevazioni di facile.it un mutuo tipo da 25 anni oggi è offerto a un tasso fisso minimo del 2,71%, valore che scende al 2,49% se il mutuo è relativo a un immobile green. Per quanto riguarda i variabili, il tasso minimo è al 3,81%, che scende al 3,61% per il green.
Le prestazioni
La forbice tra le condizioni applicate alle case con ottima prestazione energetica e le altre appare destinata ad ampliarsi anche se di fatto le caratteristiche per accedere alle facilitazioni ce l’ha solo una piccola parte del patrimonio residenziale in Italia. Più vasta la platea dei giovani che potranno accedere fino al 2027 (come previsto dal disegno di Legge di Bilancio) al fondo Consap per i mutui. La discesa dei tassi per quella tipologia di finanziamento è di vitale importanza, perché per ottenere la garanzia statale ci sono limiti di reddito stretti (40mila euro di Isee familiare) e una riduzione della rata può permettere di rientrare nei parametri rata/reddito applicati dalle banche per dare il via libera alle domande di mutuo.
26 novembre 2024
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