Le parti civili chiedono 2 milioni di risarcimento
Dopo il pm hanno parlato gli avvocati di parte civile, che hanno chiesto circa 2 milioni di euro complessivi, pur sapendo che probabilmente non riceveranno nulla e che hanno concordato con la richiesta della massima pena. L’avvocato Nicoldemo Gentile, per la sorella Elena Cecchettin, ha ricordato che Giulia è stata la 105esima vittima di un femminicidio nel 2023, anno che poi si concluse con 118 donne uccise. «Numeri che non ha fatto nemmeno la criminalità organizzata – ha sottolineato – Giulia era una donna vorace di lettura e disegno, amava fare l’illustratrice, soprattutto di libri per l’infanzia, voleva raccontare la sua vita e a un certo punto gli è stato impedito. Filippo l’ha uccisa per gelosia, un motivo abietto e futile, che non è più tollerato dalla comunità». Il collega Stefano Tigani, per il padre Gino Cecchettin, si è concentrato molto sulla crudeltà, leggendo passi dell’autopsia che hanno evidenziato come Giulia abbia tentato a lungo di difendersi dall’aggressione, ben consapevole che stava per essere uccisa. «So che detto così suona strano, perché parliamo di un omicidio, ma Turetta ha usato più violenza di quella necessaria, c’è stata assenza di umana pietà – ha sottolineato – L’aggressione è durata mezz’ora, ci poteva essere un momento in cui il carnefice potesse tornare sui suoi passi. E poi Turetta ha continuato a prendersi gioco di tutti, forse perché si crede più intelligente: non si è mai pentito e non ha mai chiesto perdono, anche quando c’era Gino qui seduto in fianco a me e poteva farlo». «Giulia era una ragazza buona, poteva allontanarsi da Turetta, ma fino all’ultimo secondo ha cercato di aiutarlo – ha detto l’avvocato Antonio Cozza, legale della nonna Carla Gatto – Per la mia assista è stato qualcosa di innaturale vedere morire una nipote, non si può capire il dolore che ha vissuto e sta vivendo».
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