Un tessuto commerciale in sofferenza, a Prato, come nel resto d’Italia. I tanti bandoni giù, i fondi sfitti soprattutto nel cuore della città, nuove aperture che non riescono a mettere radici profonde. E’ la fotografia emersa dallo studio fatto da Confesercenti sulla desertificazione commerciale dei centri urbani, tema che sarà al centro dell’assemblea annunale di Confesercenti Prato, domani mattina in Camera di Commercio.
Presidente Stefano Bonfanti, sulla desertificazione Prato è in linea con i dati nazionali?
“Sì, putroppo. Rispetto al 2014 sono diminuite un po’ tutte le tipologie di imprese. Diciamo che reggono le panetterie, le tabaccherie e crescono, anche a Prato, i minimarket gestiti da stranieri, soprattutto indiani e pachistani”.
Il problema non è solo economico, è anche sociale. Le attività sono un presidio…
“Esatto. La desertificazione commericale è una ferita, anche per la stessa cittadinanza, i negozi sono sempre stati presidio sociale, specialmente nelle periferie. In centro molti fondi sfitti sono stati convertiti in garage per pagare meno Imu”.
Come invertire la rotta?
“Da parte di una regia pubblica potrebbe esserci un confronto con i proprietari. E occorrerebbero contributi a sostegno della nascita di nuove imprese. Servono iniziative a medie e a lungo termine anche perché oggi fare l’imprenditore è molto difficile. Pensiamo all’accesso al credito…Noi come Confesercenti attraverso la Cassa del Microcredito ci siamo dotati di una procedura smart per finanziare i giovani e le donne. Sono finanziamenti che richiedono meno burocrazia di quella richiesta dalle banche”.
Abbiamo scritto tante volte anche su La Nazione di attività storiche che chiudono per mancanza di ricambio generazionale…
“E’ così. Noi dobbiamo non pensare solo all’avvio di un’attività, ma dobbiamo anche sostenere e formare la persona-impenditore. Ricordo che diversi anni fa era uscito un bando del Comune dedicato a chi apriva attività nel periodo natalizio. Ne aprirono una quindicina, ma ne è sopravvissuta una. E’ fondamentale la formazione. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Dobbiamo cercare di cambiare modo di fare impresa, cavalcare il cambiamento”.
Concludiamo con uno dei settori chiave per lo sviluppo del territorio: il turismo. Il percorso per la Dmo è iniziato…
“Sì, ci si sta muovendo benissimo. Dopo l’ultimo incontro con l’assessora Bartalini in Comune è stato girato a tutti gli attori un questionario dedicato al tema e il 2 di dicembre è già fissato un nuovo incontro con il Comune. E si tireranno le fila. I dati dicono che Prato dall’inizio dell’anno ha avuto un +9% di turisti. E’ un dato stimolante. La Dmo diventerà strumento importante per vincere le sfide del turismo. Per leggere le opportunità. Ad esempio, nel 2025 c’è il Giubileo, a Prato abbiamo una delle reliquie più importanti, la Cintola mariana. Perché non provare a sviluppare anche un turismo religioso?”.
Maristella Carbonin
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