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Cos’è il “Black Friday”? Le origini e i miti del venerdì di shopping più sfrenato dell’anno – Liberta.it #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


IL GIORNO (O MEGLIO, LA SETTIMANA!) PIÙ SPENDACCIONE DELL’ANNO STA ARRIVANDO. PERCHÉ E COME È NATA?

È diventato sinonimo di consumismo sfrenato, soprattutto negli ultimi anni, quando hanno iniziato a fioccare sconti imperdibili da parte di rivenditori fisici e online. Eppure, la tradizionale celebrazione del “Black Friday” statunitense – inizialmente un weekend, ora persino una settimana o più – è diventata di tendenza anche sul territorio nazionale, un modo per non arrivare impreparati ai regali di Natale. In realtà, la giornata del “ Venerdì nero” – che ricade appena il giorno dopo la “Festa del Ringraziamento” (“Thanksgiving”) americana, celebrazione oramai antichissima in quanto risale al 1621, quando a Plymouth (Massachusetts), i Padri Pellegrini si riunirono per ringraziare Dio del buon raccolto – ha origini molto più lontane.

Ma come tutte le tradizioni appartenenti al folklore, esistono diverse versioni su quelli che sono albori di questa ricorrenza; tuttavia, quella più accreditata vuole che la terminologia “Black Friday” risalga ai primissimi anni Sessanta, precisamente nella città di Philadelphia, in quanto il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento – che cade ogni anno nell’ultimo giovedì di novembre – le strade della metropoli erano affollatissime e trafficate, in quanto molti americani erano attratti dai golosi sconti (in alcuni casi, fino all’80%) messi a disposizione dei negozi, intasando inevitabilmente le vie principali. Complice il boom economico che il Paese stava vivendo in quegli anni, i negozianti adottarono l’abitudine di proporre sconti speciali ai propri clienti con l’idea di incentivare lo shopping in vista del Natale. E perché proprio nero? Beh, provate a immaginare la calca e il traffico per le arterie principali di una città come Philadelphia a seguito di queste invitanti promozioni: deve essere stato terribile anche all’epoca!

C’è, tuttavia, un’altra teoria dietro al termine “Black Friday”: spulciando su internet, infatti, sembrerebbe che il colore “nero” sia da intendersi quello usato all’epoca per i registri contabili. Sembra, infatti, che i commercianti fossero soliti compilarli a mano, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e il nero per i conti in attivo. Proprio in vista della grande scontistica prevista per quel giorno, appare evidente che i libri contabili dei negozianti fossero colorati di nero, in quanto molte persone approfittavano delle offerte per iniziare a fare i primi acquisti natalizi – e dunque, tanti incassi per gli stessi esercenti. Nonostante l’esistenza di diverse teorie molto affascinanti, gli storici americani concordano oramai da tempo che, in realtà, il “Black Friday” non abbia radici storiche.


Secondo quanto riportato da Insider, infatti, si tratterebbe più di una soluzione ideata nel 1924 dalla celebre catena di negozi statunitensi Macy’s.
Il colosso commerciale, infatti, approfittava il venerdì dopo il Ringraziamento per inaugurare la stagione natalizia, spingendo sugli acquisti collegati a questo momento dell’anno con sconti speciali. Per spingere i consumatori agli acquisti, la catena di negozi organizzava persino una parata, con l’intento però di coinvolgere anche altre attività commerciali. Bisogna però attendere gli anni Ottanta – quando il potenziale economico degli Stati Uniti era al suo massimo splendore – quando il “Black Friday” inizia ad assistere ad una crescita importante, in particolare quando questa tradizione comincia ad essere esportata anche al di fuori del territorio statunitense. È proprio in quegli anni che i tanti analisti finanziari iniziano ad utilizzare quella giornata come indicatore statistico della propensione ai consumi e alla spesa in ottica natalizia, e questo perché la giornata del “venerdì nero” dà ufficialmente il via alla stagione del Natale – e, di conseguenza, al suo shopping compulsivo.

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In Italia, il fenomeno del “Black Friday” si è attestato solo nel 2014 e, da allora, molti negozi – sia fisici sia online – hanno iniziato a proporre sconti importanti (anche se non sempre sono i più vantaggiosi!) per spingere gli italiani ad iniziare un mese prima gli acquisti natalizi. Da giorno solo, il “Black Friday” è diventato presto una settimana – infatti, sempre più spesso si parla di “Black Week” – che, soprattutto a partire dal 2015, culmina con un’ultimissima giornata di promozioni, nota come “Cyber Monday”. In particolare, per “Cyber Monday” si intende il lunedì dopo il Ringraziamento, il cui termine è stato coniato da Ellen Davis della National Retail Federation e Scott Silverman nel 2005. Con questa terminologia, si intende una giornata interamente dedicata alle promozioni su prodotti tecnologici (da qui il termine “Cyber”), solitamente sponsorizzate sui siti di e-Commerce. E, a quanto pare, da qualche anno a questa parte, il “Cyber Monday” si sta rivelando più atteso da parte degli utenti: secondo un’indagine condotta da Adobe Analytics, nel 2023 le vendite del “Cyber Monday” hanno raggiunto il record di 12.4 miliardi di dollari in termini di vendite online, superando i 9,8 miliardi di dollari del Black Friday.

Per chiudere con una nota divertente, esistono anche diversi miti che ruotano attorno alla giornata del “Venerdì nero”: si dice, infatti, che gli idraulici statunitensi riceverebbero fino al 50% di chiamate in più durante il “Black Friday” rispetto a un normale venerdì. Sebbene molti darebbero subito la colpa ai luculliani pranzi del Ringraziamento, si scopre che, in realtà, il motivo principale delle chiamate sono gli scarichi intasati del lavandino della cucina. Già perché, dati alla mano, sembra che non sia esattamente un mito: il Black Friday, infatti, si conferma il giorno dell’anno più impegnativo per gli idraulici americani. E questo perché molti statunitensi, nel pulire avanzi di cibo e grasso, tendono a far finire questi ultimi nello scarico del lavandino della cucina, intasandolo. Va bene approfittare degli sconti per acquistare un lavandino nuovo, ma forse così è anche troppo!

di Fabrizia Malgieri





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