L’AQUILA – E’ accusata di aver venduto schede telefoniche ai sodali della gang di spacciatori di cocaina non intestate a loro ma ad ignari clienti e, soprattutto, di aver aiutato gli indagati a eludere i posti di blocco: come faceva? Era in possesso di una app con un canale che aggiornava sulla presenza della polizia.
Lei è Simona Cocco aquilana e ieri, insieme al grosso dei sospettati, è stata ascoltata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale aquilano Marco Billi.
All’epoca dei fatti lavorava in un negozio di telefonia ma ora si occupa di altro. Nel corso dell’audizione da remoto si è soffermata sul fatto che comunque vendere i telefonini era il suo compito.
E’ stata assistita dall’avvocato Giulio Michele Lazzaro. Il fatto che abbia cambiato lavoro da tempo potrebbe essere una buona carta per ottenere in un futuro almeno i domiciliari. In fondo il suo come quello del promotore finanziario calabrese, Michele Franco, è solo un supporto esterno secondo la polizia. Ieri, comunque, altri 2 latitanti sono finiti in cella.
Sono stati ascoltati anche alcuni tra coloro che sembrano essere più compromessi come Kuitjm Raboshta che avrebbe fatto parziali ammissioni come la cessione di 2 chili di droga e basta, ma anche Shaban Iseni che si è spinto anche oltre. Sentiti tra gli altri anche Vincenzo Silva, Terenzio Ferrari, Salvatore Ricciardi e Domenico Di Pietro (classe 1992), tutti assistiti dall’avvocato Francesco Valentini e altri ancora. Viste le modalità complesse di interrogatorio e l’italiano malfermo di alcuni si è trattato di audizioni rapide. Oggi sarà la volta dell’indagato Loris Zaccagnini assistito dal legale Ubaldo Lopardi.
Finora nessuno dei legali degli arrestati ha formalmente presentato richieste di misure cautelari attenuate ritenute premature anche alla luce del fatto che le prove della polizia sembrano inoppugnabili e, almeno per alcuni, difficili da contestare come i video e intercettazioni dal significato univoco.
Va ricordato che ci sono 100 assuntori, tra i 700 totali, i quali hanno confermato le circostanze delle cessioni sulle quali sono stati ascoltati dalla squadra mobile.
Tra l’altro il giudice scrive nella ordinanza che esiste il pericolo di fuga soprattutto per gli stranieri come, in particolare, Raboshta che è clandestino.
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