Sono davvero numerose le limitazioni che il nuovo codice della strada impone ai monopattini elettrici: la loro breve corsa è già destinata a interrompersi? Fatti, approfondimenti e scenari
Noleggiatori furiosi con il governo, reo a detta loro di aver di fatto già fermato nel peggiore dei modi la breve corsa dei monopattini (inutile dire che si fa riferimento a quelli elettrici, non a quelli sospinti esclusivamente dalla forza di chi li inforca). Il nuovo codice della strada del governo Meloni eredita le disposizioni stringenti già varate sotto l’esecutivo di Draghi (Dl 10 settembre 2021, n. 121 convertito con modificazioni dalla L. 9 novembre 2021, n. 156 in G.U. 09/11/2021, n. 267) e rende antieconomico ricorrere ai monopattini per spostarsi in città. Dopo aver fatto infuriare una parte dell’elettorato di destra, insomma, le novelle legislative sulla circolazione stradale fanno sobbalzare anche il popolo green dei monopattini. “Nel codice della strada è impressionante la stretta sui monopattini. Nuova regolazione per uccidere un settore”, ha rimarcato l’economista esperto di trasporti, Andrea Giuricin.
ATTENZIONE ALL’ITINERARIO
Oltre ai nuovi costi cui i proprietari di monopattini dovranno andare incontro di cui si scriverà a breve, le notizie che arrivano dalla riforma del codice della strada sono altre e riguardano la riduzione del perimetro entro cui sarà possibile spostarsi col mezzo elettrico.
Il testo conferma che i monopattini elettrici non potranno uscire dai centri urbani prevedendo che possano circolare solo nelle strade urbane in cui il limite di velocità arriva ai 50 chilometri orari. Ma, soprattutto, con la novella il codice della strada impedirà ai monopattini di percorrere ancora piste ciclabili e aree pedonali.
IL CODICE DELLA STRADA VIETA AI MONOPATTINI PARCHI E CICLABILI
Insomma, mentre il divieto precedente non ne intaccava più di tanto l’uso (chi va al lavoro in monopattino con ogni probabilità deve recarsi nella medesima città in cui vive e non si sognerebbe mai di usarlo per transitare su strade provinciali e arterie a scorrimento veloce), questa novità cambierà fortemente l’itinerario da fare una volta a bordo del mezzo a due ruote.
Prendendo proprio il caso di chi utilizzava i monopattini elettrici per coprire il tragitto “casa – lavoro”: se fino a oggi tagliava per un parco, per il centro città attraverso vie interdette alle auto o costeggiava un lungo fiume adibito a ciclabile (tutte opzioni sensate, dato che chi è a bordo di un monopattino vorrà tenersi lontano dai mezzi a motore per la propria sicurezza personale), con il nuovo codice della strada non potrà più farlo.
IL DANNO AI NOLEGGIATORI TURISTICI
E non è finita qui, perché mentre il precedente dettato normativo imponeva ai monopattini di restare sulle strade urbane, offriva comunque la scappatoia delle ciclabili. Quindi era comunque possibile, per esempio, noleggiare un mezzo a Sanremo, città del Festival della canzone, per poi percorrere tutta la splendida ciclabile che attraversa la Riviera dei fiori costeggiando il mare e visitare il borgo antico di Taggia, cambiando comune. Adesso non si potrà più fare. Un bel guaio per chi noleggiava i monopattini ai turisti affinché visitassero il circondario. Per andare in ciclabile servirà per forza la bici, idem per cambiare comune.
QUANTO COSTERA’ AVERE UN MONOPATTINO?
Venendo al capitolo spese, chi ha uno o più monopattini in casa dovrà indubbiamente affrontarne diverse per mettersi in regola con le disposizioni del nuovo codice della strada. La più blanda riguarderà l’acquisto di un casco, finora obbligatorio solo per i minorenni.
Ma soprattutto occorrerà montarvi la targa e pagare un’assicurazione. Per quanto riguarda la prima, diventerà obbligatorio che il mezzo abbia un “contrassegno identificativo”, una targhetta adesiva plastificata che non si possa rimuovere e che sia stampata dall’Istituto poligrafico dello Stato.
Si tratta di una novella foriera di diversi dubbi: i monopattini in sharing già dotati di targhe montano, per ovvie ragioni, targhette microscopiche: è a dir poco difficile riuscire a segnare i numeri identificativi del mezzo nel caso in cui, dopo aver causato un sinistro, si desse alla fuga. Sarà obbligatorio adempiere entro un termine successivo, individuato da decreti del dicastero dei Trasporti che stabilirà anche il regime transitorio di tolleranza.
Altre spese come si anticipava arriveranno infine dall’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione che copra i danni causati a se stessi o a terzi durante la circolazione. Anche qui bisognerà prevedere un periodo cuscinetto dato che non è detto che le principali case siano già predisposte per offrire simili coperture.
LA RABBIA DELLE STARTUP DELLO SHARING
Si spiega così – tornando a quanto era stato anticipato all’inizio dell’articolo – la rabbia dei gestori di servizi di micromobilità condivisa. “Sono due decisioni che avranno un impatto per quanto riguarda i costi – ha dichiarato a FirenzeToday Michele Francioni, direttore operativo della Bit Mobility – Basti pensare al passaggio di assicurazione da Rc a Rc Auto. E poi ci sarà da mettere una targa data presumiamo dalla motorizzazione. Operazioni che avranno a loro volta un impatto finanziario annuale non banale”.
Mugugni anche sulla novella del casco che con ogni probabilità dovrà essere messo a disposizione dai noleggiatori (la legge non lo dice, ma è improbabile pensare che chi noleggia abbia dietro il proprio e voglia portarlo con sé per tutto il giorno una volta smontato dal mezzo): “A Firenze avevamo posizionato 150 caschi e nell’arco di due settimane o sono stati danneggiati o sono spariti, nonostante avessero il lucchetto sulla barra. Non è il problema di chi il casco non lo vuole utilizzare a prescindere. Dobbiamo capire quali saranno le conseguenze per il settore ma di sicuro tutto questo ci porterà dei costi aggiuntivi che non sono sostenibili. È un danno grave per tutti. Per chi come noi poi è solo in Italia è un danno gravissimo. In Italia non si può fare impresa: è impossibile”.
LA PROMESSA / MINACCIA DI SALVINI?
Mentre il Senato dava il proprio ok al testo rendendolo legge, sui social ha iniziato a rimbalzare un video realizzato da una pagina satirica, The Journalai, che vede il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, in visita all’Eicma, sornione esclamare: “i monopattini non ci saranno più in giro, non ti preoccupare, il problema lo risolviamo alla radice”. I tagli tra una frase e l’altra sono evidenti, dunque in postproduzione il filmato potrebbe essere stato modificato per distorcere il senso delle parole, non costituendo quella una fonte giornalistica con l’obbligo di riportare le notizie in modo genuino.
Su Youtube è comunque possibile, sempre sulla pagina The Journalai, ascoltare altri spezzoni del ministro Salvini che, “lontano” dai microfoni tira bordate a monopattini e motorini elettrici. Rivolgendosi al presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, ironico gli chiede: “Ce l’hai il motorino elettrico da ricaricare?”. Fontana replica: “Di elettrico ho solo il tosaerba”. E il ministro aggiunge: “Di elettrico ho il phon e il microonde. Basta”.
Come si diceva sopra, impossibile avere certezza circa l’attendibilità dei video specie in periodi di intelligenze artificiali e deepfake, anche se, avendoli visti più e più volte paiono davvero genuini. Con maggior sicumera è invece possibile affermare che il codice della strada voluto da Salvini sembra proprio aver tradotto quelle parole in dettato normativo. Il rischio non calcolato, però, è quello di danneggiare il comparto sorto attorno ai nuovi servizi di micromobilità.
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