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“Nessuno si è fatto male”. L’Asl smentisce la fake news sul cianuro #finsubito prestito immediato


Un boato, sentito a chilometri di distanza e un fumo bianco che è fuoriuscito da una fabbrica e che si è disperso in cielo. Un cavo della luce tranciato e l’elettricità che viene a mancare. È stata una mattinata convulsa quella di oggi, mercoledì 20 novembre, a San Zeno, dove, nella strada vicinale dei Mori un’esplosione ha interessato un reparto dell’azienda di recupero e affinazione metalli preziosi Safimet

Le prime immagini amatoriali che si sono diffuse intorno alle 10 sono state impressionanti e hanno allarmato soprattutto la popolazione circostante. La deflagrazione ha provocato lo sfondamento del tetto e delle vetrate del fabbricato e uscendo all’esterno ha provocato la rottura di un grosso cavo Enel che si trova proprio davanti all’azienda. Questo è stato sicuramente un importante incidente su un luogo di lavoro, dove per fortuna o per merito dei sistemi di sicurezza, non c’è da raccontare di gravi conseguenze per le persone. Il ciclo produttivo della Safimet è adesso fermo, sia per i gravi danni al reparto dove è avvenuto lo scoppio e dove di conseguenza c’è stato sversamento di acidi, ma anche per la mancanza di corrente elettrica, fino a che i tecnici Enel non ripareranno il cavo tranciato. Ad esplodere è stato un reattore che in quel momento era attivo nel ciclo produttivo e che si trova all’interno del reparto di affinazione.

Scattato il piano maxi emergenze, 4 feriti lievi

Sono quattro le persone rimaste ferite in modo non grave nell’esplosione che stamani ha interessato una delle aziende operanti nella zona di San Zeno, alle porte di Arezzo. Hanno dai 35 ai 50 anni e hanno riportato qualche ferita dalle schegge che sono schizzate al momento dell’evento e possibili danni all’apparato uditivo da valutare, proprio perché il boato ha colpito più fortemente chi si trovava nel reparto dove è avvenuto l’incidente. L’ingresso in ospedale è avvenuto in codice verde.

Immediata è stata l’attivazione dei soccorsi che ha visto convergere sul luogo dell’incidente i sanitari dell’emergenza urgenza della Asl Tse e i vigili del fuoco. L’azienda, proprio per il tipo di lavorazione che compie, ha un piano di emergenza esterna che è stato attivato dalla stessa e che prevede l’attivazione del piano maxi emergenze della centrale 118 della Asl Toscana Sud Est, coordinato dal disaster manager Luca Pancioni che è stato presente sul luogo dell’incidente con un mezzo per la gestione degli eventi maggiori. In tutto sono 6 i sanitari intervenuti sul posto, 3 le ambulanze ed era stato inoltre attivato il Pegaso 1, poi annullato dopo la valutazione del numero dei feriti e delle loro condizioni fortunatamente non gravi. Il primo intervento, come prevede il piano, spetta ai vigili del fuoco che successivamente, una volta verificata la sicurezza del contesto, permettono al personale del 118, in attesa a poca distanza, di iniziare il proprio intervento. Il piano prevede, infatti, che il personale 118 venga collocato in una “zona di ammassamento” pronto ad intervenire dopo il via libera dei vigili del fuoco.

“Quando arriva una chiamata che segnala incidenti come quello avvenuto a San Zeno e si sospetta che possano essersi liberate sostanze tossiche – spiega Luca Pancioni, disaster manager Asl Toscana Sud Est – le centrali operative di 118 e Vigili del Fuoco attivano quanto previsto dal Piano delle Maxi Emergenze. I vigili del fuoco sono i primi ad entrare nel luogo dell’incidente mentre i nostri operatori sanitari sono ammassati in un luogo prossimo, pronti ad entrare in azione sulla base delle indicazioni fornite dai vigili del fuoco. Questo è un piano che ci permette di operare prestando i primi soccorsi alle persone ferite senza mettere a repentaglio la vita dei soccorritori. E’ un piano ben studiato e collaudato che ci ha permesso di operare anche in altri contesti esterni al territorio della Asl Toscana Sud Est”.

L’intervento dei vigili del fuoco: “Non c’è pericolo per la popolazione”

Vigili del fuoco di Arezzo sono intervenuti questa mattina alle 10 per l’esplosione nell’azienda di raffinazione metalli. A esplodere è stato un macchinario dell’azienda, un reattore in funzione, ha spiegato l’amministratore Livio Serra, che ha provocato dello sversamento di acidi. L’esplosione non ha provocato incendio, ma solo danni strutturali ad un reparto, quello dell’affinazione.

I vigili del fuoco, interventi con 4 mezzi e 9 uomini, hanno monitorato la fuoriuscita di sostanze pericolose che essendo contenute e controllate non hanno messo in pericolo la popolazione limitrofa. Sul posto, oltre al 118, anche i tecnici di Arpat, Polizia di Stato, Municipale e Carabinieri.

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Il messaggio del sindaco di Arezzo

Dal Comune di Arezzo intanto arriva la notizia che, fino a prova contraria, non sarà emessa alcuna ordinanza sindacale in tema di sanità pubblica perché, si legge nel messaggio diramato dal sindaco Ghinelli non ci sarebbe “nessun effetto ambientale collegato all’incidente occorso questa mattina all’azienda Safimet di San Zeno. È quanto rilevato dagli organi competenti in materia ambientale immediatamente intervenuti per una verifica puntuale dell’accaduto.”

L’amministratore di Safimet: “Danni in azienda, ma nessuno si è fatto male”

“È accaduto che un reattore in fase di lavoro è scoppiato, l’esplosione è andata verso l’alto con potenza, ha sfondato il tetto e ha reciso un cavo dell’Enel. Fortunatamente non c’è nessun ferito. Un po’ di danni. Stiamo sistemando e speriamo di ripartire magari già da domani se ci daranno l’ok” ha detto l’amministratore di Safimet Livio Serradura che al momento dello scoppio si trovava nel suo ufficio e non nella parte della produzione e nel reparto di affinazione, quello direttamente coinvolto nell’esplosione. 

“Cianuro nell’aria, metti la mascherina”. L’Asl smentisce la fake news

L’Asl nel tardo pomeriggio di oggi ha diramato una nota ufficiale per smentire alcune dichiarazioni che stanno circolando da questa mattina su whatsapp e nei social e che sono arrivate perfino nella chat dei genitori delle scuole. Si tratta infatti di una fake news.

“Dall’Asl mai data comunicazione di girare con la mascherina. Dal momento che sulle chat e sui social network sta girando un messaggio relativo all’esplosione verificatasi questa mattina in un’azienda di San Zeno, ad Arezzo, dove si legge che “c’è alta concentrazione di cianuro nell’aria che con questo vento si sposta velocemente. Non aprire le finestre, ci è arrivata comunicazione dalla Usl. Se esci metti la mascherina”. La Asl Toscana sud est smentisce categoricamente di aver inviato mai alcuna comunicazione in merito. Sono ancora in corso attività di monitoraggio e rilevazioni da parte degli organi competenti, pertanto la notizia è priva di fondamento.”

“Studi cumulativi e migliore informazione, a maggior ragione”

Dopo l’incidente di oggi, ha ripreso la parola Gabriele Clerissi, uno di maggiori attivisti del comitato stop puzzo, contro gli odori molesti che si diffondono proprio tra San Zeno, San Giuliano e le altre frazioni confinanti e che proprio lunedì sera era intervenuto nel corso del consiglio comunale aperto sull’ampliamento del termovalorizzatore che di fatto si trova lungo la stessa strada, a pochi metri di distanza dalla Safimet. 

“Siamo certamente sollevati del fatto che non ci siano conseguenze per le persone, bene così, però come popolazione della zona ci siamo spaventati molto. Della necessità di portare avanti analisi sugli impatti cumulativi tenendo in considerazione tutte le aziende che insistono nello stesso territorio lo abbiamo chiesto proprio nel consiglio comunale aperto di lunedì sera, oggi lo ribadiamo fortemente e non possiamo non osservare che devono essere migliorate le comunicazioni delle istituzioni sull’emergenza. Ci chiediamo anche l’opportunità di avere aziende così delicate vicino alla ferrovia. Cosa sarebbe potuto accadere se le ricadute fossero state lungo i binari?”

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