Roma – Si firma V.O., chiede di restare anonima e mostra un documento che non può essere considerata una prova ma è sicuramente un indizio nella direzione di quanto già emerso a margine della morte di Agata Margaret Spada: gli interventi nello studio medico dei chirurghi Marco e Marco Antonio Procopio, in via Cesare Pavese all’Eur, avvenivano (preferibilmente) in nero. Lo dice la vicenda della 22enne siracusana morta nelle fasi iniziali di una rinoplastica parziale concordata a 2800 euro (20 minuti di intervento) e lo dicono altre testimonianze affluite in rete dopo la notizia di quelle che le è successo.
«Tra l’altro le operazioni erano fatte tutte cash, a nero», esordisce V.O. riferendosi a uno dei primi articoli qui pubblicati sulla vicenda. Il tono è quello di un discorso rimasto a lungo nei propri pensieri e che con l’appiglio di questo emblematico e drammatico caso di cronaca trova finalmente forma. «Procopio chiedeva solo cash – riprende – con lo sconto (quindi senza contare l’Iva, ndr). E tutta la contabilità era scritto su un foglio come quello che ho c0nservato per i miei interventi. Ho fatto da loro lo stesso tipo di operazione di Margaret».
2000 euro per rimodellare il naso
Il documento che allega è scritto a penna su un foglio A4 senza intestazioni, timbri o firme. È dettagliato ma non riscontrabile, né per sostenere eventuali accuse più mirate ma neanche per poterlo al momento confutare, dato che nel primo sopralluogo effettuato dal Nas dei carabinieri nell’ambulatorio, il 7 novembre quando è arrivata la denuncia della morte della 22enne, non è stato trovato nessun libro contabile, nessun blocchetto delle ricevute, niente che potesse testimoniare, anche sul piano amministrativo, il tipo di attività svolta. Si legge: «Intervento seno 7500 euro». Poi voci più specifiche: «1° sculptura, 2 fiale glutei 550 euro». La somma è cancellata con un tratto di penna come quando si fanno i conti davanti a un cliente e riscritta a «450 euro a fiala, tot. 900 euro». Lo stesso per il filler viso, 200 euro invece di 350, poi botox due tipi 230 e 350 euro, filler glutei 250 euro a fiala e soprattutto «rimodellamento naso 2000 euro».
Ambulatorio senza il permesso di operare
Quest’ultima voce è una conferma indiretta dei sospetti a carico dei due medici, perché, con l’aggiunta dei farmaci necessari, si arriva alla stessa cifra che avrebbe speso Margaret Spada, 2800 euro. Dunque, quello al quale si stava per sottoporre non era un semplice “filling” ma un vero intervento per cambiare la conformazione del naso, un intervento chirurgico per il quale la struttura medica non era abilitata. Il foglio di appunti si conclude con le date approssimative degli interventi programmati, scandendoli tra aprile e novembre. «Basterebbe vedere il numero di clienti e gli incassi», conclude V.O. quasi proponendo una sfida che è sicura di vincere. Su questo terreno potrebbe presto entrare in gioco anche la guardia di finanza.
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