A venti giorni dal potente attacco dei caccia dell’Idf contro la repubblica islamica di Ali Khamenei – dopo i missili balistici su Israele del primo ottobre – secondo fonti Usa e dello Stato ebraico le bombe dell’Idf hanno distrutto il centro di ricerca sulle armi nucleari top secret, Taleghan 2, nel complesso militare di Parchin, 32 chilometri dalla capitale. A supporto ci sarebbero le immagini satellitari ad alta risoluzione che mostrano l’edificio in macerie. Con il risultato che il sito, in passato dichiarato inattivo, è stato completamente distrutto e l’attività iraniana dell’ultimo anno per riprendere la ricerca sulle armi nucleari è stata danneggiata in modo significativo. Un colpaccio per Benjamin Netanyahu e la sua intelligence, che da anni cercano di tenere a freno le mire nucleari degli ayatollah.
Khamenei nel mentre lavora su tutti i fronti che ha aperto in Medio Oriente: il suo emissario, Ali Larijani, è arrivato nella regione con un obiettivo specifico. Inseguito, letteralmente, dai bombardamenti dell’Idf giovedì a Damasco e oggi a Beirut, il consigliere senior della guida suprema ha rappresentato la posizione dell’Iran sulla tregua in Libano. Seppur obliquamente, Teheran ha fatto sapere che sosterrà qualsiasi decisione presa da Beirut e dalla ‘resistenza’ in Libano – ossia Hezbollah – per arrivare alla tregua.
Mentre si lavora per un cessate il fuoco continuano le tempeste di missili su Beirut
Tregua nella guerra tra Hezbollah e Israele che, secondo quanto riportato da dei funzionari del Paese dei cedri, l’ambasciatrice statunitense a Beirut, Lisa Johnson, avrebbe presentato sotto forma di un Piano al primo ministro Najib Mikati e al capo del parlamento, Nabih Berri, e che il Libano starebbe studiando. Stando al Wall Street Journal, Donald Trump avrebbe approvato la proposta di un piano di cessate il fuoco per il Libano dopo che questo gli sarebbe stato illustrato dal ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer a Mar-a-Lago. Trump ha anche espresso la speranza che ciò venga fatto prima del suo ingresso nello Studio Ovale il 20 gennaio. Secondo quanto riferito, si tratta di un piano in 13 punti che prevede una tregua di 60 giorni e il ritiro delle truppe e delle armi di Hezbollah dal confine con Israele a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite incaricate di garantire che non facciano ritorno.
Intanto l’Idf ha continuato a tempestare di missili i siti di Hezbollah a Beirut Sud, con tre ondate di attacchi venerdì che hanno buttato giù tra l’altro un edificio di 11 piani, mentre gli abitanti, avvisati in precedenza dall’esercito di spostarsi di 500 metri, riprendevano con i telefonini il disastro in diretta come in un film catastrofista.
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