L’ex presidente della BCE e del Consiglio dei Ministri italiano, Mario Draghi, è intervenuto oggi al World Business Forum di Milano, offrendo una visione lucida e pragmatica delle sfide e delle opportunità che l’Europa si trova ad affrontare in un contesto globale in rapida evoluzione.
Un intervento a porte chiuse, senza ammettere i giornalisti, ma si preannunciava di spessore e… così è stato.
Abbiamo chiesto ai presenti di fornirci un riassundo del discorso, con il fine di avere un quadro completo degli argomenti toccati.
Partendo dal ricordo del suo celebre “Whatever it takes“, pronunciato nel 2012 per salvare l’euro durante la crisi del debito sovrano, che ha comunque un grande effetto, Mario Draghi è stato accolto dal pubblico. Ha subito sottolineato come, nonostante le difficoltà, l’Europa si sia avvicinata al concetto di bene comune, con una politica nazionale sempre più intersecata con quella europea.
Draghi si è definito ottimista, non nel senso di un’ingenua fiducia nel futuro, ma di un realismo basato sui progressi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi decenni. Ha ricordato come negli anni ’90 l’Italia sia andata vicina al default a causa della svalutazione della lira e della crisi del debito pubblico, sottolineando come l’introduzione dell’euro abbia contribuito a stabilizzare l’economia italiana.
Il cuore dell’intervento di Draghi è stato il suo rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, consegnato alla Commissione Europea qualche mese fa. Il rapporto evidenzia la perdita di produttività dell’economia europea, causata principalmente da un ritardo nel settore dell’alta tecnologia.
Per recuperare questo gap, Draghi propone tre pilastri:
– Innovazione: l’Europa deve investire in ricerca e sviluppo, creando cluster di università e imprese, incentivando gli inventori e semplificando la regolamentazione.
– Mercato unico: la frammentazione del mercato unico europeo è un ostacolo alla crescita delle imprese e all’attrazione di investimenti. È necessario completare il mercato unico, soprattutto nel settore dei capitali, per indirizzare il risparmio privato verso gli investimenti produttivi. Più si migliora il mercato unico e il mercato dei capitali, meno bisogno ci sarà di finanziamento pubblico, poiché i finanziamenti privati arriveranno spontaneamente. Per evitare di tornare sul tema del debito comune, che non trova consenso, è necessario combattere la frammentazione del mercato unico e istituire un mercato dei capitali, ma non tanto per le banche, che sono secondarie, quanto per le famiglie.
– Decarbonizzazione: l’Europa deve accelerare la transizione verso un’economia verde, garantendo al contempo la sicurezza e l’indipendenza energetica. Draghi sottolinea la necessità di disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas naturale e di investire in reti energetiche più efficienti.
– Draghi ha anche affrontato il tema della spesa per la difesa, evidenziando come, nonostante l’Europa sia il secondo investitore al mondo dopo gli Stati Uniti, la frammentazione della produzione militare renda il continente poco efficiente. Per migliorare la capacità di difesa europea, Draghi suggerisce di consolidare l’industria della difesa, aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo e razionalizzare gli acquisti militari.
Riguardo al finanziamento di questi investimenti, Draghi ha sottolineato l’importanza del debito pubblico comune, emesso per progetti di interesse europeo come le reti energetiche transnazionali.
L’intervento di Mario Draghi al World Business Forum di Milano è stato un richiamo all’azione per l’Europa. Draghi ha invitato i leader europei a guardare al futuro con ottimismo e realismo, investendo in innovazione, completando il mercato unico e accelerando la transizione verde per costruire un’Europa più competitiva e resiliente.
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