La transizione. La questione è stata più volte al centro delle discussioni in seno al comitato per la politica energetica, guidato da Harold Hamm, petroliere e fondatore di Continental Resources, e dal governatore repubblicano del North Dakota, Doug Burgum. Toccherà a questi ultimi, forti sostenitori dell’abrogazione, decidere le nuove politiche a favore o meno della mobilità elettrica ed eventualmente aprire un nuovo fronte caldo con un settore automobilistico statunitense già contrario alla cancellazione dei sussidi: in una lettera del 15 ottobre, l’Alliance for Automotive Innovation ha esortato il Congresso a mantenere i crediti d’imposta, definendoli “essenziali per consolidare gli Stati Uniti come leader mondiale” nelle future produzioni. Il team della transizione non ha precisato quale possa essere il destino dei crediti ma, in un comunicato, ha sottolineato l’intenzione del presidente eletto di mantenere “le promesse fatte durante la campagna elettorale”. E Trump non ha mai fatto mistero del suo proposito di “porre fine al mandato” di Biden per le Bev e di cancellare molte delle iniziative dell’attuale amministrazione per promuovere la generazione di energia da fonti rinnovabili.