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Restituite le placche rubate in cattedrale nel 1980: scoperte “in tv” – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


BRINDISI – Nella giornata di oggi (mercoledì 13 novembre), alle ore 11:00, presso la Cattedrale di San Giovanni Battista a Brindisi, i carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale hanno restituito all’arcivescovo della diocesi Giovanni Intini le due placche in argento risalenti al XVIII secolo e rubate nel 1980, scoperte grazie ad un programma televisivo.

Durante il monitoraggio delle vendite di beni d’arte attraverso case d’aste e attività commerciali del settore, i carabinieri della sezione antiquariato del reparto operativo Tpc hanno identificato i due preziosi manufatti che, come già specificato, sono stati presentati nel 2023 in un’asta televisiva. Le loro caratteristiche indicavano indubbiamente un’origine ecclesiastica, richiedendo pertanto ulteriori indagini.

Dai primi accertamenti condotti attraverso la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, è stato confermato che le opere corrispondevano esattamente alle due placche trafugate nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 1980 all’interno della Cattedrale di Brindisi. I manufatti artistici facevano parte di un paliotto centrale raffigurante la Madonna, affiancata da Sant’Agostino e San Carlo Borromeo. Le placche, registrate dalla biblioteca pubblica arcivescovile di Brindisi, sono state riconosciute come beni di proprietà ecclesiastica e protette ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D.Lvo 42/2004 per il loro significativo valore storico e artistico.

La comparazione delle immagini delle opere in vendita con quelle catalogate nel database Tpc ha rivelato la loro perfetta uguaglianza in quanto provenienti dal paliotto originario, probabilmente smembrato dopo il furto. La presenza di fori agli angoli delle placche sequestrate indica che erano precedentemente fissate alla struttura del paliotto.

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Le indagini condotte dai carabinieri sono state coordinate dalla procura della repubblica presso il tribunale di Como, che ha convalidato il sequestro dei beni considerati oggetto di reato. È stata sequestrata anche la documentazione relativa alla provenienza degli argenti, rinvenuta presso un’attività commerciale, la quale riconduceva la proprietà delle opere a un antiquario di Montecarlo con precedenti penali in materia patrimoniale.

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