Fuori dai cancelli sventolano le bandiere dei sindacati e i cartelli scritti dai 40 dipendenti della Sigit Plast coinvolti nella cassa integrazione a zero ore scattata a seguito di una pesante crisi aziendale. “Il lavoro non si tocca”: si legge in un manifesto che riassume lo stato d’animo delle persone coinvolte nella vertenza. Questa settimana è cruciale: venerdì 15 novembre ci sarà una importante assemblea sindacale che dovrebbe dirimere alcuni punti fondamentali sul futuro di questa impresa (con molte sedi in Italia e in Europa). Verrà mantenuta la sede di San Giustino? Quale destino spetta alle 40 famiglie coinvolte in questo stato di crisi? Troppe domande che attendono risposte: ci sono trattative aperte coi vertici del gruppo e la vicenda è nota anche alle istituzioni. Nei giorni scorsi durante la visita in zona del ministro Matteo Salvini una delegazione dei lavoratori lo ha incontrato, domenica invece il sindaco Stefano Veschi di San Giustino ha svolto un sopralluogo nell’azienda dove i lavoratori sono in presidio.
“Vogliamo garanzie per il nostro futuro e abbiamo bisogno di conoscere quale decisioni intende prendere l’azienda”: ribadiscono le rappresentanze interne insieme ai sindacati di Cgil e Cisl che seguono da vicino l’evolversi della situazione. La Sigit (Società italiana gomma industriale Torino) sede sangiustinese ha disposto la cassa integrazione a zero ore per i lavoratori impegnati nelle attività legate a gomma e plastica. Decisione accolta con “forte e preoccupata opposizione” dai sindacati, che parlano di “misura improvvisa e unilaterale e che solleva gravi interrogativi sul futuro produttivo e occupazionale del sito”. A rendere nota la situazione interna all’azienda era stata una nota nei giorni scorsi diramata da Cgil e Cisl: “La preoccupazione cresce anche alla luce degli spostamenti, decisi mesi fa, di alcuni macchinari in altre sedi; spostamenti che sarebbero stati giustificati dalla direzione aziendale come necessari per trasferire lavoro in altre sedi che ne erano sprovviste, a causa della saturazione della sede di San Giustino”. La paura di lavoratori e sindacati è quella che ulteriori macchinari siano trasferiti in altri stabilimenti del gruppo (14 sedi in 10 paesi): Sigit fornisce i marchi automobilistici più importanti (su componentistica in gomma e alluminio).
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