Più soldi per le strade e il verde pubblico. Ma un calo dei dipendenti che scenderanno a meno di 7 mila entro tre anni – e che preoccupa i sindacati. Con la promessa di trasformare la città: «Il prossimo anno avremo i cantieri di via Roma e piazza Baldissera: la mia popolarità non aumenterà, ma lo faccio per i torinesi», le parole del sindaco.
Il Bilancio di Previsione 2025-2027
È la sintesi del bilancio di previsione 2025-2027 presentato ieri mattina alle parti sociali dal primo cittadino Stefano Lo Russo e dall’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, e che dovrebbe arrivare in Sala Rossa per il via libera definitivo il 16 dicembre. Le criticità, in un Comune che ha rischiato il dissesto, è il disavanzo complessivo da quasi 578 milioni («ma ridotto di 80 milioni rispetto al piano di rientro originario» spiega Nardelli), un debito che non verrà risanato fino al 2051 («ma con una diminuzione degli interessi del 12% in tre anni») e quei 307 milioni di “accantonamento”, una sorta di salvadanaio obbligatorio, che la Città conta di riempire migliorando la propria capacità di riscossione.
Investimenti e Fondi Extra
Ma ci sono anche le buone notizie: agevolazioni Isee per la Tari mantenute (dopo l’aumento del 6,67%), 7,7 milioni in più per i servizi sociali e l’edilizia abitativa pubblica, 28 in più per le scuole, aumento di 300mila euro per il trasporto delle persone con disabilità e altri 7 milioni tra sfalcio dell’erba e manutenzione delle strade.
Tre milioni e 300 mila euro in più in tre anni andranno invece sulla cultura «e in particolare per il coinvolgimento delle periferie, la promozione sportiva, il sostegno agli enti e i grandi eventi», sottolinea Nardelli. Conti che ricevono una boccata d’ossigeno, come ricordato dalla Città, grazie a quel Patto per Torino firmato ai tempi di Mario Draghi premier che il prossimo anno porterà nelle “nostre” casse 97 milioni di euro: «E che ci ha salvato dai tagli statali», conclude l’assessora. E, ovviamente, grazie ai soldi del Pnrr e ai fondi europei, i cui impatti però non sono ancora facilmente deducibili – e che lasciano così alcune voci del bilancio poco chiare e dettagliate.
Riduzione del personale pubblico e reazioni sindacali
Il punto più dolente è quello del turn over dei dipendenti pubblici: se il prossimo anno sono previste 400 nuove assunzioni, da qua al 2027 verrà sostituito solo un impiegato su 4. «Abbiamo una rigidità di spesa – spiega il sindaco – e avuto incrementi salariali. Serve un punto di sintesi. Ecco perché il nostro lavoro è riorganizzare i processi organizzativi e da qui ricalcolare il fabbisogno di personale, investendo decine di milioni sulla digitalizzazione. E in questi anni abbiamo comunque fatto 42 concorsi».
Una risposta che non soddisfa totalmente Federico Bellono, segretario generale della Cgil Torino: «Come ci si immagina di affrontare le problematiche di una città segnata dall’aumento della povertà, dall’invecchiamento, dai problemi connessi all’integrazione e all’accoglienza, dall’emergenza abitativa, dai problemi del trasporto pubblico locale, se si pianificano tagli all’organico? Mancano poi risposte sul lavoro: serve un cambio di passo che ad oggi non vediamo».
Parole a cui fanno eco quelle di Gianni Cortese, leader della Uil cittadina: «O quando i dipendenti erano 13mila non facevano nulla, o molti servizi verranno tolti». Domenico Lo Bianco della Cisl fa una richiesta portata avanti da tutti: «Serve un approfondimento, le questioni sono molte», mentre Ezio Dema dell’Aics chiede «maggiore coprogettazione con il terzo settore». I rappresentanti delle categorie professionali puntano invece sui privati: «Oggi manca la certezza dell’investimento, le leggi sono vecchie e i tempi lunghissimi», dice Giuseppe Ferro dell’ordine degli Ingegneri, mentre Luca Asvisio dei Commercialisti chiede «agevolazioni fiscali da parte del Comune».
Le sfide future e la visione del sindaco
Un Comune che per Lo Russo dovrà affrontare tre sfide: «L’invecchiamento della popolazione, la crisi industriale e la lotta contro il cambiamento climatico, anche a costo del dissenso. Un po’ come il prossimo anno, quando non salirò nella classifica di gradimento a causa dei grandi cantieri come via Roma e piazza Baldissera».
La conclusione del sindaco è tutta politica, e fa pensare al prossimo appuntamento importante, quello con l’elezione del leader dell’Anci: «In questo momento ci sono le Atp, che non avremmo – e non potremmo chiedere di averle per altri cinque anni – se non lavorassimo con la Regione. Io e il governatore Cirio non possiamo che essere d’accordo, presentandoci uniti dinnanzi agli investitori. Penso sia un modello che funzioni – conclude Lo Russo – e intendo portarlo avanti fino a fine mandato. Anche se non piace a tutti».
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