In un’epoca in cui tutti vogliono essere ricchi e il mondo digitale è pieno di scorciatoie per arrivarci, i guru della finanzae degli investimenti su internet sembrano promettere la strada più rapida per il successo. Ci avete fatto caso? Spesso si presentano da splendidi appartamenti con piscina e vi parlano da città come Dubai, con sfondi lussuosi e auto sportive pronte per essere ostentate. Eppure, se osserviamo più da vicino, ci sono ottimi motivi per dubitare della realtà dietro questo sogno dorato. Ecco perché non bisogna lasciarsi affascinare troppo dai loro messaggi scintillanti.
Vivere a Dubai non è sinonimo di ricchezza
Prima di tutto, c’è un punto fondamentale da chiarire: vivere a Dubai non significa automaticamente avere uno stile di vita lussuoso o essere milionari. Certo, l’immagine che Dubai trasmette è quella di una città di lusso, ma la realtà è un po’ diversa. Il costo di un piccolo appartamento nella capitale degli Emirati Arabi può partire da circa 650 euro al mese, una cifra assolutamente inferiore a ciò che si spende per un monolocale nelle grandi città italiane, come Milano o Roma. Dubai offre vantaggi economici che consentono a molti di apparire più benestanti di quanto non siano in realtà. Insomma, vivere a Dubai può sembrare glamour, ma non è di per sé una prova di ricchezza straordinaria. Se volessero davvero ostentare uno stile di vita milionario, ci aspetteremmo di vederli a Londra o a Venezia, non a Dubai.
Auto di lusso a Dubai? Più facili da affittare che in Italia
Poi c’è la questione delle auto di lusso. Un altro classico dei “guru” è presentarsi davanti a Ferrari, Lamborghini o altre supercar che fanno sognare. Tuttavia, quello che molti non sanno è che noleggiare un’auto di lusso a Dubai è sorprendentemente accessibile, spesso molto meno costoso rispetto a farlo in Italia. Si tratta di un mercato ben sviluppato, in cui è possibile affittare una Ferrari per una giornata intera solo per scattare qualche foto e alimentare il proprio profilo social. A Dubai, quindi, un’auto di lusso diventa quasi un accessorio fotografico alla portata di molti, che serve per costruire una narrativa piuttosto che riflettere la vera ricchezza.
Dubai e il paradiso fiscale: tasse irrisorie e nessun controllo
E, infine, arriviamo a uno dei vantaggi economici più discussi: Dubai è un paradiso fiscale. A differenza di gran parte del mondo, qui le tasse sono incredibilmente basse, se non inesistenti in alcuni casi. Questo rende la città un luogo ideale per chi desidera trattenere gran parte dei propri guadagni e allo stesso tempo apparire facoltoso. In molti casi, trasferirsi a Dubai significa ridurre enormemente i costi fiscali, ma non implica necessariamente che ci siano grandi entrate economiche a monte. Chi vive a Dubai potrebbe beneficiare di un costo di vita più favorevole e, al contempo, sfruttare l’immagine glamour che la città offre per attirare persone in cerca di successo.
Il vero punto: un esperto di finanza non vi venderà mai un corso per diventare ricchi
A questo punto, c’è una domanda che dobbiamo porci: se qualcuno sa davvero come trasformare un euro in un milione, perché dovrebbe passare il tempo a vendervi un corso online? Perché mai un vero milionario dovrebbe guadagnarsi da vivere con un’attività commerciale così? In fondo, se avessero davvero i segreti per fare soldi, li terrebbero per sé, o perlomeno non avrebbero bisogno di vendere pacchetti di formazione per incrementare i propri profitti. Pensiamo a imprenditori come Flavio Briatore: non li vedremo mai vendere corsi o condividere i segreti del loro successo finanziario su piattaforme social. Questi veri imprenditori sono troppo impegnati a investire e creare valore nelle loro imprese per dedicarsi al marketing di se stessi come “maestri di ricchezza”.
Cosa fare se sei caduto nella trappola del “guru” della finanza
Poniamo che, nonostante tutto, qualcuno si sia lasciato convincere e abbia comprato un corso che prometteva guadagni incredibili. Una volta scoperto che i contenuti del corso sono meno formativi e utili di quanto sembrassero in pubblicità, cosa fare? Purtroppo, la legge non è sempre dalla parte del consumatore in questi casi.
La legge italiana, infatti, tutela dalle pubblicità ingannevoli, ma lascia molto margine a quello che si chiama “dolus bonus”, ovvero l’esagerazione promozionale. Per legge, è consentito vantare la qualità del proprio prodotto entro certi limiti, come un fruttivendolo che sostiene di avere la frutta migliore della città. Finché la pubblicità non è menzognera, ma si limita a enfatizzare i risultati, è difficile contestarla. Se però il corso si rivela davvero un prodotto con contenuti inferiori a quelli promessi – ad esempio meno ore di video di quanto dichiarato o argomenti diversi da quelli pubblicizzati – si potrebbe valutare di fare causa. Tuttavia, spesso chi vende questi corsi è residente a Dubai o in altri Paesi con una giurisdizione differente, il che rende ogni azione legale costosa e poco vantaggiosa per il cliente.
Conclusione: diventare più consapevoli e meno ingenui
Alla fine, non si tratta solo di essere furbi, ma di essere consapevoli di cosa si ha di fronte. Viviamo in un mondo in cui la vera conoscenza e la competenza finanziaria sono spesso molto più silenziose di quanto ci aspetteremmo. Chi ha veramente le chiavi del successo raramente ha bisogno di pubblicizzarlo. E, se vogliamo dirla tutta, il vero successo non è necessariamente quello che si vede sui social media. Guardiamo oltre i filtri e le pose studiate, e ricordiamo che investire su noi stessi significa anche investire su fonti di informazione autorevoli e trasparenti, che offrono valore reale e sostanza.
Il fascino del successo rapido e facile è comprensibile, ma l’esperienza insegna che costruire ricchezza richiede molto di più di un appartamento in affitto a Dubai o di un’auto sportiva noleggiata per l’occasione.
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