Un’adesione così, in Umbria, non si era mai vista. Lo sciopero della durata di 24 ore di venerdì 8 novembre del servizio di trasporto pubblico locale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Autoferrotranvieri, proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Autoferro senza il rispetto delle fasce di garanzia, ha toccato il 90% delle adesioni.
Tanti i disagi per i ragazzi che ieri mattina si sono trovati senza il pullman per andare a scuola. Altrettanti quelli per chi a Perugia ha trovato la saracinesca del Minimetrò abbassata. Ma a fermarsi sono state anche le scale mobili di Spoleto, mentre la navigazione sul Trasimeno ha garantito solo le corse essenziali. Al 90 per cento anche l’adesione in BusItalia.
“La risposta è stata massiccia escludendo i precettati che sono circa il 10 per cento – ha detto Ciro Zeno, rappresentante della Filt Cgil – Siamo stati a Roma, davanti al ministero dei Trasporti, con tantissima gente da tutta Italia. Siamo contro il governo che non è sensibile sul tema del Tpl. Tagliano 2 miliardi di euro al fondo per i trasporti, per l’Umbria peserà molto, circa 50 milioni, che è praticamente il costo di un anno di Tpl. Centomila operatori a livello nazionale non vedono più garanzie dal punto di vista contrattuale, e soprattutto un riconoscimento vero del governo per il lavoro che fanno. A fronte di 1.200 euro al mese si risponde con una patente che ne costa 4 mila. Negli ultimi vent’anni ci sono stati solo 3 rinnovi del contratto. Noi, come organizzazioni sindacali, stiamo spingendo perché venga riconosciuta dignità a questo delicato settore che non deve essere spacchettato per colpa di una politica così miope”.
I sindacalisti della Filt Cgil Umbria a Roma
“Noi stiamo facendo sciopero per aumentare il finanziamento del fondo nazionale dei trasporti, attualmente insufficiente, al fine di garantire il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, e il funzionamento del sistema del tpl – ha proseguito Fabio Ciancabilla, segretario regionale della Fit Cisl – Oltre a questo chiediamo una rivisitazione dell’attuale normativa che sia funzionale a una razionalizzazione del numero delle imprese che operano nel Tpl”.
Christian Di Girolamo, segretario regionale di Faisa Cisal, ha stigmatizzato le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini (“È giusto chiedere miglioramenti su salari e sicurezza. Mi spiace, però, che chi dice di rappresentare lavoratrici e lavoratori stia danneggiando milioni di italiani. Hanno bloccato l’Italia senza garantire fasce di garanzia: inaccettabile!”, ha scritto il vicepremier su X): “Lasciano a bocca aperta, perché è lui che non fa il bene dei lavoratori, non noi. Nell’ultima finanziaria c’è poco o niente per questo settore che è in forte crisi, ci saranno aziende che chiuderanno e loro non ci credono”. Intanto è stato convocato per martedì 12 novembre un incontro al ministero sulle problematiche del settore.
I sindacalisti della Faisa Cisal Umbria a Roma
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