Durante una recente L’Onorevole Dario Tamburrano, rappresentante di The Left, ha sollevato la questione della stampa 3D durante l’audizione della commissaria UE designata a Startup, Ricerca e Innovazione. In particolare Tamburrano ha chiesto a Ekaterina Zaharieva, la commissaria entrante a startup, ricerca ed innovazione, quali siano le sue conoscenze riguardo alla manifattura additiva, meglio conosciuta come stampa 3D e come intenda eliminare gli ostacoli normativi che ora ne frenano lo sviluppo.
Tamburrano ha sondato il terreno martedì 5 novembre, durante l’audizione della stessa Zaharieva, evidenziando come il risultato “non sia stato completamente soddisfacente, sebbene ella abbia dimostrato di avere approfondito la questione dopo le mie sollecitazioni in un precedente incontro avuto a Strasburgo il mese scorso.”
L’audizione in commissione è una fase cruciale della nomina dei nuovi commissari europei, che per entrare in carica devono ottenere la fiducia della commissione parlamentare di riferimento e successivamente dell’intero Parlamento europeo. Durante l’audizione c’è la possibilità di porre domande e Tamburrano ha sollevato appunto la questione della stampa 3D.
Secondo Tamburrano, si tratta di una tecnologia ormai matura, economica, non particolarmente condizionata da forniture extra UE. Tuttavia, pur essendo vantaggiosa, nell’UE la stampa 3D deve pedalare in salita: le norme tecniche rendono difficile immettere i prodotti sul mercato. I materiali di input non sono in moti casi inoltre soggetti ad alcuna sorveglianza ed etichettatura che ne certifichino i requisiti dichiarati dalle case.
Su queste due questioni, etichettatura dei materiali di input e certificabilità dei prodotti finiti, vertevano appunto le domande dell’Onorevole.
La prima domanda chiedeva cosa intendesse quindi fare la commissaria a startup, ricerca ed innovazione per aggiornare la normativa e permettere lo sviluppo della stampa 3D. Zaharieva ha risposto soprattutto in riferimento ai dispositivi medici stampati in 3D, assicurando la prossima revisione della normativa che li riguarda.
“In realtà – ha aggiunto Tamburrano – il Parlamento europeo a fine ottobre ha approvato una mozione che chiede alla Commissione europea di rivedere urgentemente il quadro normativo dei dispositivi medici. Di tutti i dispositivi medici: siano essi stampati in 3D o meno.”
Per quanto riguarda gli altri manufatti stampati in 3D, Zaharieva ha risposto che non mancherà di interessarsene.
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