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Legge di Bilancio, i piccoli comuni tremano #finsubito prestito immediato


GAIBA (Rovigo) – Le recenti disposizioni dello schema della Legge di Bilancio 2025 stanno generando una crescente preoccupazione tra i sindaci e le comunità dei Piccoli Comuni italiani, in particolare quelli con meno di 1.000 abitanti. Le misure in programma, tra cui tagli ai finanziamenti e riduzioni dei fondi per investimenti, rischiano di compromettere la gestione territoriale e la qualità dei servizi dei Cittadini in numerose aree del Paese, già provate da anni di ristrettezze economiche.

In Italia, i Piccoli Comuni rappresentano il 70% del totale dei Municipi e coprono circa il 55% del territorio nazionale, inclusi 2.012 Comuni con meno di 1.000 abitanti. Questi enti locali, situati spesso in aree protette o marginali, svolgono un ruolo fondamentale nel presidio del territorio, nei servizi alle comunità e nella tutela ambientale. Tuttavia, oggi queste aree sono minacciate da tagli drastici che ridurranno ulteriormente le risorse a loro disposizione.

Si segnalano in particolare, tra i tagli principali dell’ultimo anno e della nuova manovra, i seguenti:

Spending Review: La spending review di luglio 2024, tramite Decreto del Ministro dell’Interno, ha previsto un contributo alla finanza pubblica che prevede una riduzione di 250 milioni di euro annui dal 2024 al 2028, dei quali 200 milioni a carico dei Comuni e 50 milioni a carico delle province e città metropolitane. Tale contributo grava ulteriormente sui bilanci dei Piccoli Comuni, sottraendo fondi indispensabili per la spesa corrente ad anno in corso.

Mancato rifinanziamento del “Decreto Crescita”: Questo decreto, dal 2019, aveva garantito contributi vitali per progetti di manutenzione e sicurezza. Il decreto prevedeva una dotazione di 500 milioni di euro, permettendo contributi da 50.000 a 250.000 euro, per i Comuni in base alla popolazione. L’assenza di rifinanziamento priva i Comuni di risorse essenziali per la gestione e l’efficientamento delle infrastrutture locali.

Riduzione progressiva dei contributi per i Comuni con meno di 1.000 abitanti: Il fondo prevedeva di supportare gli investimenti nella messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, l’abbattimento delle barriere architettoniche, nonché interventi di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Nel 2024 il contributo è stato ridotto da 83.790,52 euro a 58.589,87 euro, e la nuova manovra prevede il suo completo azzeramento nel 2025.

Eliminazione dei fondi per il rilancio degli investimenti: Con l’abrogazione di 400 milioni di euro annui previsti per il 2025-2034, si annulla un importante strumento per interventi su edilizia pubblica, sicurezza stradale, prevenzione del dissesto idrogeologico e valorizzazione dei beni culturali.

Il Sole 24 Ore cita che il totale dei tagli di queste risorse fra il 2025 e il 2029 arriva a cumulare 3,195 miliardi, che va in senso opposto rispetto al rifinanziamento del fondo centrale per gli investimenti, gestito dal MEF, che riceverà 3,5 miliardi di euro nel 2027, 2 nel 2028, 1 nel 2029 e 2,5 all’anno dal 2030 al 2036. Inoltre secondo l’ultimo rapporto di Banca d’Italia su “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, nel mese di giugno il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 30,4 miliardi di euro, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito. Un dato che dimostra quanto, nonostante i tagli, gli enti locali siano parsimoniosi nella gestione dei loro bilanci limitati.

A tamponare come possono la carenza strutturale di risorse sono i Sindaci dei Piccoli Comuni, che spesso sono impegnati ad affrontare sfide quotidiane che vanno al di là delle loro mansioni. Sono note alla cronaca realtà dove gli amministratori locali si prestano come autisti di scuolabus, svolgono funzioni degli uffici e ne assumono l’onore delle responsabilità, impegnano il loro tempo libero per lo sfalcio del verde pubblico e altre attività che non vengono retribuite nell’ambito dell’amministrazione del Comune e gestione della cosa pubblica per sopperire alla carenza strutturale di risorse.

Questi tagli della nuova legge di bilancio colpiscono duramente le amministrazioni locali, che già affrontano sfide complesse legate allo spopolamento, al degrado del territorio, impegnate ad affrontare emergenze sociali crescenti, con un aumento dei costi energetici e senza le risorse necessarie per interventi di manutenzione e riqualificazione. D’accordo fare tutti sacrifici in un periodo difficile, però non cancelliamo le risorse agli enti locali. Non si può continuare a fare cassa sulla pelle dei Comuni.

Con la presente si vuole portare al centro del dibattito pubblico questo tema e al tempo stesso si auspica fortemente un impegno concreto delle forze politiche, e delle associazioni che rappresentano i Comuni nei vari tavoli istituzionali, per riconsiderare le attuali misure, sostenendo il mantenimento dei fondi essenziali per la tutela dei nostri territori, già in sofferenza, e che non possono sopportare ulteriori tagli che rischiano di far collassare i Comuni con un effetto domino con gravi conseguenze sulla Cittadinanza.

“Sono i Piccoli Comuni a fare grande l’Italia”.

Nicola Zanca – Sindaco di Gaiba



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