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ipotesi gioco con la pistola finito male – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


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Procedura celere

Si pensava a un agguato. A una vera e propria esecuzione, viste le modalità: un colpo alla testa, in fronte, poco prima dell’alba, nel centro storico di Napoli. Sembrava una vicenda già raccontata la morte di Arcangelo Correra, morto stamattina a soli 18 anni. E invece, con il trascorrere delle ore, la storia è cambiata. E così, se le indagini confermeranno tutto, l’ennesimo ragazzo che ha perso la vita violentemente tra Napoli e provincia, il terzo in soli 17 giorni, sarebbe morto per un “gioco” finito male.

Arcangelo Correra morto a Napoli, Gigi D’Alessio: «Non scherzate col fuoco, vi brucerà nel cuore». Geolier: «Terra mia umiliata»

Napoli, Arcangelo morto per un colpo di pistola: cosa è successo

Poco prima delle 5 Arcangelo, incensurato, era con altri due amici tra cui un suo parente, il fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 nel corso di una rapina da un poliziotto.

I ragazzi stavano maneggiando la pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. In particolare, forse per testare l’arma, avrebbero «scarrellato» e sarebbe stato espulso anche un proiettile, trovato a terra, sul posto. Questa, almeno, la versione dei fatti al vaglio della Squadra mobile che sta indagando.

Quello che è certo è che a morire è stato un altro ragazzo, solo di qualche anno più grande del quindicenne Emanuele Tufano, ucciso nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre nel corso di una sparatoria tra adolescenti nel pieno centro di Napoli. Pochi giorni dopo, ancora di notte, tra il 1 ed il 2 novembre, questa volta in provincia, a San Sebastiano al Vesuvio, è invece scoppiata una lite per una scarpa pestata. Ancora armi, ancora spari e ancora un morto, Santo Romano, 19 anni: il ragazzo che ha confessato quell’omicidio ha 17 anni.

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E oggi la fine della vita di Arcangelo, che era legata a quella di un altro giovanissimo morto ammazzato, Luigi Caiafa, la stessa fine che pochi mesi dopo fece anche suo padre. La lista, dunque, si allunga e sono in tanti a chiedere un intervento del governo: sui giovani, sulle armi, su una violenza che non fa sconti a niente e nessuno. Il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, ammette che quello che fanno le istituzioni «non è sufficiente» e parla della necessità di lavorare sull’educazione: «Le forze dell’ordine sono già molto attive», poi è importante la videosorveglianza, il controllo del territorio, dice, «ma soprattutto va fatta un’attività di sostegno forte negli ambienti dove crescono questi giovanissimi» e questo «ci deve spingere ulteriormente a lavorare sul lavoro, sull’inclusione sociale e sull’educazione».

Ma i cittadini vogliono risposte. Anche chi vive di turismo, a Napoli, è preoccupato. «L’ennesima sparatoria ci allarma, abbiamo ricevuto decine di segnalazioni di gestori e ospiti, ed alcuni hanno comunicato di voler lasciare le strutture della zona del centro storico. Auspichiamo una maggiore azione di monitoraggio e controllo sul territorio soprattutto nelle ore serali», dice il presidente dell’associazione dei b&b, affittacamere case vacanze, Agostino Ingenito.

Arcangelo Correra, chi era il 18enne morto in una sparatoria a Napoli: cugino di Luigi Caiafa, ucciso da un poliziotto durante una rapina

Proprio oggi, intanto, circa 300 persone sono scese in piazza per la manifestazione “Liberiamo Napoli dalle violenze“, organizzata da Libera e dalla diocesi. «Una straordinaria mobilitazione civile», l’ha definita Manfredi. Comitati e associazioni hanno insistito sull’importanza dell’educazione e di dare un futuro ai ragazzi, ma c’è anche chi è salito sul palco per spiegare quanto sia facile, oggi, per chiunque, munirsi di una pistola. Lo ha fatto il presidente di Asso.gio.ca, Gianfranco Wurzburger, che ha mostrato una scacciacani di quelle in vendita per soli 80 euro sul web e che può diventare letale con poche modifiche. E in una città dove anche ieri un sedicenne è stato denunciato, a Scampia, perchè era andato a scuola con un coltello serramanico nello zainetto, il tema dei giovani che escono armati continua ad essere centrale.

«A Napoli, in soli 17 giorni, tre ragazzi sono stati uccisi con armi da fuoco. Piantedosi dove sta?» si chiede Angelo Bonelli, deputato di Avs e portavoce nazionale di Europa verde, mentre per il Pd «il governo non può cavarsela con più carcere e basta. Abbiamo bisogno di un piano straordinario di intervento. Più assistenti sociali, più psicologi, più maestri». Secondo FdI quello che sta accadendo «rappresenta in tutta la sua drammaticità il fallimento della sinistra a Napoli» e il senatore napoletano della Lega Gianluca Cantalamessa, assicura che il governo darà una «risposta a questa emergenza con azioni concrete».

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