Aziende italiane sempre più puntuali nei pagamenti. Secondo l’ultimo rapporto di Cribis, società del gruppo Crif specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese, a livello nazionale aumentano le erogazioni regolari e diminuiscono i ritardi gravi. Anche se resta una differenza piuttosto netta tra Nord e Sud.
Secondo lo studio, aggiornato al 30 settembre 2024, nel terzo trimestre dell’anno in corso le aziende che pagano con puntualità sono il 44% sul totale delle realtà italiane analizzate. Il tempo medio di pagamento è pari a 67 giorni, in diminuzione rispetto ai 71 dello stesso periodo del 2023. Il terzo trimestre del 2024 conferma un quadro di stabilità, con un leggero aumento dei pagamenti puntuali rispetto al 2023 (+0,4%) e un calo dei ritardi gravi oltre i 90 giorni, che vedono una riduzione dello 0,8%.
La ricerca di Cribis, inoltre, evidenzia notevoli differenze per aree geografiche (le regioni del Nordest sono le più puntuali), settori merceologici (soffrono la ristorazione, il settore energy&telco e l’immobiliare) e dimensioni delle aziende (le microimprese mostrano performance migliori in termini di pagamenti puntuali, mentre quelle di medie dimensioni sono meno propense ai ritardi gravi).
«Alla fine del 2024 lo scenario politico ed economico si prospetta sempre più incerto proprio per i conflitti politici e i tassi che impattano negativamente sulla puntualità dei pagamenti delle imprese», ha spiegato l’amministratore delegato di Cribis, Marco Preti. «Nonostante ciò, in questi primi nove mesi abbiamo visto una risposta positiva da parte delle nostre aziende, con un miglioramento dei tempi medi di pagamento, ma ancora con una netta differenza tra il Nord e il Sud Italia».
Dall’analisi sulle macroaree geografiche il Nordest risulta l’area più affidabile col 52% di pagamenti puntuali, mentre le imprese del Sud e delle isole mostrano un comportamento meno virtuoso, col 31% dei pagamenti effettuati alla scadenza e il 6% delle imprese che paga con grave ritardo contro la media nazionale del 4%. Le regioni più virtuose sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, mentre maggiori criticità vengono riscontrate in Campania, Sardegna e Sicilia. La differenza si nota anche nei ritardi oltre i 90 giorni dalla scadenza: sono il 2% nel Nordest e il 6% nell’area del Sud e delle isole.
«Ampliando lo sguardo agli anni passati possiamo notare che tra la fine del 2019 e il 2020 abbiamo rilevato un incremento consistente dei ritardi gravi, come riflesso degli impatti della pandemia e delle maggiori difficoltà di liquidità», ha proseguito Preti. «Nel 2021 il dato ha iniziato a mostrare un trend in decrescita che ha riportato i valori più vicini ai livelli pre-pandemici. Al momento anche il 2024 rispecchia questo andamento, con una lieve ma continuativa diminuzione dei ritardi gravi».
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