Nel corso dei controlli intensificati al valico di Fernetti, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste hanno recentemente intercettato e sequestrato un carico di 70 confezioni di profumi contraffatti, nascosto a bordo di un’automobile con targa estera. La merce, composta da prodotti di noti brand internazionali come Gucci, Chanel, Dior, Burberry e Yves Saint Laurent, era trasportata da una cittadina romena che ha attirato l’attenzione dei finanzieri a causa del suo comportamento visibilmente nervoso. Il sequestro si inserisce nel piano di vigilanza rafforzata per contrastare l’ingresso di merci illecite nel Paese.
Fermata per un controllo di routine, la conducente dell’auto ha mostrato atteggiamenti d’ansia che hanno insospettito i finanzieri. A seguito di questa reazione, i militari hanno deciso di procedere con un’ispezione approfondita dell’auto, scoprendo un trolley contenente decine di confezioni di profumi apparentemente di marchi celebri. Gli articoli riportavano i loghi e il design tipico dei brand, un dettaglio che a prima vista poteva ingannare chiunque. Tuttavia, alcuni elementi del packaging hanno suggerito l’eventuale falsificazione: difformità visive rispetto alle confezioni ufficiali e la mancanza di documentazione adeguata ne hanno aumentato i sospetti.
Aggiornamento ore 8
Richieste le fatture di acquisto della merce, la donna ha fornito documenti che riportavano prezzi significativamente più bassi di quelli di mercato, un ulteriore segnale che ha spinto i militari a esaminare più attentamente il caso. La notevole discrepanza tra il prezzo d’acquisto dichiarato e il costo abituale dei prodotti ha confermato che si trattava probabilmente di merce contraffatta, destinata alla vendita come se fosse originale. I profumi sequestrati, infatti, una volta immessi sul mercato avrebbero raggiunto un valore stimato intorno ai 9.000 euro.
Aggiornamento ore 9
Alla luce dei riscontri raccolti, i finanzieri hanno proceduto al sequestro delle 70 confezioni di profumi contraffatti e al deferimento della donna all’Autorità Giudiziaria per il reato di introduzione nello Stato di prodotti con marchi falsi, oltre all’accusa di ricettazione. L’intervento si è rivelato parte di un quadro più ampio di attività di sorveglianza per arginare il commercio illegale di prodotti contraffatti, che rischia di danneggiare il mercato legale e di ingannare i consumatori.
Aggiornamento ore 10
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