- Ore 16:30 Milano in rosso. Il faro dei mercati è puntato su dati macro e banche centrali
- Ore 15:00 Il Ftse Mib accelera al ribasso dopo l’avvio debole di Wall Street e la raffica di dati macro Usa
- Ore 12:00 Ftse Mib in netto calo con le banche, Campari e Stellantis. Lo spread sale a 126 dopo l’asta di Btp
- Ore 11:00 Il Ftse Mib accelera al ribasso e lo spread sale a 124 con l’obiettivo del governo sul pil a rischio
- Ore 09:05 Ftse Mib in rosso con Stm, i titoli del lusso e Campari. Attesi rendimenti in rialzo all’asta di Btp e Ccteu
- Ore 08:00 Europa attesa in calo. Focus sui pil del terzo trimestre del 2024 di diversi paesi europei
Le borse europee chiudono in netto calo in scia agli ultimi deludenti rapporti sugli utili. Milano termina la giornata segnando un ribasso dell’1,2% con Campari che crolla del 18,5%, mente Amplifon perde il 4,56% dopo i conti, giù del 3,5% sia Prysmian che Stm. Dall’altra parte del listino regge Leonardo in rialzo dell’1,3%. Giù dell’1,3% anche Francoforte, mentre Parigi lascia a terra un -1,1%. Fa leggermente meglio Londra che resta sotto la parità (-0,7%). Mentre Wall Street ha invertito la rotta e vede tutti gli indici in rialzo, in attesa dei conti delle bigh tech.Gli investitori guardano anche al meeting della Fed della prossima settimana e, soprattutto, alle elezioni americane di martedi’ 5 novembre.
Ore 16:30 Milano in rosso. Il faro dei mercati è puntato su dati macro e banche centrali
Piazza Affari prosegue in calo, in linea con le altre borse europee, nonostante il dato sopra le attese del pil dell’Eurozona, cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre, e sulla scia dell’avvio debole e in ordine sparso per Wall Street. Gli investitori guardano anche al meeting della Federal Reserve della prossima settimana e, soprattutto, alle elezioni americane di martedì 5 novembre. L’indice Ftse Mib arretra dello 0,98% a 34.583 punti.
A Piazza Affari crolla Campari che arriva a cedere il 16,34%, dopo i conti deludenti pubblicati ieri e il taglio del target price da parte di alcune banche d’affari. Pesa Stellantis -2,15%, Prysmian -2,63%. Scivola Amplifon che lascia sul terreno il 3,02%, dopo la presentazione dei conti non convince gli investitori. Tra le poche blue chip positive in una seduta di vendite a Piazza Affari dove a dominare sono i realizzi causati anche dalle trimestrali inferiori alle attese, ci sono le azioni Leonardo +1,32%, Saipem +0,6%, Eni +0,16%, A2a +0,7%.
Ore 15:00 Il Ftse Mib accelera al ribasso dopo l’avvio debole di Wall Street e la raffica di dati macro Usa
Le borse europee accentuano i cali (Dax -1,32%, Cac40 -1,48%, Ftse100 -0,39% e Ftse Mib -1,23% a 34.495 punti mentre prosegue il sell-off su Campari, Stm, Stellantis, Prysmian, Azimut e Amplifon) dopo l’avvio debole di Wall Street (-0,08% il Dow Jones e -0,10% l’S&P500). Il rendimento del Treasury Usa 10 anni scende al 4,24% e l’euro resta in rialzo dello 0,13% a 1,082 dollari dopo l’altra raffica di dati macro Ue e Usa. Se il tasso d’inflazione annuale della Germania è salito al 2% a ottobre dall’1,6% di settembre, quando gli economisti si aspettavano una lettura dell’1,8%, l’inflazione armonizzata spagnola, nella lettura preliminare di ottobre, è cresciuta dello 0,4% a livello mensile.
Il pil degli Stati Uniti è aumentato meno del previsto, più posti di lavoro nel settore privato
Mentre il pil degli Stati Uniti è aumentato del 2,8% nel terzo trimestre, più lentamente rispetto al 3% del secondo trimestre, deludendo la stima del consenso degli economisti al 3%. Inoltre, in base alle stime dell’Automatic Data Processor, a ottobre in Usa è stato registrato un incremento dei posti di lavoro nel settore privato pari a 233.000 unità, ben oltre la stima del consenso a 115.000 unità. La lettura di settembre è stata rivista a 159.000 da 143.000 unità. Infine, nella settimana al 25 ottobre l’indice che misura il volume delle richieste di mutui negli Stati Uniti è calato dello 0,1%, dopo il calo del 6,7% della settimana precedente. Secondo un sondaggio di Reuters, la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse di 25 punti base il prossimo 7 novembre, con una maggioranza di oltre il 90% degli economisti che ha previsto un’altra manovra di un quarto di punto percentuale a dicembre.
Ore 12:00 Ftse Mib in netto calo con le banche, Campari e Stellantis. Lo spread sale a 126 dopo l’asta di Btp
I mercati azionari europei restano in ribasso (-0,70% il Dax, -1,28% il Cac40, -0,24% il Ftse100 e -1,05% a 34.558 punti il Ftse Mib alle 12 con Campari, le banche, Stm e Stellantis che restano sotto pressione, seguiti da Prysmian, Leonardo, Moncler e Ferrari). Lo spread Btp/Bund sale a 126,54 punti base dopo che nell’asta il Tesoro ha collocato l’importo massimo di 9 miliardi di euro con i rendimenti dei Btp a 5 e 10 anni saliti al livello più alto da agosto. In particolare, Via XX Settembre ha assegnato 2 miliardi di Btp a 5 anni con scadenza primo ottobre 2029 al tasso del 2,96% rispetto al 2,76% del precedente collocamento. Assegnati anche 3,5 miliardi nella riapertura del benchmark decennale, febbraio 2035, con un rendimento lordo del 3,57% rispetto al 3,43% dell’asta di fine settembre e 3,5 miliardi del nuovo Ccteu 15 aprile 2033 con un rendimento del 4,19%.
Il pil dell’Eurozona aumenta più delle attese nel terzo trimestre, ma c’è meno fiducia
Altra raffica di dati macro. Il pil dell’Eurozona è aumentato dello 0,4% nel terzo trimestre, dopo l’aumento rivisto dello 0,2% nei tre mesi precedenti, secondo i dati preliminari di Eurostat. La lettura ha battuto il consenso degli economisti che si aspettavano un incremento dello 0,2% trimestre su trimestre. Su base annua, è cresciuto dello 0,9% rispetto al precedente +0,6% anno su anno e al +0,8% anno su anno previsto. Inoltre, l’indice sulla fiducia economica nei Paesi dell’Eurozona si è attestato a 95,6 punti a ottobre, in lieve calo rispetto ai 96,3 di settembre, l’indice di fiducia delle imprese a -13 punti rispetto ai -11 del mese precedente, quello dei servizi a 7,1, invariato rispetto al dato rivisto settembre e quello della fiducia dei consumatori a -12,5 punti dai -12,9 di settembre.
Ore 11 Il Ftse Mib accelera al ribasso e lo spread sale a 124 con l’obiettivo del governo sul pil a rischio
Piazza Affari accelera al ribasso con l’indice Ftse Mib in calo dello 0,81% a 34.642 punti con le vendite che si accaniscono su Campari post conti (-15%), Stm, Stellantis, Amplifon, Azimut e i titoli del lusso che perdono oltre il 2%. Mentre l’euro sale dello 0,27% a 1,084 dollari e lo spread Btp/Bund raggiunge quota 124,6 punti base dopo che l’economia italiana nel terzo trimestre ha deluso le aspettative con una crescita nulla, un dato che dopo due modesti rialzi congiunturali mette ulteriormente a rischio l’obiettivo del governo per il 2024. Stando alla stima preliminare diffusa stamani dall’Istat, nel periodo luglio-settembre il pil corretto per gli effetti di calendario è risultato invariato dopo il +0,2% del trimestre precedente, a fronte di attese per un aumento dello 0,2%. L’economia nei tre mesi in esame ha evidenziato un’espansione a perimetro annuo dello 0,4%, sotto il consenso pari a +0,7%, dopo il +0,6% del trimestre precedente.
Meglio il pil della Germania e della Spagna
Invece, in Germania l’economia è cresciuta inaspettatamente dello 0,2% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Gli economisti avevano previsto un calo trimestrale dello 0,1% rivisto. Invece, il numero di disoccupati tedeschi è aumentato più del previsto a ottobre: +27.000 unità in termini destagionalizzati, raggiungendo i 2,86 milioni. Gli economisti avevano previsto un aumento di 15.000 unità. Il tasso di disoccupazione destagionalizzato è rimasto stabile al 6,1%. Ancora meglio l’economia spagnola, cresciuta più velocemente del previsto, +0,8% nel terzo trimestre rispetto al precedente trimestre, oltre le attese degli economisti di un +0,6%. Su base annua, la crescita del terzo trimestre è stata del 3,4%, oltre le stime (+3%).
Ore 09:05 Ftse Mib in rosso con Stm, i titoli del lusso e Campari. Attesi rendimenti in rialzo all’asta di Btp e Ccteu
Borse europee in rosso in avvio di seduta. Il Dax scende dello 0,39%, il Cac40 dello 0,71%, il Ftse100 dello 0,54% e il Ftse Mib dello 0,57% a 34.727 punti. L’euro sale dello 0,07% a 1,081 dollari dopo che il prodotto interno lordo francese è cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre del 2024 (+0,2% nei tre mesi precedenti), secondo i dati preliminari forniti dall’Insee, grazie alle Olimpiadi. Il dato è in linea con la stima del consenso degli economisti. Su base annua, l’economia francese è cresciuta dell’1,3%.
Attesi rendimenti in rialzo all’asta di Btp e Ccteu
Il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,536% con lo spread con il Bund in aumento a 123,9 punti base. Sono attesi rendimenti in rialzo per i titoli offerti dal Tesoro per un ammontare complessivo massimo di 9 miliardi di euro tra cui il nuovo Ccteu con scadenza 15 aprile 2033. In particolare, il Btp a 5 anni ieri, 29 ottobre, segnala Reuters, in chiusura aveva un rendimento del 2,93%, in rialzo rispetto al 2,76% del collocamento di fine settembre. Analogamente per il benchmark decennale, il febbraio 2035, il tasso scambiava al 3,55% da confrontare con il 3,43% del precedente collocamento. Sul primario si attiva anche la Grecia con 500 milioni in titoli di Stato a 13 settimane.
I tagli dei tassi Fed richiedono tempo per farsi strada nell’economia
I crescenti rendimenti obbligazionari, con quello del Treasury Usa 10 anni al 4,24% (il 29 ottobre al 4,3%), «hanno sottolineato come i tagli dei tassi da parte della Fed potrebbero richiedere del tempo per farsi strada nell’economia più ampia e potrebbero rivelarsi una spinta meno potente per l’economia di quanto molti si aspettino», spiega Antonio Tognoli di Cfo Sim. «Quando la Fed era nel mezzo del suo ciclo di restringimento dei tassi, gli aumenti dei tassi hanno in genere ritardi variabili e imprevedibili, il che significa che gli aumenti non filtrano attraverso l’economia tutti in una volta e non tutti gli aspetti dell’economia hanno lo stesso impatto. Ad esempio, il tasso di interesse medio pagato su tutti i mutui in essere è stato lento a salire durante il ciclo di rialzo perché la stragrande maggioranza dei prestiti immobiliari in essere sono mutui a tasso fisso trentennali, il che significa che sono ampiamente isolati da tassi più elevati».
Secondo i dati del Bureau of Economic Analysis, fino a giugno il tasso di interesse effettivo su tutti i debiti ipotecari in essere era in media solo del 3,92%. D’altro canto, i prestiti a breve termine, come le carte di credito e i prestiti auto, «riprezzano molto più rapidamente, quindi i tagli dei tassi hanno un impatto maggiore sui consumatori che utilizzano debiti a breve termine», prosegue Tognoli, osservando che la stessa dinamica si verifica quando la Fed taglia i tassi. «Mentre i mutuatari a breve termine possono provare un certo sollievo dai tagli dei tassi relativamente in fretta, l’impatto complessivo è tutt’altro che assicurato. Non solo ci sono ritardi variabili nel momento in cui i tagli dei tassi si fanno strada nell’economia, ma il tasso dei Fed Funds influisce direttamente solo sulla parte anteriore della curva dei rendimenti, ovvero i tassi a breve termine. In definitiva, i mercati del reddito fisso dettano i tassi a medio e lungo termine». Ad esempio, da quando la Fed ha tagliato i tassi di 50 punti base il mese scorso, il che ha portato il tasso effettivo dei Fed Funds a scendere dal 5,33% al 4,83%, i rendimenti sui titoli del Tesoro a due anni sono saliti al 4,1% da un minimo recente del 3,54% nella settimana precedente al taglio. Analogamente, i rendimenti sui titoli del Tesoro di riferimento a 10 anni, che sono la base per i tassi dei mutui, sono saliti dal 3,63% al momento del taglio al 4,24% alla fine della scorsa settimana. Ciò ha portato i tassi su un mutuo fisso a 30 anni a salire da una media nazionale del 6,58% al 7,21% alla fine della scorsa settimana.
A complicare ulteriormente la questione c’è il fatto che i rendimenti sui Treasury riflettono le aspettative che la Fed taglierà i tassi per un totale di ulteriori 100 punti base entro giugno 2025. «Ciò significa che il rendimento sui Treasury a 10 anni riflette già le aspettative di quei tagli e se la Fed non fosse in grado di farlo a causa di un aumento dell’inflazione, i rendimenti potrebbero salire ancora di più», conclude Tognoli.
A Milano male Stm, Stellantis, i titoli del lusso e Campari. Regge Unicredit
Sul listino milanese Stellantis perde l’1,81% a 11,17 euro, anche se è poco esposta al mercato cinese. Bruxelles ha fatto scattare la scure dei dazi sulle auto elettriche made in China. La decisione dell’Ue apre a tutti gli effetti una guerra commerciale che allarma le case automobilistiche tedesche fortemente radicate sul territorio cinese e trova invece il favore di Parigi, sostenitrice di una mossa vista come “cruciale per proteggere gli interessi dell’Europa a una settimana dall’incognita Donald Trump oltreoceano. Nel dettaglio, i nuovi dazi Ue si attestano al 7,8% per le Tesla prodotte a Shanghai, al 17% per Byd, al 18,8% per Geely e al 35,3% per Saic. Per gli altri gruppi che hanno collaborato all’indagine antitrust la mano di Bruxelles sarà più clemente, con un 20,7% di sovrattasse rispetto al 35,3% valido per tutte le aziende invece reticenti.
Vendite anche su Stm (-1,46% a 26,32 euro) in scia ai conti del terzo trimestre di Asm International (ricavi in aumento a 778,59 milioni di euro, ma utile netto in calo a 127,88 milioni) e sui titoli del lusso come Moncler che perde l’1,8% a 52,04 euro dopo aver chiuso il terzo trimestre con ricavi in calo del 3% su anno a cambi costanti, leggermente peggiore delle attese. Proprio Berenberg, in un report sul settore, ha detto che «investire nel settore del lusso è diventato una scommessa nell’attuale contesto macroeconomico. Un elemento chiave per l’outlook è la Cina, dove i venti contrari considerati ciclici potrebbero rivelarsi strutturali. I vincitori saranno quei marchi esposti al segmento del lusso assoluto più robusto o ben posizionati per crescere a livello di quota di mercato. È vero che le valutazioni possono sembrare elevate per alcuni marchi, ma lo sono sempre state, mentre le storie di crescita stanno diventando sempre più rare». Bertenberg ha quindi iniziato la copertura di sette aziende di beni di lusso, ecco le preferite: Brunello Cucinelli (buy, target price a 110 euro, stabile in borsa a 93,5 euro), Hermès (buy, target price a 2.330) e Lvmh (buy e target price a 695 euro). «Iniziamo inoltre la copertura su Kering (hold, target price a 230 euro), Moncler (hold, target price a 57 euro), Richemont (hold e target price a 140 franchi svizzerti) e Swatch Group (sell, e target price a 165 franchi svizzeri)», conclude il broker.
Conti anche per Campari (sospeso con un teorico -12,3% in avvio ha ripreso le contrattazioni e perde il 13,84% a 6,68 euro) che ha archiviato il terzo trimestre con un vendite e margini in calo e si aspetta che il persistente ciclo economico sfavorevole continui a impattare sui risultati dell’intero anno, in attesa di un graduale miglioramento a partire dal 2025, Lottomatica (-1,74% a 11,28 euro) che ha chiuso il terzo trimestre con utile netto adjusted di 55,3 milioni euro, in crescita di 16,8 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2023, ricavi per 485,6 milioni (+30%) e un ebitda adjusted di 165,8 milioni (+30%) ed Edison che ha registrato nei primi nove mesi dell’anno ricavi pari a 10,9 miliardi dai 14,05 miliardi dello stesso periodo del 2023, a seguito della riduzione dei prezzi medi di vendita delle materi prime, nonostante i maggiori volumi di energia elettrica (+1,5%) e gas (+17,9%) venduti. L’ebitda è salito a 1,4 miliardi (+13,3%): a trainare la performance è stata la produzione rinnovabile, che nel periodo ha rappresentato oltre il 29% del mix produttivo del gruppo, grazie soprattutto al contributo dell’idroelettrico. Attesa al test trimestrale anche Amplifon.
Tra le banche resta sorvegliata speciale Unicredit (-0,16% a 40,99 euro). In caso di fusione con Commerzbank, come riporta MF-Milano Finanza, Equita ha stimato sinergie di costo fino a 650 milioni. Unicredit può permettersi di pagare un premio fino al 45-50% con una valutazione tra 18,5 e 19,5 euro per azione, senza compromettere la propria solidità patrimoniale o la politica di remunerazione.
Leggi anche:
Quanto a Mps (-1,21% a 5,05 euro), secondo Il Corriere della Sera, il collocamento accelerato da parte del Mef (azionista al 26,7% dell’istituto), il terzo dall’inizio della privatizzazione un anno fa, arriverà dopo i conti dei nove mesi della banca che verranno presentati venerdì 8 novembre. La cordata guidata dalla Banca Finint di Enrico Marchi per rilevare il 10% di Mps tarda a prendere forma. Così il governo avrebbe deciso di procedere con la cessione sul mercato. L’intenzione è di scendere sotto la soglia del 20%, una quota che garantirebbe la presenza solida dell’azionista pubblico per eventualmente governare poi un’eventuale aggregazione per la nascita di un nuovo polo del credito. Infine, la controllata Usa di Avio (-0,16% a 12,18 euro) ha annunciato che collaborerà con Acmi Properties per progettare il suo primo impianto di produzione di motori a propellente solido negli Stati Uniti.
Ore 08:00 Europa attesa in calo. Focus sui pil del terzo trimestre del 2024 di diversi paesi europei
Borse europee attese in calo in avvio di seduta. Il future sull’Eurostoxx50 segna un -0,16%. Invece, i futures statunitensi salgono (+0,13% quello sul Dow Jones e +0,24% quello sull’S&P500) all’indomani del record del Nasdaq e della trimestrale superiore alle attese di Alphabet. La casa madre di Google ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in rialzo del 34% a 26,30 miliardi di dollari su ricavi in aumento del 15% a 88,26 miliardi. I ricavi da pubblicità sono stati pari 65,85 miliardi. Il titolo ha fatto un +5% nel dopo borsa a Wall Street.
Focus sui pil del terzo trimestre del 2024 di diversi paesi europei
L’euro sale dello 0,11% a 1,082 dollari in attesa di una serie di pil del terzo trimestre del 2024 di diversi paesi europei: Europa (stima +0,2% trimestre su trimestre, invariato rispetto a settembre), Francia (stima +0,3% contro +0,2% del secondo trimestre), Spagna (+0,6% contro +0,8% del secondo trimestre), Germania (stima -0,1% invariato rispetto al secondo trimestre), Italia (stima +0,2%, invariato rispetto al secondo trimestre). Oltre al pil è attesa l’inflazione anno su anno ottobre della Spagna (+1,7% contro +1,5% di settembre) e della Germania (stima +1,8% contro +1,6% di settembre). «Se i dati fossero confermati crediamo che supporterebbero un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse di 25 punti base nel meeting della Bce del 12 dicembre prossimo», afferma Antonio Tognoli di Cfo Sim.
E sull’inflazione in Spagna e in Germania
Alle 13:30 è il turno del pil del terzo trimestre degli Stati Uniti (stima 3%, invariato rispetto al secondo trimestre). In uscita anche gli occupati Adp di ottobre (stima 101 mila contro 143 mila di settembre). «Non siamo del tutto sicuri che un raffreddamento dei dati del lavoro, unito a una crescita del pil sempre superiore a quella potenziale tra il 2-2,5% non possa far cambiare idea alla Fed sul percorso di discesa dei tassi», aggiunge Tognoli. Alle 14 è poi in agenda l’inflazione armonizzata a ottobre preliminare della Germania (precedente:-0,1% mese su mese, +1,8% anno su anno; consenso: +2% anno su anno) e l’inflazione a ottobre preliminare (precedente: invariata mese su mese, +1,6% anno su anno), alle 15 l’indice pending home sales a settembre degli Usa (precedente: +0,6% mese su mese) e alle 16:30 le scorte settimanali di petrolio (precedente: +6,2 milioni di barili) che al momento vede il prezzo del Wti salire dello 0,92% a 67,83 dollari e del Brent dello 0,82% a 71,31 dollari al barile.
Prezzi del petrolio in ripresa
Comunque, restano vicino ai minimi da oltre un mese, mentre gli operatori soppesavano il potenziale cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah e l’aumento delle forniture di greggio dell’Opec+ rispetto a un possibile calo delle scorte di carburante degli Stati Uniti. Un giornalista di Axios ha affermato su X che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe tenuto un incontro con diversi ministri, i capi delle forze armate e dell’intelligence per discutere di una soluzione diplomatica alla guerra in Libano. Un accordo che ponga fine ai combattimenti tra Israele e Hezbollah potrebbe essere raggiunto entro poche settimane, hanno dichiarato funzionari israeliani e statunitensi, secondo quanto riportato da Axios. «I guadagni rimangono limitati, data la mancanza di catalizzatori rialzisti per guidare un rialzo più sostenuto», ha dichiarato Yeap Jun Rong, strategist di IG. «Un accordo per il cessate il fuoco in Medio Oriente è sul tavolo, il che riduce i rischi di un’escalation più ampia che impatti sulla produzione di petrolio, mentre all’orizzonte c’è ancora lo scioglimento dei tagli alla produzione da parte dell’Opec+», ha aggiunto. L’Opec+, che raggruppa l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e alleati come la Russia, dovrebbe aumentare la produzione di 180.000 barili al giorno.
A Milano occhio a Stellantis, Moncler, Brunello Cucinelli, Unicredit, Mps, Campari, Lottomatica, Edison
Sul listino milanese attenzione a Stellantis, anche se è poco esposta al mercato cinese, dopo che Bruxelles ha fatto scattare la scure dei dazi sulle auto elettriche made in China. La decisione dell’Ue apre a tutti gli effetti una guerra commerciale che allarma le case automobilistiche tedesche fortemente radicate sul territorio cinese e trova invece il favore di Parigi, sostenitrice di una mossa vista come “cruciale per proteggere gli interessi dell’Europa a una settimana dall’incognita Donald Trump oltreoceano. Nel dettaglio, i nuovi dazi Ue si attestano al 7,8% per le Tesla prodotte a Shanghai, al 17% per Byd, al 18,8% per Geely e al 35,3% per Saic. Per gli altri gruppi che hanno collaborato all’indagine antitrust la mano di Bruxelles sarà più clemente, con un 20,7% di sovrattasse rispetto al 35,3% valido per tutte le aziende invece reticenti.
Tra i titoli del lusso, occhio a Moncler che ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in calo del 3% su anno a cambi costanti, leggermente peggiore delle attese. Proprio Berenberg, in un report sul settore, ha detto che «investire nel settore del lusso è diventato una scommessa nell’attuale contesto macroeconomico. Un elemento chiave per l’outlook è la Cina, dove i venti contrari considerati ciclici potrebbero rivelarsi strutturali. I vincitori saranno quei marchi esposti al segmento del lusso assoluto più robusto o ben posizionati per crescere a livello di quota di mercato. È vero che le valutazioni possono sembrare elevate per alcuni marchi, ma lo sono sempre state, mentre le storie di crescita stanno diventando sempre più rare». Bertenberg ha quindi iniziato la copertura di sette aziende di beni di lusso, ecco le preferite: Brunello Cucinelli (buy, target price a 110 euro), Hermès (buy, target price a 2.330) e Lvmh (buy e target price a 695 euro). «Iniziamo inoltre la copertura su Kering (hold, target price a 230 euro), Moncler (hold, target price a 57 euro), Richemont (hold e target price a 140 franchi svizzerti) e Swatch Group (sell, e target price a 165 franchi svizzeri)», conclude il broker.
Conti anche per Campari che ha archiviato il terzo trimestre con un vendite e margini in calo e si aspetta che il persistente ciclo economico sfavorevole continui a impattare sui risultati dell’intero anno, in attesa di un graduale miglioramento a partire dal 2025, Lottomatica che ha chiuso il terzo trimestre con utile netto adjusted di 55,3 milioni euro, in crescita di 16,8 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2023, ricavi per 485,6 milioni (+30%) e un ebitda adjusted di 165,8 milioni (+30%) ed Edison che ha registrato nei primi nove mesi dell’anno ricavi pari a 10,9 miliardi dai 14,05 miliardi dello stesso periodo del 2023, a seguito della riduzione dei prezzi medi di vendita delle materi prime, nonostante i maggiori volumi di energia elettrica (+1,5%) e gas (+17,9%) venduti. L’ebitda è salito a 1,4 miliardi (+13,3%): a trainare la performance è stata la produzione rinnovabile, che nel periodo ha rappresentato oltre il 29% del mix produttivo del gruppo, grazie soprattutto al contributo dell’idroelettrico. Attesa al test trimestrale anche Amplifon.
Tra le banche resta sorvegliata speciale Unicredit. In caso di fusione con Commerzbank, come riporta MF-Milano Finanza, Equita ha stimato sinergie di costo fino a 650 milioni. Unicredit può permettersi di pagare un premio fino al 45-50% con una valutazione tra 18,5 e 19,5 euro per azione, senza compromettere la propria solidità patrimoniale o la politica di remunerazione.
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Quanto a Mps, secondo Il Corriere della Sera, il collocamento accelerato da parte del Mef (azionista al 26,7% dell’istituto), il terzo dall’inizio della privatizzazione un anno fa, arriverà dopo i conti dei nove mesi della banca che verranno presentati venerdì 8 novembre. La cordata guidata dalla Banca Finint di Enrico Marchi per rilevare il 10% di Mps tarda a prendere forma. Così il governo avrebbe deciso di procedere con la cessione sul mercato. L’intenzione è di scendere sotto la soglia del 20%, una quota che garantirebbe la presenza solida dell’azionista pubblico per eventualmente governare poi un’eventuale aggregazione per la nascita di un nuovo polo del credito. Infine, la controllata Usa di Avio ha annunciato che collaborerà con Acmi Properties per progettare il suo primo impianto di produzione di motori a propellente solido negli Stati Uniti. (riproduzione riservata)
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