A una settimana esatta dal voto americano, il prossimo 5 novembre, c’è ancora grande incertezza sul nome del prossimo presidente degli Stati Uniti. Ma non per i mercati finanziari, che si sono chiaramente posizionati su un preciso candidato. Se infatti a livello nazionale i sondaggi vedono la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump sostanzialmente alla pari, intorno al 48% ciascuno, le previsioni dei mercati indicano attualmente Trump come il favorito, con una probabilità di vittoria del 66% circa al 29 ottobre.
I risultati delle elezioni Usa influenzeranno i mercati finanziari, obbligazionari e azionari, nei prossimi mesi perché l’impatto delle politiche si riflette inevitabilmente sull’economia e sulle traiettorie degli utili aziendali. Ma, non è solo la presidenza che conta. I mercati osserveranno con attenzione anche il controllo della Camera e del Senato per determinare la probabilità che il programma di uno dei due partiti venga attuato. Ecco allora cosa prevede Pictet Asset Management riguardo i possibili impatti su economia, obbligazioni e azioni, a seconda di chi vincerà.
L’impatto delle elezioni Usa sull’economia
Se sulla politica commerciale si evidenzia una leggera convergenza fra i due candidati, restano forti le divergenze sulla politica fiscale e di bilancio e, ancor più, sull’immigrazione. “Sul fronte dell’imposizione di tariffe, una politica normalmente più attribuita a Trump, la distanza con Harris si è accorciata e si registra una tendenza a convergere tra i due candidati. – indicano Andrea Delitala, Head of Investment Advisor, e Marco Piersimoni, Co-Head Euro Multi Asset di Pictet Asset Management – Lo stesso si può dire sul tema fiscale, con la differenza che Trump ha intenzione di abbassare le tasse senza azioni compensative che, almeno in parte, Harris metterebbe in atto alzando le imposte sulle grandi imprese e le persone di fascia più abbiente”.
Uno studio non partisan del Comitato per un Budget Responsabile indica che il programma di Trump avrebbe un impatto più che doppio sulla crescita del debito pubblico nel prossimo decennio: 7,5 trilioni di dollari per quello del candidato repubblicano e 3,5 trilioni per quello dell’esponente democratica.
Per quanto riguarda l’inflazione, con Trump alla Casa Bianca si avrà una maggiore propensione a politiche inflazionistiche – anche attraverso dinamiche salariali più vivaci per il mancato afflusso di immigrati nella forza lavoro – e di spesa pubblica. “Questo rischio – precisano da Pictet AM – è anche acuito dalla probabilità che, con Trump presidente, anche la maggioranza al Congresso risulti allineata (Republican sweep, ovvero i repubblicani raggiungano la maggioranza sia alla Camera che al Senato). In caso di una vittoria di Harris, invece, cambierebbe molto poco rispetto a ora”.
Quanto allo scenario macroeconomico di base, Pictet AM vede più plausibile un soft landing per gli Stati Uniti, vale a dire un rientro strutturale dell’inflazione accompagnato da crescita economica vicina al potenziale (circa 1,8%). In più, ci sarebbe la promessa di un pronto intervento da parte della Federal Reserve in caso di rallentamento. Il governatore Powell ha ribadito che la priorità della banca centrale americana non è più l’inflazione, che ha una traiettoria discendente, bensì l’andamento del mercato del lavoro. E questo spiega le recenti reazioni amplificate dei mercati ai dati sulle buste paga (non-farm payrolls) e sui salari. I prossimi dati verranno diffusi proprio questa settimana, venerdì 1 novembre.
L’impatto delle elezioni Usa sui mercati finanziari
Di fronte ai possibili scenari elettorali, quello su cui vale la pena concentrarsi è quello più probabile secondo i mercati finanziari, ovvero il Trump Sweep, cioè la vittoria delle presidenziali e la maggioranza repubblicana al Congresso. “In questo caso, – prevedono i due esperti – il mercato obbligazionario potrebbe subire l’impatto dei timori inflazionistici, mentre la direzione delle azioni potrebbe essere più incerta, ma verosimilmente il taglio delle tasse alle imprese sarà letto positivamente dai mercati”. In parole semplici, qualche contraccolpo sul reddito fisso Usa è verosimile. In caso di Harris Sweep (molto meno probabile), lo scenario sarebbe l’esatto opposto, visto il piano di aumento delle tasse sulle società. Infine, la vittoria di Harris con Congresso diviso sarebbe letta come uno status quo, per cui ci sarebbero meno cambiamenti rispetto allo scenario attuale.
Obbligazioni: una vittoria di Trump aumenterebbe l’appetibilità dei Tips
In caso di vittoria di Trump è lecito aspettarsi politiche più inflazionistiche, per questo tra i titoli di Stato Usa Pictet AM ritiene interessanti quelli indicizzati all’inflazione. “Guardiamo con più interesse ai Tips, i titoli indicizzati all’inflazione, perché in caso di vittoria di Trump è lecito aspettarsi il mercato reagire a prospettive di politiche più inflazionistiche, e dunque vedere la parte reale sovraperformare quella nominale, che potrebbe rivedere rendimenti superiori al 4,5%”.
Sul fronte degli investimenti, la correlazione tra obbligazionario e azionario è tornata in territorio negativo e questo aiuta nella costruzione del portafoglio. “Questo regime è tipico di quando le incertezze non si concentrano tanto sull’andamento dell’inflazione, ma piuttosto sul tenore della crescita economica. – precisano Delitala e Piersimoni – Ciò potrebbe temporaneamente regredire verso comportamenti più correlati delle maggiori classi di attivo se si paventassero politiche inflazionistiche, e quindi, un conseguente irrigidimento monetario della Fed”.
Inoltre, aggiungono i due esperti, un irrigidimento della Fed potrebbe tradursi in un ridimensionamento dei tagli attesi ed influire sulle politiche di altre banche centrali, con effetti negativi per esempio sui mercati emergenti e in Europa.
Azioni: con Trump volano small cap, banche ed energia. Con Harris le aziende dell’Ira
Per quanto riguarda l’azionario, la vittoria di Trump favorirebbe le small cap , che beneficerebbero della politica America First, rispetto alle multinazionali. Inoltre, secondo Pictet AM, un altro settore impattato positivamente sarebbe quello delle banche, visto che i repubblicani vogliono meno regole e tasse, e quello dell’energia, grazie a un impulso delle esportazioni.
Cosa succederebbe, invece, in caso di Harris vincente e Congresso a maggioranza democratica? “Sarebbero impattate negativamente le aziende farmaceutiche, a causa della probabile imposizione di prezzi controllati sui medicinali. – rispondono i due esperti – Inoltre, sarebbero beneficiate tutte quelle aziende toccate dall’Inflation reduction Act (IRA), che molto probabilmente verrebbe preservato”.
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