Tredici arresti e tre obblighi di dimora. Coinvolti datori di lavoro e impiegati di centri per l’impiego che incassavano denaro per rilasciare false certificazioni da presentare per il permesso di soggiorno. Ogni pratica costava tremila euro
Soldi per ottenere certificazioni e poi permessi di soggiorno. Pagati dai migranti a un’associazione criminale che vede coinvolti anche datori di lavoro e dipendenti di centri per l’impiego compiacenti. La rete è stata smantellata da una operazione dei carabinieri di Eboli, su indagine della Procura di Salerno, che ha eseguito una ordinanza di misura cautelare nelle province di Salerno, Napoli, Avellino e Padova. Tredici le persone arrestate, due in carcere e 11 ai domiciliari, e tre obblighi di dimora.
L’indagine ha riguardato una organizzazione criminale che garantiva ai migranti, dietro pagamento di somme ingenti, la falsa documentazione richiesta dal decreto flussi ed emersione dal lavoro irregolare per ottenere così il permesso di soggiorno in Italia. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati in materia di immigrazione, falsi, devastazione, incendi e una serie di reati ai danni di compagnie assicurative.
Il centro operativo dell’organizzazione criminale era nella Piana del Sele. Qui il gruppo, grazie alle certificazioni fasulle garantite dai datori di lavori compiacenti e all’aiuto dei dipendenti dei centri per l’impiego ha prodotto 240 pratiche illegali. Per ogni pratica andata a buon fine, l’organizzazione chiedeva 3.000 euro: di cui 1.300 al datore di lavoro e la restante parte per ogni migrante che otteneva il soggiorno. Due degli indagati avrebbero anche incendiato un’abitazione a Postiglione, in provincia di Salerno, per ottenere il risarcimento assicurativo di un milione e 400mila euro.
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