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Il Griot blues di Baba Sissoko ha chiuso la 18ª edizione del festival Ottobre in Poesia #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari. Energie artistiche e antiche tradizioni che si intrecciano, musica e parole che si fondono per trasmettere un messaggio di pace e fratellanza. Sul palco del teatro dell’Exma.Ter di Sassari, domenica 27 ottobre, la musica tradizionale del Mali e il Griot blues di Baba Sissoko, ospite d’eccezione dell’ultimo appuntamento del festival internazionale poetico della Sardegna, Ottobre in Poesia. Tra i maggiori esponenti della musica etnica e jazz, impegnato nella diffusione della tradizione musicale del Mali, Sissoko, sue le collaborazioni negli anni con Pino Daniele, Omar Sosa e Enzo Avitabile, ieri ha travolto e trascinato in un concerto parlato il pubblico del festival, presenti in sala anche l’assessora comunale alla Pianificazione territoriale, Maria Francesco Fantato e il vicesindaco Salvatore Dau, ricordando il suo antico legame con la Sardegna e gli amici musicisti, dal grande pioniere del jazz in Sardegna e in Italia Isio Saba, scomparso nel 2013, ai colleghi musicisti Paolo Fresu e Antonello Salis. Ritmo blues con gli strumenti artigianali dell’Africa e poesia il filo conduttore della serata che ha visto sul palco, a sorpresa, anche il poeta afgano Basir Ahang per la lettura di una poesia in parsi, accompagnato dal n’goni di Sissoko, piccolo strumento a corde tipico del Mali. Il giornalista e poeta hazara è stato anche il protagonista dell’incontro di sabato 26 ottobre nei nuovi spazi Arci di Sassari del centro culturale “Tom Benetollo” per raccontare e condividere ancora una volta con il mondo la storia della comunità hazara, alla quale Basir Ahang appartiene, dal 2008 rifugiato politico in Italia, dove ha lavorato anche come interprete e mediatore culturale. La storia di un popolo con gli occhi a mandorla, 140 anni fa tra le comunità più numerose dell’Afghanistan, circa il 62% della popolazione, sterminato nei secoli dai talebani, oggi l’unico gruppo terroristico che governa un paese – ha ricordato Basir – un’etnia vittima di persecuzione e genocidio tanto da rappresentare oggi soltanto il 9% della popolazione afgana. A dialogare con Basir Ahang il presidente dell’Arci Nord Sardegna Franco Uda e Leonardo Onida, direttore artistico del festival, occasione preziosa per ricordare quello che accade oggi in un paese dimenticato dal mondo. «Un uccello ha più diritti di una donna in Afghanistan – ha sottolineato il giornalista – perché nel mio paese è in atto una vera e propria «gender apartheid»: le donne non hanno diritto di uscire di casa, di parlare a voce alta, di passeggiare liberamente in un parco. «La poesia è uno strumento molto potente – ha spiegato Basir, leggendo una delle sue poesie contenute nella raccolta “Sogni di tregua” – per raccontare la sofferenza della comunità e del paese al quale appartengo».

«Un connubio di musica e poesia in questa edizione del festival – ha spiegato Leonardo Onida – perché è quella che noi consideriamo la nuova frontiera della pace, sempre con un pensiero rivolto a Carlo Valle, per noi il poeta del sorriso». A lui quest’anno sono state dedicate le serate più importanti della rassegna, come quella che ha visto ospite domenica 20 ottobre, sempre all’Ema.Ter di Sassari, il musicista e compositore friulano Claudio Cojaniz, durante la quale come per il concerto di Sissoko e lo spettacolo “La vera storia degli elementi”, il 17 ottobre al Cinetetatro Miramare di Alghero, con la vendita dei biglietti sono stati raccolti fondi per la neo-associazione dedicata all’attore scomparso prematuramente lo scorso anno. Il pianista e organista nato a Palmanova, musicista jazz con alle spalle un’ampia attività di compositore, si è esibito insieme al cantante Marco Muntoni, voce solista del coro di Tempio “Gavino Gabriel”, dando vita ad un progetto di pura improvvisazione jazz e canto tradizionale che ha conquistato il pubblico in sala. Una lunga cavalcata poetica partita da Pinerolo, in Piemonte, e proseguita a Roccella Jonica, in Calabria, con tappe quest’anno per la prima volta a Quartu S. Elena, e ancora Cagliari, Alghero, Roma e Tissi, con i tradizionali laboratori poetici rivolti ai bambini, sino ad arrivare a Sassari, dove nel 2007 è nato il festival. Grande successo anche per il ritorno dell’iniziativa “DUP: Decoro Urbano Poetico – FRUTTIdiVERSI”, le installazioni poetiche visibili nelle vie del centro storico cittadino, grazie alle quali è stato possibile partecipare alla caccia al tesoro di numerose pergamene poetiche donate da artisti di strada e da molti bar del centro.



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