Seduta della V Commissione dedicata interamente alle audizioni in ordine alla clausola valutativa della legge regionale 9 agosto 2019, n. 42 che istituisce il reddito energetico regionale e sulla base della quale, con la redazione di un regolamento, è stato emanato il primo bando per accedere alle agevolazioni previste.
La legge sul reddito energetico, partorita per facilitare la promozione della cultura delle energie rinnovabili anche alle famiglie meno abbienti e aiutarle a superare la povertà energetica, prevede la concessione di contributi da parte della Regione per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle abitazioni. Sullo stato di attuazione, sulle criticità e sui percorsi intrapresi per il proseguimento della misura è intervenuto Francesco Corvace, dirigente della Sezione Transizione Energetica della Regione Puglia, che ha consegnato alla Commissione una relazione sui risultati ottenuti e sull’efficacia della legge nonché del regolamento conseguente.
Il dirigente ha riferito che la misura di incoraggiamento all’utilizzo di fonti rinnovabili ha funzionato poco e in modo non soddisfacente, tanto che già nel 2022 si è proceduto all’emanazione di una legge di modifica della legge originaria alla quale dovrebbe seguire un nuovo regolamento propedeutico al nuovo bando.
In sintesi un’esperienza dal potenziale virtuoso ma che non si è espresso come avrebbe dovuto e che ha subito un momento di stallo che Corvace ha giustificato con la concomitanza con l’emanazione di nuove norme di livello nazionale sull’autoconsumo diffuso e sulle comunità energetiche. Tra le criticità evidenziate, lo scarso numero di istanze pervenute, non più di 400, e l’ancor più esiguo numero di istruttorie concluse (al momento erogate in tutto 134), a fronte di una disponibilità finanziaria circa 6,8 milioni di euro per l’erogazione di contributi a fondo perduto.
Quindi la disamina, anche da parte degli stakeholder intervenuti (rappresentati del Distretto dell’edilizia sostenibile, dell’Anaci, dell’Anci e di Confedilizia) delle ragioni del mancato decollo della misura.
Oltre alla complessità intrinseca del procedimento, nel bando era previsto che le aziende installatrici avessero una sorta di obbligo solidale nella gestione e manutenzione dell’impianto. Un elemento, rilevato anche dal rappresentante degli amministratori di condominio, che ha portato molti operatori economici a ritirare l’offerta, facendo fallire la pratica in fase di istruzione. Corvace ha registrato al momento ben 178 operatori che non hanno adempiuto ai loro obblighi sulle 298 istanze potenzialmente ancora finanziabili. Né pare possibile, allo stato, una qualche forma di flessibilità per un possibile cambio di operatore ad istanza presentata.
Il dirigente ha aggiunto che la legge del 2022 di modifica della 42 ha già eliminato l’obbligo solidale, inserendo invece un obbligo generico di garanzia, per un numero di anni e con modalità demandate all’approvando regolamento.
Ha confermato che misura sarà rifinanziata e che, come previsto dalla legge, il fondo è alimentato principalmente in base a un accordo con il Mase, in scadenza e in via di nuova sottoscrizione, che permette alla Regione di utilizzare parte delle royalties sull’estrazione di idrocarburi per il reddito energetico. La misura poi si autoalimenta attraverso una sorta di fondo di rotazione con l’incasso da parte della Regione, in convenzione con il Gse, degli incentivi alla produzione di energie rinnovabili. Nelle intenzioni, proprio per alleggerire le attività procedimentali in capo alla struttura regionale, si è ipotizzato nella nuova convenzione un maggiore coinvolgimento di Gse come partner tecnico per l’istruzione e l’espletamento delle pratiche.
«Un dibattito utile – ha concluso il presidente della commissione Michele Mazzarano – che dà rilevanza all’inserimento della clausola valutativa facendo emergere nuove esigenze, possibili suggerimenti alla struttura e nuove iniziative consiliari per migliorare la legge e la sua applicazione».
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