Le proteste contro i bed and breakfast scoppiate a Barcellona nei mesi scorsi hanno trovato eco anche in tante altre città italiane, Cagliari compresa. Qui si trovano circa 2200 strutture regolari, ma se si calcolano anche quelle presenti nella Città metropolitana il numero supera i 5400. Tanti residenti si dicono “stufi” della presenza massiccia di turisti che, periodicamente, affollano i palazzi dei quartieri storici di Castello, Marina e Stampace, contribuendo a quella che è stata definita da più parti “mala movida”, tra schiamazzi notturni e rifiuti lasciati abbandonati per strada. Non solo, c’è anche chi parla di rischio di “overtourism”, espressione utilizzata dall’organizzazione mondiale del turismo per riferirsi al “sovraffollamento turistico” in città molto gettonate per trascorrere le proprie vacanze o qualche giorno fuori porta. “Ma se non ci fossero i bed and breakfast, Cagliari sarebbe vuota”, replica a CagliariToday la presidente dell’associazione regionale dei b&b, Laura Zazzara. “Considerando, poi, che a partire da fine ottobre, i voli verso la città sono dimezzati, è difficile parlare di overtourism”.
“Cagliari non è Ibiza”
Secondo i dati dell’associazione regionale dei bed and breakfast, sono circa 2200 le strutture registrate nel capoluogo sardo. “Dal prossimo novembre entrerà in vigore anche la nuova normativa relativa al codice identificativo nazionale, quindi i b&b in nero saranno costretti a registrarsi oppure chiuderanno”, spiega Laura Zazzara. “Ma in ogni caso, credo che questa ‘guerra’ contro i bed and breakfast in città sia nata un po’ sulla scia delle varie manifestazioni diffusesi in tutta Europa, senza considerare diversi aspetti che rendono Cagliari molto diversa da mete come Barcellona”. In primis, dice Zazzara, “i vacanzieri arrivano in città dal primo aprile al 30 ottobre per via dei voli a disposizione, dunque il flusso turistico è nettamente inferiore rispetto a destinazioni che presentano collegamenti attivi durante tutto l’anno”. Il rischio di overtourism, quindi, non è contemplato. “La nostra città – prosegue la presidente dell’associazione regionale dei b&b – viene scelta non tanto per quel tipo di divertimento che si può trovare in località come Ibiza, ma per una vacanza all’insegna del relax e della cultura o dello sport: basti pensare che, diversamente da altre cittadine turistiche, a Cagliari c’è sì il mare ma anche tante altre attrattive come il centro storico, i musei, il parco di Molentargius e così via”. La maggior parte dei turisti che alloggia nei b&b a Cagliari arriva dal nord Europa, soprattutto tedeschi, inglesi, francesi, autstriaci, belgi, svizzeri, e americani in crescita. “Tra l’altro, a proposito degli statunitensi, sono quelli che soggiornano anche fuori stagione perché utilizzano sempre i voli verso Roma o Milano, garantiti anche in periodo autunnale e invernale in Sardegna”. “A livello europeo – aggiunge – stanno sponsorizzando Cagliari come meta sicura, e la maggior parte dei turisti sono coppie, anche giovani, o famiglie”.
Edifici abbandonati e inquilini morosi
Dall’altra parte della ‘barricata’, ci sono i proprietari e gestori dei b&b che sostengono di aver contribuito a dare “nuova vita” al centro storico di Cagliari, a partire dall’apertura dell’area pedonale in corso Vittorio Emanuele, via Garibaldi e via Manno – correva l’anno 2012 con la prima giunta guidata dal sindaco Massimo Zedda – quando residenti e turisti sperimentavano per la prima volta una città a misura di passeggiate in centro. Da questo momento, Cagliari ha iniziato a misurarsi con altre località turistiche di mare, e gli affitti brevi sono via via aumentati fino a occupare la stragrande maggioranza dei locali del centro cittadino. “In tanti si lamentano della presenza dei bed and breakfast a Cagliari, ma se non ci fossero, queste case sarebbero abbandonate”, afferma Zazzara. La motivazione è semplice: “L’esodo dei residenti verso altri centri dell’Area metropolitana è iniziata da tempo, quando ancora i b&b non erano arrivati in città, perché le esigenze di vita erano cambiate e si cercavano case più grandi, dotate di ascensori, più moderne e comode. Cosa che gli appartamenti del centro storico non potevano garantire perché, essendo in un’area sotto tutela urbanistica, non era possibile fare interventi di ammodernamento e, oltretutto, negli ultimi anni con la movida, è diventata una zona molto chiassosa nelle ore notturne”. “Sono strutture che vanno bene se utilizzate per periodi brevi”, continua Zazzara. Ma c’è anche un altro problema che ha portato proprietari e gestori dei b&b a questa soluzione. “Le normative in vigore – spiega – spaventano i locatari, perché non si sentono tutelati: tanti di loro si son ritrovati degli inquilini in casa che non hanno pagato l’affitto per mesi, e in diversi casi, non potevano nemmeno ricevere un avviso di sfratto perché indigenti o con figli minorenni a carico”. “La soluzione – continua Zazzara – è stata affittare per brevi periodi, abbracciando pienamente la filosofia dei b&b”.
Caro affitti e alloggi universitari
Tra chi protesta contro i bed and breakfast a Cagliari, ci sono anche giovani coppie e studenti universitari, che vedono negli affitti brevi con finalità turistiche uno dei motivi principali del caro affitti in città. Più volte hanno sottolineato come anche la presenza dei b&b contribuisce all’incremento dei prezzi del mercato: per una stanza singola, la media registrata nel capoluogo sardo a settembre 2024 è di 13,37 euro al metro quadro, con un aumento del 18,61% rispetto al settembre 2023, quando il prezzo medio era di 10,86 euro al metro quadro. La spesa per una singola, quindi, si aggira attorno ai 300 euro mensili, mentre per una doppia si arriva attorno ai 230. Ma per Zazzara “il problema delle case per gli studenti non è di chi possiede o gestisce un b&b, ma delle istituzioni che dovrebbero garantire agli universitari degli alloggi a misura di studente. Cosa che, ancora una volta, non è possibile fare nelle strutture locate nel centro cittadino per i motivi di cui sopra. Chi vorrebbe vivere in un appartamento piccolo, buio, senza i comfort necessari e magari anche lontano dai poli universitari, che si stanno via via decentrando verso aree fuori dal centro cittadino, come Monserrato?”. “Ci sono tantissimi edifici di proprietà della Regione, ad esempio, che sono inutilizzati e lasciati in stato di completo abbandono. Ed è di questo che si dovrebbero occupare le istituzioni locali, invece di scaricare le responsabilità sui bed and breakfast”.
Chi ci guadagna con i b&b
Tra le critiche più sentite nei confronti dei b&b, ci sarebbe anche quella di non generare posti di lavoro né alcuna ricaduta di tipo economico sul territorio, tenendo i profitti per sé. “Chi fa extra alberghiero guadagna sei mesi l’anno”, dice Zazzara. “A Cagliari si contano circa 50 operatori che danno servizi a noi e turisti che portano un indotto enorme – spiega -. Si pensi soltanto alle assicurazioni sugli immobili per fini turistici, servizi fotografici, transfert, auto a noleggio, supermercati, per non parlare dei locali del centro storico e delle tasse comunali versate con le visite ai musei e i trasporti pubblici che i turisti utilizzano spesso per spostarsi da una zona all’altra della città o per andare al mare al Poetto”. “Tutti i soldi che arrivano nell’extra alberghiero, restano qui”, afferma Zazzara, “a differenza di quanto può avvenire con le grandi catene alberghiere, ad esempio”. “Se non ci fossero queste case vacanza – ribadisce la presidente dell’associazione regionale dei b&b -, andrebbero a chiudere anche le attività produttive del territorio e ci sarebbero di conseguenza meno servizi per tutti, residenti compresi”. “Una soluzione – dice Zazzara – sarebbe quella di destagionalizzare: Cagliari è l’unica città pronta per questa svolta in Sardegna. Se si fosse lungimiranti, bisognerebbe portare più collegamenti aerei in città e far sì che se si inizi a venire qui per poi noleggiare l’auto per andare a visitare anche altri centri al di fuori della città. Ma per farlo, serve una visione innovativa per la nostra Isola”, chiude Zazzara.
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