Confetti di cocaina in casa, patteggiano la pena i tre ventenni e un quarantenne arrestati dai carabinieri di Soriano nel Cimino a fine settembre. Avevano oltre un kg di sostanza stupefacente.
I quattro avevano utilizzato le loro abitazioni come depositi di droga, probabilmente custodendola per conto di terzi. Ieri mattina il giudice Jacopo Rocchi ha accolto la richiesta di patteggiamento, condannando a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni l’unico degli imputati recluso in carcere. Gli altri invece sono stati condannati a due anni e dieci mesi che sconteranno lavorando per 2060 per servizi socialmente utili. Non solo, il giudice ha stabilito anche che per l’intera durata dei servizi socialmente utili non potranno lasciare il Lazio e ha disposto il sequestro temporaneo del passaporto oltre al pagamento di una multa piuttosto salata.
Nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorso tre ventenne di Viterbo e il 45enne di Vetralla vengono arrestati dai carabinieri durante un blitz.
Il blitz rappresenta il culmine di un’indagine avviata dalla stazione di Soriano nel Cimino. Dopo una lunga fase di raccolta informazioni e monitoraggio del territorio, i carabinieri hanno ottenuto due decreti di perquisizione domiciliare dalla procura di Viterbo. Durante una delle perquisizioni, i militari intercettano due persone che si trovavano nell’abitazione controllata per prelevare la droga destinata alle rispettive piazze di spaccio. Nel corso delle successive perquisizioni nelle loro abitazioni viene trovata ulteriore sostanza stupefacente, nonché altro materiale per il confezionamento e il taglio delle dosi.
In totale le attività investigative hanno portato al sequestro di un considerevole quantitativo di stupefacenti: 1,125 chili di hashish e 250 grammi di cocaina. Il giro di affari legato alla droga sequestrata ammonta a svariate decine di migliaia di euro. L’ingente quantitativo di hashish e cocaina avrebbe generato profitti significativi per i trafficanti, alimentando il mercato illecito della provincia di Viterbo.
Il sospetto è che i quattro teneva in casa la droga per conto di qualcun altro. Questa pratica, nota come “retta”, consiste nel nascondere stupefacenti in casa di insospettabili in cambio di un compenso, che varia in base alla quantità e al tipo di droga. Le loro abitazioni come una sorta di base dove poter trovare stupefacente pronto da spacciare. Ipotesi che al momento però non avrebbero trovato ancora un riscontro. I quattro hanno infatti deciso di chiudere velocemente i conti della giustizia senza affrontare il dibattimento e ottenendo così lo sconto di un terzo della pena. Il ventenne detenuto ha patteggiato la pena in continuazione con altre due condanne precedenti. Per questo è l’unico dei quattro che non ha beneficiato della sostituzione di pena con i lavori socialmente utili.
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