Il 15 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema della Legge di Bilancio, che ora attende l’ok del Parlamento. Questo documento, definito in gergo tecnico come “bollinato”, introduce alcune importanti novità nel settore dei bonus edilizi, in particolare per quelli che stanno per scadere entro il 31 dicembre 2024. La manovra conferma la proroga di un anno per il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per le prime case, e per il bonus mobili, indipendentemente dal fatto che si tratti di prima o seconda abitazione.
Tuttavia, per quanto riguarda il Bonus verde, non viene prevista alcuna proroga.
Il che potrebbe portare alla sua definitiva cancellazione dal 1° gennaio 2025. Questa decisione rispecchierebbe quanto già avvenuto con il bonus facciate, che non è stato prorogato dopo il 2023.
Modifiche ai bonus edilizi
Nel dettaglio, il testo della Legge di Bilancio 2025 rivede il bonus ristrutturazione con nuove soglie e limiti reddituali. In particolare si prevede che il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus rimarranno al 50% per le prime case, mentre scenderanno al 36% per le seconde abitazioni. Il tetto massimo di spesa detraibile resta fissato a 96.000 euro per unità immobiliare.
Per gli anni 2026 e 2027, le spese sostenute dai proprietari di prime case vedranno una detrazione del 36%, mentre per le altre abitazioni la percentuale scenderà al 30%. Questo schema è replicato anche per il sismabonus, ma con una differenza: non vi è un tetto massimo di spesa. Nel 2025, le prime case beneficeranno di una detrazione del 50%, mentre per le seconde si applicherà il 36%. Per gli anni successivi, la detrazione sarà rispettivamente del 36% e del 30%.
Un’altra conferma importante riguarda il bonus mobili, che sarà esteso anche alle spese sostenute nel 2025, con un limite massimo di 5.000 euro per unità immobiliare. Tuttavia, come già anticipato, la manovra non prevede una proroga del Bonus verde, che rischia quindi di scomparire definitivamente.
Si prevede altresì la possibilità di optare per il superbonus in 10 anni anche per le spese del 2023.
Insomma, come già fu previsto per le spese del 2022.
Il Bonus verde: un’opportunità in via di estinzione
Introdotto nel 2018, il Bonus verde ha rappresentato una risorsa importante per i proprietari di immobili che desiderano migliorare o creare spazi verdi, siano essi privati o condominiali.
Questo incentivo fiscale ha permesso, fino ad oggi, di ottenere una detrazione del 36% sulle spese sostenute per la realizzazione o il rifacimento di giardini, terrazzi e cortili, includendo sia nuovi interventi che opere di manutenzione straordinaria su aree già esistenti. Il bonus prevede una detrazione fiscale IRPEF del 36%, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo, con un limite massimo di spesa di 5.000 euro per unità immobiliare, che equivale a una detrazione massima ottenibile di 1.800 euro.
Uno degli aspetti fondamentali del Bonus verde, come per gli altri bonus edilizi, è la necessità di tracciare tutte le spese, il che significa che i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico bancario o postale, assegno o carta di credito. Non è invece consentito l’uso del contante, poiché ciò renderebbe le spese non detraibili. Non serve il bonifico parlante.
Le conseguenze della cancellazione del Bonus verde
La mancata proroga del Bonus verde avrà inevitabilmente delle conseguenze, non solo sul piano economico, ma anche ambientale e sociale. Questo incentivo ha favorito la creazione di spazi verdi che, oltre ad abbellire le abitazioni, contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento, alla regolazione della temperatura nelle aree urbane e al miglioramento della qualità dell’aria. La sua cancellazione potrebbe disincentivare i cittadini a investire in giardini e terrazzi, riducendo così i benefici ambientali derivanti dall’aumento del verde nelle città.
Inoltre, senza il Bonus verde, molti proprietari di immobili potrebbero ritardare o rinunciare del tutto agli interventi di sistemazione o creazione di spazi verdi, considerati talvolta costosi.
Questo avrebbe ripercussioni anche sul settore florovivaistico e su quello delle imprese specializzate in progettazione e manutenzione di giardini e terrazzi, che potrebbero vedere una contrazione della domanda. In un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità e il benessere ambientale, la fine del Bonus verde appare un controsenso, specialmente alla luce delle recenti politiche globali volte a promuovere città più verdi e vivibili.
Ad ogni modo nulla è perduto. La speranza è che in fase di discussione parlamentare della manovra 2025 possa arrivare qualche emendamento che contenga la proroga del bonus verde anche alle spese del 2025 e successive.
Riassumendo
- La Legge di Bilancio 2025, nel testo bollinato dal governo, conferma alcuni bonus edilizi, ma esclude la proroga del Bonus verde.
- Il Bonus ristrutturazioni rimarrà al 50% per prime case, scendendo al 36% per altre abitazioni.
- Il Bonus mobili è prorogato per il 2025 con un tetto di 5.000 euro per unità.
- Il Bonus verde offre una detrazione del 36% per spese su giardini e terrazzi, ma sarà cancellato.
- Ad ogni modo, in fase di discussione parlamentare della manovra, si spera in qualche emendamento che contenga la proroga anche del bonus verde.
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