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“‘serve un impegno straordinario per difendere il servizio sanitario nazionale, elemento di tutela pubblica e di coesione insostituibile, garanzia universale di diritti e uguaglianza per le persone e i territori’, afferma l’associazione nazionale pensionati di cia-agricoltori italiani, dal convegno di oggi, a venezia mestre, per rispondere insieme ad associati, istituzioni ed esperti a un interrogativo univoco ‘sanita’ quale futuro?’”. lo rende noto un comunicato di anp-cia, che cosi’ prosegue: “sul tavolo dell’incontro, che ha riunito nell’auditorium del m9-museo del ‘900 centinaia di partecipanti e molti cittadini, il documento di richieste su cui anp-cia lavora da tempo, in particolare guardando alla prossima legge di bilancio e al finanziamento per il servizio sanitario nazionale che, negli ultimi 15 anni, ha visto solo tagli. per cia va fermato il cortocircuito che interconnette almeno tre macro-questioni: l’emergenza liste d’attesa, con tempi lunghissimi per visite, esami e interventi, e un decreto senza risorse; la mancanza di personale, medici e infermieri, e di strumentazione adeguata, oltre a incertezze e incongruenze organizzative verso le regioni; e, infine, l’avanzare della sanita’ privata con un terzo della spesa a carico delle famiglie, in un anno aumentata del 10,3%. a soffrire di piu’ gli anziani con pensioni basse e le persone piu’ fragili, che spesso rinunciano a curarsi – lo scorso anno quasi 4,5 milioni di italiani (dati fondazione gimbe) – e soprattutto nelle aree rurali e interne, dove vive il 22% della popolazione italiana e il disagio territoriale di fatto diventa il discrimine per accedere alle prestazioni e per sbilanciare sempre piu’ il carico delle richieste dal sud al nord, in cerca di cure e ospedali migliori. tutto questo richiede interventi e investimenti – precisa anp-cia – ma si e’ scelta la strada del definanziamento, un impegno sempre piu’ basso di risorse rispetto all’inflazione e al pil, in media il 6,8% (contro il 10,9% della germania e il 10,3% della francia) e con la previsione di scendere al 6,1% entro il 2025, sebbene sia noto che sotto la soglia del 6,5% i servizi essenziali non sono piu’ garantiti. in italia il divario della spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla media dei paesi ocse membri dell’unione europea, e’ pari a 889 euro. anp-cia dice basta e annuncia mobilitazioni sul territorio per un piano organico e straordinario di finanziamenti che rimuovano gli squilibri territoriali innovando i modelli organizzativi, gli strumenti, le strutture sanitarie e con l’ausilio delle infrastrutture telematiche. piu’ nel dettaglio, vanno rivisti i piani regionali sociosanitari verso politiche e azioni coerenti al rafforzamento del sistema. ancora attesi: servizi efficienti e politiche per l’invecchiamento attivo, assieme a pensioni adeguate, assegni minimi non inferiori a 800 euro; il recupero dell’indicizzazione per le pensioni colpite dall’inflazione; l’ape sociale agli agricoltori per andare in pensione in anticipo senza penalizzazioni; la modifica di opzione donna oggi particolarmente punitiva e la riduzione del carico fiscale sulle pensioni in un’ottica di progressivita’ e giustizia sociale. va impedito, poi, il taglio del 30% dei progetti delle ‘case di comunita” e occorrono subito i decreti attuativi della nuova legge sulla non autosufficienza. ‘prima di tutto la qualita’ del sistema sanitario. lo dicono i cittadini – ha dichiarato il presidente nazionale di anp-cia, alessandro DEL CARLO, citando il sondaggio demos -. in due anni e’ triplicato il numero di chi la riconosce come un’emergenza e, dunque, dobbiamo valorizzare ancora di piu’ questo punto di vista. siamo per un lavoro che sia costruttivo insieme al governo e rinnoviamo l’appello degli scienziati, perche’ l’invecchiamento e’ un valore e la salute un diritto non in svendita’.”.
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