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Opinioni a confronto fra il sindaco Valerio Vesprini e l’armatore Saverio Nunzi sui lavori di dragaggio, che sono in corso di esecuzione all’imboccatura della struttura portuale. In linea di massima concordano nel ritenere valida l’opera ma divergono sulla funzione che potrebbe svolgere nella soluzione degli svariati problemi della marineria sangiorgese. Il sindaco è ottimista da questo punto di vista. Nunzi non lo è altrettanto e sostiene che anche all’interno del porto ci sarebbe da dragare, sennò uno entra all’imboccatura liberata dalla sabbia e poi s’infogna.
Il primo cittadino spiega: “Le necessarie operazioni di dragaggio andranno a migliorare l’accesso al porto aumentandone la sicurezza. Liberare il fondale dai sedimenti consente infatti di aumentare la profondità navigabile riducendo, di conseguenza, i rischi in acque basse. Una migliore fruizione del porto permette allo stesso di poter accogliere imbarcazioni, a vantaggio quindi delle attività di pesca e delle realtà legate ad essa che potranno operare più agevolmente”. In effetti con l’estrazione tramite la draga della sabbia accumulata dalle mareggiate all’imboccatura del porto la profondità dei fondali viene portata a 3 metri ed anche a 3,50 metri nel canale d’ingresso. In tal modo viene assicurato il transito in entrata ed uscita dal porto ad ogni tipo di imbarcazioni anche a quelle di maggiore stazza e quindi di maggiore pescaggio, come possono essere i motopescherecci. Negli anni a causa della precarietà della situazione e del rischio che si correva di arenarsi alla bocca del porto la quasi totalità degli armatori sangiorgesi ha trovato rifugio in altri approdi: chi a Civitanova Marche e chi a San Benedetto del Tronto. Ora dopo i lavori di dragaggio ritornano nel porto di casa? “Ormai io rimango qui” dice Nunzi che da 15 anni attracca nel porto di San Benedetto. “A Porto San Giorgio – aggiunge – non si sa se il mercato ittico vuole chiudere oppure no, non si capisce nulla. Purtroppo non ci sono più neppure i commercianti. Anche il dragaggio non risolve il problema. Il problema è più serio: è all’interno del porto, non nel canale d’ingresso. Adesso si spendono 600mila euro per dragare all’ingresso. Bene, faranno anche un bel lavoro, ma se dentro al porto non si fa altrettanto ci sono punti con profondità di un solo metro. Non ha senso dragare l’esterno e insabbiare ancora di più l’interno. Se all’interno non draghi mai dentro non c’entri più”.
Su questo argomento Nunzi è un fiume in piena anche perché gli fa dispiacere: “Perché – sono le sue parole – non puoi avere un porto di questa portata che faccia entrare solo questi motoscafetti che non portano nessun margine per il paese. Tutte quelle bellissime barche sono andate via tutte. Oggi non c’è più niente ed è un peccato perché abbiamo un bellissimo porto e non lo possiamo usare. È un vero peccato perché abbiamo un porto bellissimo di cui parlano tutti ma tutti dicono anche che è un porto insabbiato dove non si può entrare”. Da ultimo il sindaco Vesprini ci tiene a far sapere che contemporaneamente all’escavo previsto per 33.700 metri cubi, con la sabbia estratta risultata incontaminata si esegue il ripascimento di un tratto sud di arenile di 200.000 metri quadrati. Il primo cittadino spiega che “si tratta di un intervento atteso dai vari ambiti, finalizzato a compensare gli effetti dell’erosione naturale e proteggere l’area dalle mareggiate. Oltre a contrastare l’azione erosiva ha pure l’obiettivo di mantenere ed estendere l’ampiezza della spiaggia. Durante le operazioni di ripascimento verrà effettuata un’azione di monitoraggio delle acque marine per valutarne lo stato e la torbidità nell’area interessata, evitando così l’impatto a danno dell’ambiente”.
Silvio Sebastiani
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