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Trimestrale record per il grande gestore di patrimoni al mondo: utili saliti a 2 miliardi tra luglio e settembre (+23%), un netto di 1,63 miliardi, ricavi su del 15% a 5,2 miliardi e un patrimonio cresciuto del 26% a 11.500 miliardi
Blackrock, il più grande gestore di fondi del mondo, ha archiviato in maniera molto positiva gli ultimi conti trimestrali a Wall Street, con utili operativi saliti a 2 miliardi di dollari tra luglio e settembre (+23%), un netto di 1,63 miliardi , ricavi su del 15% a 5,2 miliardi e un patrimonio cresciuto del 26% a 11.500 miliardi. In euro fanno 10.500 miliardi, oltre quattro volte il Pil italiano e 3,5 volte il debito pubblico. «La nostra strategia – dice il Ceo Laurence D. Fink – è ambiziosa e sta funzionando. Il patrimonio gestito per conto dei nostri clienti ha raggiunto un nuovo massimo, a 11,5 trilioni di dollari, dopo essere cresciuto di 2,4 trilioni di dollari negli ultimi dodici mesi». Anche il fatturato e l’utile operativo, ha aggiunto Fink, hanno «stabilito nuovi record. Il nostro margine operativo del 45,8% è aumentato di 350 punti base». Anche per questo il suo fondatore, Larry Fink, è stato appena ricevuto in pompa magna in Italia dalla premier Giorgia Meloni.
Il recente incontro tra Fink e Meloni
La chiacchierata, secondo le intenzioni di Roma, costituisce un nuovo tassello del canale aperto tra la premier e il capo di uno dei principali fondi di investimento a livello globale. Fink ha partecipato ai lavori del vertice G7 organizzato dal governo a Borgo Egnazia lo scorso mese di giugno, ma è anche tra i pochi che nel 2022, dopo la vittoria alle elezioni di Meloni, spiegò di non essere preoccupato per la nascita di un governo sbilanciato a destra. Un confronto in cui si è parlato di possibili investimenti di BlackRock in Italia, a cominciare, spiega una nota di Palazzo Chigi, «dall’ambito dello sviluppo di “data center” e delle infrastrutture energetiche di supporto». Meloni ha concordato con Fink la costituzione di un ristretto gruppo di lavoro, coordinato da Palazzo Chigi, per avviare dei progetti in collaborazione. Tra i temi anche la ricostruzione dell’Ucraina, in vista della Conferenza che si terrà in Italia nel 2025.
Le mosse di Fink
Quel che tocca dunque diventa oro. Il mondo della finanza e gli investitori scrutano con la massima attenzione le mosse del numero uno di BlackRock per il rilievo non solo economico ma anche politico che il personaggio ricopre. Dopo avere fondato insieme ad altri 7 soci il gruppo BlackRock, con il sostegno di un colosso della finanza come il gruppo Blackstone, Larry Fink nel 1994 si è distaccato da quest’ultimo e ha portato la società in Borsa. Da allora la crescita del gruppo è stata velocissima, ed è passata dagli 1,3 trilioni di masse amministrate del 2008, appena 10 anni dopo la quotazione, al record di 10.500 miliardi raggiunti nel terzo trimestre del 2024. BlackRock, e in particolare Larry Fink, rappresentano un punto di riferimento per la finanza globale, sia per le prese di posizione politiche del fondatore che per la vasta risonanza che l’annuale Chairman’s Letter agli investitori è venuta ad assumere nel tempo.
«Serve più crescita»
In una recente intervista al Corriere della Sera ha professato il mantra della crescita rispondendo ad una domanda di Federico Fubini: «Deficit pubblici come quello qui in Italia o negli Stati Uniti stanno diventando molto difficili, mi preoccupano. Ma l’unico modo in cui possiamo risolverli è attraverso la crescita, non con le strette di bilancio. Una stretta non fa che contrarre l’economia, peggiorando a sua volta i deficit. Invece dobbiamo chiederci come accelerare la crescita. Sono convinto che ogni governo debba rendere più efficiente la burocrazia dei permessi. Perché servono sette anni per un permesso per installare infrastrutture, tecnologie verdi o una centrale nucleare civile? La Cina e Abu Dhabi sviluppano energia nucleare ogni giorno. Sbagliano loro o sbagliamo noi?»
Il recente speech a Berlino
Durante un discorso tenuto a Berlino nei giorni scorsi Fink è andato oltre. Ha lanciato un chiaro monito al mondo degli affari europeo: è giunto il momento di riconsiderare i legami con la Cina, soprattutto alla luce del sostegno che Pechino sta offrendo alla Russia attraverso il commercio bilaterale. In un’epoca in cui le tensioni geopolitiche stanno ridefinendo le dinamiche economiche globali, le parole di Fink non sono passate. Il top manager potrebbe fare un passo indietro da qui ai prossimi mesi, anche in considerazione della sua anagrafica. Crescono le speculazioni in tal senso, vista la recente riorganizzazione del gruppo in seguito alle dimissioni di numerosi dirigenti di secondo e terzo livello passati alla concorrenza. Movimenti che fanno ipotizzare al quotidiano della City, il Financial Times, un possibile cambiamento al vertice della società.
I candidati alla successione
Le ipotesi su chi raccoglierà il testimone di BlackRock quando Fink uscirà di scena hanno quindi una particolare attrattiva per la comunità finanziaria. Le figure considerate più vicine alla successione, secondo una recente analisi del Financial Times, sono cinque. Si tratta di Mark Wiedman, attuale responsabile delle attività commerciali globali, oltre che del chief operating officer Rob Goldstein e di Martin Small, chief financial officer, entrambi considerati figure più «tecniche». Più orientata al mercato appare la manager Rachel Lord, unica donna in pole position, responsabile delle attività in Asia e nell’area del Pacifico. In crescita appare anche il profilo di Salim Ramji, responsabile degli Etf e dei prodotti indicizzati. inosservate, suscitando riflessioni profonde tra le grandi multinazionali europee che mantengono rapporti commerciali significativi con la Cina.
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