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MESSINA. L’elefante nella cristalleria della riunione di partito di Sud chiama Nord che si è tenuto stamattina al salone delle Bandiere è, e non poteva essere altrimenti, la crisi idrica che attanaglia Messina da tre mesi. Crisi idrica che Danilo Lo Giudice, coordinatore regionale del partito, minimizza un po’ troppo: “A Messina sono stati disagi, non catastrofi come nel resto della Sicilia”, confrontando i numeri messinesi con quelli di altri comuni, non menzionando il fatto che, in alcune zone della città, i giorni senz’acqua sono stati tranquillamente paragonabili con quelli delle zone più critiche dell’isola.
Il sindaco Federico Basile sull’argomento inizia attaccando la Regione: “E’ una battaglia che ha perso, è un dato oggettivo riscontrabile nelle carte. Mercoledi saremo in commissione a Palermo per essere ascoltati”, ha annunciato, minacciando “azioni legali nei confronti di chi l’acqua ce l’ha negata. Il comune di Messina è stato lasciato solo se non addirittura messo da parte”, ha spiegato riferendosi alla circolare del dipartimento regionale all’acqua secondo la quale non ci sarebbe stata alcuna carenza idrica ai danni del Comune di Messina nel mese di luglio. “Quest’anno abbiamo avuto 377 litri d’acqua in meno, ecco cosa è successo: L’anno scorso abbiamo avuto crisi idrica? Non mi pare“, afferma Basile. In realtà la crisi idrica c’era anche lo scorso anno, soprattutto in quelle disgraziate zone che di penuria d’acqua soffrono da sempre, anche quando di acqua nel resto della città ce n’è in abbondanza. Ultima menzione su quello che c’è in gioco per risolvere i problemi d’acqua della città (il primo dei quali è una rete che perde il 53% di acqua), ma nessun cenno da parte del sindaco alla decimazione dei vertici dell’Amam.
Di cui invece ha parlato subito Cateno De Luca: “Ognuno doveva fare un passo indietro”, ha confessato il leader di Sud chiama Nord, “e l’avrei chiesto anche al direttore generale”. Poi i ringraziamenti al consiglio d’amministrazione (la presidentessa Loredana Bonasera, i consiglieri Alessandra Franza e Adriano Grassi), quindi il futuro: “Non possiamo iniziare una nuova fase all’Amam con sospetti e veleni, questa è stata la valutazione. Adesso abbiamo le mani libere per andare in fondo a questa vicenda”. De Luca ha fatto intendere, nemmeno tanto velatamente, che le dimissioni del Cda siano state concordate: una versione che non è esattamente quella con cui Federico Basile aveva accolto le dimissioni, sul cui accordo non aveva mai fatto menzione, limitandosi a prenderne atto.
Quello su cui concordano Basile e De Luca è scaricare le responsabilità sulla Regione Siciliana: “Messina ha subito un attacco politico sulla vicenda acqua, e lo dimostreremo in tutte le sedi, anche quelle giudiziarie”, afferma, citando un decreto del 10 ottobre in cui si finanziano 117mila euro per il revamping di pozzi in zona nord. “I progetti li abbiamo inoltrati a giugno, progetti cantierabili. Messina viene fatta fuori in quella fase”, tuona De Luca, citando la variazione di bilancio estiva con la quale l’Ars aveva autorizzato il governo allo storno di venti milioni per l’emergenza idrica.
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