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Presentato l’accordo fra Confindustria Varese e AIFI sulla finanza alternativa
Castellanza – L’accordo fra Confindustria Varese e l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt (AIFI) – presentato oggi a Villa Jucker, la sede della presidenza e del rettorato della LIUC-Università Cattaneo – finalizzato a favorire la diffusione di forme di finanza alternativa con cui sostenere le startup innovative, costituisce un altro importante mattone della realizzazione di MILL-Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics: l’acceleratore di imprenditorialità che sorgerà a fianco dell’Università e che eleverà all’ennesima potenza il legame virtuoso fra imprese e conoscenze/competenze.
“In realtà, al di là dell’edificazione della struttura fisica di MILL che peraltro sta rispettando il crono-programma che ci siamo dati – ha precisato Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese –, questo accordo dimostra come lo spirito concettuale e il criterio operativo di MILL siano già ora pienamente operativi. La collaborazione stretta fra centri di conoscenza e formazione, finanza e imprese sta alla base dello sviluppo socio-economico del futuro, a partire da oggi!”.
Non a caso, alla conferenza stampa di presentazione dell’accordo tra Confindustria Varese e AIFI ha preso parte il nuovo rettore designato dell’ateneo Anna Gervasoni (entrerà in carica a novembre, mentre a gennaio 2025 verrà inaugurato il nuovo anno scolastico, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova aula magna), che è anche direttore generale della stessa AIFI.
Il triangolo virtuoso – i cui vertici sono rappresentati dalle imprese, dalle forme di finanza alternativa e dall’Università – risulta particolarmente robusto in LIUC.
“Lo scopo di questo progetto, penso soprattutto a MILL, va ben oltre la territorialità di una provincia o persino di una nazione – ha sottolineato con forza Riccardo Comerio, presidente della LIUC-Università Cattaneo –, gli accordi internazionali che abbiamo stipulato, l’ultimo dei quali con un importante ateneo statunitense, lo dimostrano chiaramente”.
“E’ nostra intenzione diventare un polo di attrazione per i giovani talenti di tutto il mondo: favorire la creazione e lo sviluppo delle startup significa costruire il domani. Questo accordo in particolare e il progetto MILL più in generale tendono a incrementare il fermento imprenditoriale consolidando le startup”, gli ha fatto eco Roberto Grassi.
Queste ultime, in provincia di Varese, sono 86: un numero incoraggiante ma ancora limitato, tanto è vero che da questo punto di vista la provincia di Varese è solo 84^ a livello nazionale.
Le piccole e medie imprese innovative del territorio varesino sono ad oggi 14, numero che piazza la provincia solo all’80° posto della classifica nazionale (sempre utilizzando come metro di misura il rapporto sul totale delle imprese presenti sul territorio rispetto agli altri ambiti provinciali).
Vale comunque la pena ricordare che la provincia di Varese rimane una delle maggiormente industrializzate in assoluto, “con 8 imprese per chilometro quadrato: il doppio della media lombarda” ci ha tenuto a dire Roberto Grassi.
Il problema delle startup, come è emerso da uno studio presentato da Confindustria Varese nel corso dell’assemblea generale di quest’anno, è che il 95% delle stesse è a rischio sopravvivenza nei primi quattro anni di attività e ben il 38% di esse chiude per insolvenza e incapacità di raccogliere sul mercato nuovi investimenti.
E’ da questi dati di fatto che emerge in tutta evidenza l’importanza di rivolgersi al venture capital: “Tramite questo accordo daremo un supporto concreto alle startup – ha sostenuto Innocenza Cipolletta, presidente di AIFI, in collegamento audiovideo -, ci tengo a rimarcare il significato estremamente positivo che sta alla base dell’accordo stesso: un’Associazione d’imprese che si fa carico della nascita di imprese innovative!”.
“Il nostro Consiglio di Presidenza – è intervenuto Roberto Grassi – ha stabilito che le startup consolidate possano iscriversi gratuitamente a Confindustria Varese”.
L’intesa fra AIFI e Confindustria Varese prevede, con riferimento alle startup innovative, un’attività di orientamento verso i diversi player operativi nell’ambito della finanza alternativa; informazioni dirette sul mercato italiano del venture capital; la condivisione di mappe ed elenchi di investitori di venture capital attivi in Italia, avvalendosi dell’Osservatorio VeM-Venture Capital Monitor attivo presso la LIUC Business School.
Giovanni Fusaro, giovane docente LIUC e responsabile dell’Ufficio Studi & Ricerche di AIFI, ha snocciolato una serie di dati dell’Osservatorio dai quali è emerso come nel primo semestre 2024 siano state 124 le operazioni di venture capital in Italia, per un valore di 600 milioni di euro (sono stati 510 nello stesso periodo del 2023); i settori maggiormente interessati vedono al vertice l’information & communication technologies, a seguire le biotecnologie, altri servizi, healthcare, beni di consumo, servizi finanziari, beni e servizi industriali.
Come al solito, a livello regionale, in vetta c’è la Lombardia (32 target), poi il Piemonte (13), il Lazio (9), l’Emilia Romagna (7) e la Toscana (5).
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