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In Borsa andrà il 14% del capitale, circa un terzo sarà riservato ai risparmiatori (e ai dipendenti di Poste). Come funziona l’offerta pubblica
Il governo metterà sul mercato un’altra quota del 14% di Poste Italiane come previsto dall’ultimo decreto. Lo Stato rimarrà il primo azionista, mantenendo tra Tesoro e Cassa depositi e prestiti il 50% della società. Il collocamento partirà lunedì 21 ottobre e si dovrebbe concludere giovedì 24. Venerdì 25 dovrebbe essere comunicato il prezzo di vendita. Di questo 14%, spiega una fonte ministeriale vicina al dossier alla Stampa, il 35% dovrebbe essere riservata ai risparmiatori e all’interno di questa soglia una parte verrebbe destinato ai dipendenti di Poste. Il restante 65% potrà essere prenotato dagli investitori istituzionali. L’offerta dovrebbe chiudersi dieci giorni prima dell’approvazione dei conti dei 9 mesi, prevista il 6 novembre, perché si entra nel periodo di black-out della comunicazione finanziaria di un’azienda prima dell’approvazione dei conti.
L’offerta digitale
Poste Italiane apre così le danze alla prima offerta pubblica di vendita che potrà essere digitale. Il ministero dell’Economia e la società sono al lavoro per la cessione della seconda tranche. La novità di questa operazione che, oltre a essere la prima privatizzazione (da luglio 2016) che coinvolge anche i piccoli risparmiatori, sarà la prima Offerta pubblica di vendita di una società pubblica in versione digitale.
L’incasso atteso
L’incasso atteso, parametrato sui valori di mercato attuali, dovrebbe raggiungere i 2,3 miliardi, soldi che si andrebbero ad aggiungere ai 3 miliardi raccolti quest’anno con la cessione di una quota di Eni e del Monte dei Paschi di Siena. Si tratta di risorse che non potranno essere utilizzate a copertura delle misure della manovra, ma andranno direttamente alla riduzione del debito. L’obiettivo delle privatizzazioni indicato dall’esecutivo nel triennio 2024-2026 si aggira intorno ai 20 miliardi di euro, l’1% di Pil. A questi 5,5 miliardi di euro si potrebbe sommare la dismissione di un’altra quota di Mps, annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il Tesoro controlla ancora il 26,7% della banca senese, ma sul mercato dovrebbe finire un altro pacchetto di azioni del 10%.
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