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Maxi indennizzo per gli anni da precario per i lavoratori forestali. E’ quello di cui si è parlato all’incontro-dibattito svoltosi ieri a Caronia, al quale si è registrata un’importante partecipazione, per affrontare la problematica connessa all’abuso dei contratti a termine previsto dal Decreto-legge n.131 del 16/09/2024.
Un incontro organizzato dalla commercialista Antonietta Agostino e dall’avvocatessa Angela Fasano al quale erano presenti i lavoratori del Distretto che comprende i territori di Caronia, Mistretta, Capizzi, Tusa, Castel di Lucio, Motta D’Affermo e Pettineo, oltre ad una rappresentanza di forestali di Sinagra e Messina, appartenenti ad altri distretti.
A seguito del decreto legge n.131 del 16/09/2024 (Decreto Salva infrazioni), i forestali siciliani sono stati inseriti dal Governo nel pacchetto salva infrazioni e, potranno ottenere un ristoro economico fino a 24 mensilità della retribuzione tabellare base. I lavoratori forestali sono definiti i precari storici più vetusti d’Europa ed a causa della reiterazione abusiva dei contratti a tempo determinato, hanno subito un danno.
La Commissione Europea ritiene che la normativa nazionale non protegga tali lavoratori dall’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato e non è quindi conforme alla clausola 5 dell’accordo quadro. La Commissione ha pertanto inviato all’Italia in data 25 luglio 2019 una lettera di costituzione in mora, il cui contenuto è riassunto in un comunicato stampa del 25 luglio 2019. I forestali siciliani, quindi sono entrati nel grosso imbuto della petizione madre 2014/4231 grazie alla petizione 0171/2018 presentata dallo studio legale Fasano di Palermo.
I forestali adesso dovranno presentare un ricorso dinanzi al Tribunale del lavoro competente per territorio, richiamando anche gli atti della procedura comunitaria 0171/2018 ed allegando gli atti comunitari (utili anche per determinare il quantum della liquidazione) si potrebbe ottenere un risarcimento del danno fino a 24 mensilità della retribuzione tabellare base. La liquidazione non avverrà mai in automatico, come abbiamo sentito o letto in questi giorni, poiché sarà fondamentale depositare apposito ricorso, ove il ricorrente dovrà dimostrare, ai fini della liquidazione massima di 24 mensilità, la presenza di ben 5 elementi (elementi venuti fuori anche dalla procedura comunitaria 0171/2018 e che lo studio legale si riserva di non divulgare per tutela della propria privacy. Dal deposito del ricorso, ed in relazione al carico di ruolo di ogni Tribunale, bisognerà attendere circa un anno per la prima udienza di comparizione. Il procedimento, quindi potrebbe concludersi, entro e non oltre i due anni dalla proposizione della domanda giudiziale. La liquidazione, pertanto, non sarà immediata ma occorrerà attendere, per la fase di primo grado, i tempi processuali.
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